Il ristorante Le Tre Sorelle a Casal Velino per un’ottima cena in Cilento
Il Cilento più verde dei paesi della collina. E il blu del mare che si allunga insieme allo sfioro della piscina affacciata sugli olivi e la macchia mediterranea.
Si sta bene, benissimo, da Franca Feola conduttrice inarrestabile della Locanda Le Tre Sorelle a Casal Velino. Un luogo del cuore, dell’anima e anche della pancia.
Una rapida erta vi conduce dal caos costiero della marina di Casal Velino, oggi sequenziale infilata di villette e parchi residenziali munita di porto turistico, alle ultime propaggini dell’acrocoro che si tuffa in un mare giustamente celebrato.
Alle Tre Sorelle troverete l’ospitalità per soggiornare e una tavola tra le più preziose del Cilento.
Un giusto mix tra la collina e il mare fusi nei piatti accurati che Franca Feola propone.
Una carta agile e succulenta che non si disperde in rivoli incessanti di variazioni. Quattro antipasti crudi, tre cotti, tre primi con le paste secche e altrettanti con le paste fresche rigorosamente tirate a mano in casa, tre secondi e i fritti con la chiusura affidata a sorbetti e a dolci di ottima fattura.
Un eden che solletica la voglia di scoprire e non ammorba con lungaggini. La vostra e nostra indecisione è per la sensazione di mancare il piatto migliore. Non c’è da scartare, ma da cogliere.
Siamo in quattro a tavola e la curiosità si mischia a quelli che consideriamo imperdibili mentre in tavola arriva una palamita con dadolata vegetale. E i pani e i grissini freschi.
Cucina di mare che Franca Feola addomestica come sa fare da lungo tempo.
Per gli antipasti siamo tutti sui crudi.
Come si mangia alla Locanda Le Tre Sorelle
Il ceviche nostrano ci colpisce in due ed è subito grande materia prima e freschezza. Il confronto con il fermentatore del Noma spiega bene le differenze nell’uso delle spezie. Più diretto quello di Franca Feola, più ragionato quello di Antonio Iacoviello. Ma che gran piatto. Come sospettavo, la ricciola è il pesce nostrano più adatto per questo piatto “di importazione” e l’abbinamento con gambero rosso, polpo e tonno è da sballo.
Buonissimo anche il carpaccio di gamberi rossi reso titillante dal peperoncino verde, dalla salsa agrodolce e dalle zeste di limone. Una grande materia prima e un’ottima capacità di equilibrio.
Dall’altro lato del tavolo, disco verde per il carpaccio di pezzogna servito sul pane in cassetta tostato.
Sui primi la scelta vede l’assaggio del fuori carta della serata, tagliolini con uova di merluzzo e limone, giudicato più che centrato.
Perfetto il mix mare – monti delle tagliatelle di farro con datterino giallo, alici di menaica, spolverata di cacioricotta cilentana e finocchietto selvatico. Gran bel vigore.
Piatto sostanzioso, gli ziti spezzati con genovese di mare con la ventresca di alalunga metterebbero a zittire gli appetiti più robusti. E una nota di merito va scritta per le porzioni dosate ma non sparagnine.
Più convenzionale la pasta mista con patate e gamberi che non spicca il volo ma resta un’ottima pasta e patate anche di bella coreografria.
Ancora un piatto preparato per la serata a certificare la bontà della materia prima e la capacità di rispettarla con un classico delle tavole di mare: la zuppa di pesce è da manuale.
Ci rinfreschiamo con un sorbetto alla mela verde e basilico che trasformiamo da predessert a dessert con il consenso degli attenti uomini e donne di sala.
Molto buona la spuma di bufala, dulche de leche, gelato al caffè, crumble al caramello salato, cialda di cioccolato fondente.
Buono il gelato al caffè e strepitosi i mini cannoli cilentani gialli/neri di crema e cioccolato.
A bagnare la cena, il beverino Matta di Case Bianche che è un eccellente tutto pasto pronto ad assecondare i picchi più estremi del piccante senza cedere terreno nella personalità del sorso.
Ristorante ma anche locanda per le vacanze
Dall’ultimo assaggio, Franca Feola ha alzato ancora l’asticella e in un momento di preoccupazione (anche familiare per le figlie di stanza a Milano) va dato merito alla determinazione della cuoca.
I risultati si vedono perché Le Tre Sorelle è sempre affollato e registra una crescita rispetto all’anno scorso nonostante la completa assenza dei turisti del nord Europa. Una bella soddisfazione e un ottimo incoraggiamento per il lavoro svolto anche in sala.
Il consiglio a questo punto può essere solo uno.
Andate a riposarvi nel silenzio di un luogo che è sicuro punto di riferimento per quanti amano la natura del Cilento, ancora incontaminata in tante parti del territorio.
Anzi due: approfittate della cucina di Franca Feola, sacerdotessa del buon vivere e dell’ottimo mangiare cilentano.
Tanta felicità vi costerà 45 € a persona.
Voto: 7,5/10
Locanda Le Tre Sorelle. Via Roma, 50. Casal Velino (SA). Tel. +390974902024