Burrata ripiena di orecchiette, food porn pugliese o incubo al formaggio?
Burrata ripiena di orecchiette? Okay, sedetevi e respirate profondamente. Specie se dopo la pancetta nella carbonara, l’aglio nella amatriciana, il burro nel pesto e la mozzarella nel pandoro pensavate, come me, di aver visto tutto.
Sono capitato sul profilo Instagram di rotolandoversosud e ho scoperto la burrata ripiena di orecchiette.
Burrata? Suo malgrado, con la scusa del food porn, la burrata è stata già vittima di incroci terrorizzanti. Pensate come me alle cremolate con il pistacchio come convitato fuori programma? E come dimenticare la famosa “figliata” che della burrata è parente stretta perché dalla palla di mozzarella escono i bocconcini.
Un tripudio di food porn e di foto su Instagram che nessun ingegnoso trust di cervelli del marketing potrebbe eguagliare.
Eppure oggi, al cospetto di quest’incubo al formaggio in salsa pugliese, le papille si seccano senza possibilità di redenzione.
Cos’è la burrata ripiena di orecchiette
A poco serve leggere le note entusiaste di Repubblica perché, almeno guardando la foto, l’incrocio sembra davvero poco raccomandabile.
Nel più classico stile una fava – due piccioni, qui si rischia l’omicidio doloso e premeditato sia delle orecchiette che della burrata.
Ma non possiamo giudicare a distanza, sia chiaro. La burrata con le orecchiette potrebbe essere buonissima (ma voto di più i maritozzi ripieni di stracciatella, fichi e capocollo. Che potrete gustare otticamente sfogliando la galleria che vi ho riportato in alto).
L’idea della burrata con le orecchiette al pomodoro all’interno è di Vincenzo Troia, esperto di prodotti caseari che ha lavorato nei caseifici di Andria. Tanto esperto che il suo nickname è Caseus (il che mi ricorda il mio personaggio della saga La Guerra dei Pizzaioli).
Caseus è un progetto di showcooking ed eventi formativi che, va da sé, hanno bisogno di colpi di scena. Proprio come la burrata con le orecchiette.
Nata, come lui racconta, a Andria.
“Altri ci hanno provato già in passato ma magari si sono limitati a usare la pasta di mozzarella. La burrata è un’altra cosa”. Ha aspettato allora l’occasione giusta, e ha realizzato la sua burrata speciale nell’ambito del format “Rotolando verso Sud”, un viaggio tutto meridionale realizzato come una docu-serie da Stefano Maiolica, meglio conosciuto sui social con il nickname “Un terrone a Milano”, e da Pietro Totaro (alias “Il mago del cibo”).
Adesso avete capito perché parlo di omicidio premeditato.
Le orecchiette e i pomodori
C’è anche il lato buono della faccenda, perché le orecchiette che finiscono nella burrata sono realizzate dai detenuti nel pastificio “A mano libera” del progetto “Senza sbarre” di Andria.
E lo storytelling, necessario per condire ogni foto virale che si rispetti, continua con i pomodorini appena raccolti nell’orto della Masseria Santa Maria La Nova nell’Agro di Monterosso.
Una sola fava. Tanti piccioni. Chissà se annoverare tra questi ultimi anche la giornalista di Repubblica che, coscienziosamente, avverte: il risultato è stato eccezionale, per chi l’ha gustato ma anche per chi si è limitato solo a guardare la foto con le orecchiette che escono nel fiume di burrata e pomodoro.
Permettetemi, ma voglio dissentire. Anche se Vincenzo Troia ha già riempito la burrata di involtini di capocollo o prosciutto crudo e stracciatella. E, addirittura, ha cercato la fusion con la burrata cacio e pepe o la versione gourmet con le acciughe del Cantabrico.
Brr… gelidi brividi corrono lungo la schiena.
E lascio a voi la tastiera e l’onere di definire la burrata con orecchiette di Vincenzo Troia.