Nuovo Dpcm. Bar e ristoranti chiusi alle 18, domenica e festivi. La bozza
Le attività di ristorazione – bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pub, pasticcerie – sono quelle che riceveranno il maggior contraccolpo dal nuovo Dpcm.
La riunione a Palazzo Chigi del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, insieme ai capi delegazione della maggioranza e il successivo passaggio pomeridiano della bozza del Dpcm al CTS, ha individuato proprio nelle attività di ristorazione il maggior pericolo per i contagi.
Sul tavolo in queste ore è ancora accesa la discussione sulla chiusura anticipata di bar e ristoranti alle 18. Al massimo alle 20. Ormai non si parla più di un 22 o 23.
Il nuovo orario di apertura, quindi, sarebbe dalle 5 del mattino alle 18. E, logicamente, la chiusura dalle 18 alle 5 del mattino successivo.
Un orario che di fatto condannerebbe senza possibilità di salvezza quasi tutte tutte le attività di ristorazione con o senza servizio al tavolo.
A tavola in non più di 4
Cambia anche il numero massimo dei commensali allo stesso tavolo che da 6 scende a 4 a meno che non siano tutti conviventi.
L’applicazione della misura avverrebbe a partire da lunedì 26 ottobre. Mentre è ancora libera la casella che indica il giorno preciso di novembre di fine vigenza.
Addirittura sarebbe ipotizzata la chiusura completa tutto il giorno di tutte le attività di ristorazione la domenica e i giorni festivi.
L’ipotesi che circola con la bozza messa a punto dal ministero della salute salva praticamente il solo delivery. La consegna a domicilio sarebbe possibile a qualsiasi orario. L’asporto invece potrebbe essere consentito sino alle 24. Il che vorrebbe dire che non ci sarebbero limitazioni alla mobilità.
[Aggiornamento. La conferenza stampa di Giuseppe Conte è slittata a domenica. Le Regioni sono contrarie alla chiusura dei ristoranti alle 18. Chiedono che i ristoranti restino aperti fino alle 23, i bar alle 20, la domenica bar e ristoranti aperti e nel fine settimana chiusi i centri commerciali.]
La bozza del nuovo Dpcm relativa alla ristorazione
A decorrere dal 26 ottobre 2020, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi;
negli altri giorni le predette attività sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00;
il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi;
dopo le ore 18,00 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico ;
resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti;
resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze;
le attività di cui al primo periodo restano consentite a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi;
detti protocolli o linee guida sono adottati dalle Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10;
continuano a essere consentite le attivita’ delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente;