Chiarimenti Dpcm: i ristoranti degli alberghi sempre aperti in zona rossa
Il nuovo Dpcm a zone, quello cioè che ha diviso l’Italia in regioni con colore Giallo, Arancione e Rosso, necessitava di alcuni chiarimenti.
Tra le specifiche del “cosa si può fare e cosa non si può fare” ci sono anche quelle che riguardano la ristorazione.
Chiarimenti: cenare in albergo si può anche in zona rossa
La faq relativa alla staycation, cioè alla possibilità di far cenare gli ospiti dell’albergo che dispone di un ristorante, è questa.
La sospensione delle attività di ristorazione disposta nelle zone c.d. arancioni e rosse, si applica anche ai ristoranti negli alberghi con riferimento ai clienti ivi alloggiati? È possibile per i clienti degli alberghi consumare i pasti presso ristoranti esterni convenzionati?
I ristoranti degli alberghi sono aperti per i clienti che vi alloggiano, anche nelle zone arancioni e rosse.
Quindi è consentita (senza limiti di orario) la ristorazione solo all’interno dell’albergo o della struttura ricettiva in cui si è alloggiati.
Qualora manchi tali servizio all’interno del proprio albergo o della propria struttura ricettiva il cliente potrà avvalersi di una ristorazione mediante asporto o mediante consegna “a domicilio” (eventualmente organizzata dall’albergo), nei limiti di orario consentiti, con consumazione in albergo.
Una risposta che fa seguito anche alla domanda degli albergatori messa nero su bianco dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca che chiedeva una risposta veloce.
“Gli albergatori chiedono di sapere con urgenza se e come possono fornire i pasti quotidiani ai propri ospiti, dalla prima colazione al pranzo alla cena.”
Non era solo una questione di staycation per diletto, diventata un po’ la maniera per aggirare il coprifuoco alle 18 dei ristoranti (nelle zone gialle, nelle arancioni e rosse è tutto chiuso). Ci sarebbe stato il rischio di far rimanere a digiuno anche le persone in isolamento presso i cosiddetti Covid-hotel.
Chiarimenti: l’asporto in zona rossa
Con la sospensione delle attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) è possibile entrare o restare in luoghi adibiti a tali attività?
È consentito entrare solo per la ristorazione con asporto, laddove consentito fino alle ore 22, sempre con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze e comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale ed evitando assembramenti.
Chiusi bar e ristoranti sulle strade extraurbane nelle zone rosse
La possibilità di continuare ad erogare oltre le ore 18 i servizi di ristorazione previsti per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade vale anche per esercizi siti in altre strade extraurbane o secondarie a lunga percorrenza?
No, possono restare aperti oltre le ore 18 solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.
Chiarimenti: i mercatini di Natale non apriranno nemmeno nelle zone gialle
Nella nozione delle fiere, vietate dal Dpcm, rientrano anche manifestazioni locali con prevalente carattere commerciale?
Sì, tali manifestazioni, anche a carattere commerciale di natura fieristica, come nel caso dei cosiddetti mercatini di Natale, ma realizzate fuori dell’ordinaria attività commerciale in spazi dedicati ad attività stabile o periodica di mercato, sono da assimilare alle fiere e sono quindi vietate.
Non è possibile acquistare nei market in zona rossa beni diversi dagli alimenti
Nelle zone rosse le attività commerciali che vendono generi alimentari o beni di prima necessità (cioè quelli previsti dall’allegato 23 del Dpcm) e che quindi rimangono aperte, possono consentire ai clienti l’acquisto anche di beni non inclusi nel predetto allegato?
No. Pertanto, il responsabile di ogni attività commerciale, comunque denominata (ipermercato, supermercato, discount, minimercato, altri esercizi non specializzati di alimentari vari) può esercitare esclusivamente l’attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità ed è, quindi, tenuto a organizzare gli spazi in modo da precludere ai clienti l’accesso a scaffali o corsie in cui siano riposti beni diversi da quelli alimentari e di prima necessità. Nel caso in cui ciò non sia possibile, devono essere rimossi dagli scaffali i prodotti la cui vendita non è consentita. Tale regola vale per qualunque giorno di apertura, feriale, prefestivo o festivo.
Chiarimenti: la vendita con consegna a domicilio è possibile sempre
Nelle zone rosse i negozi e gli altri esercizi di commercio al dettaglio che vendono prodotti diversi da quelli alimentari o di prima necessità (cioè quelli previsti dall’allegato 23 del Dpcm e che quindi sono temporaneamente chiusi al pubblico), possono proseguire le vendite effettuando consegne a domicilio?
Sì, è consentita la consegna dei prodotti a domicilio, nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, ma con vendita a distanza senza riapertura del locale.
Chi organizza le attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente o una cd. piattaforma – deve evitare che al momento della consegna ci siano contatti personali a distanza inferiore a un metro.
[In copertina: Pacchetto: pernottamento, colazione e cena per due a tre portate con acqua e caffè, da 450 € all’Hotel Danieli di Venezia]