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9 Novembre 2020 Aggiornato il 2 Dicembre 2020 alle ore 12:49

Nuove zone arancioni e rosse: cosa cambia per ristoranti, bar e pizzerie

Nuove zone arancioni e rosse scatterebbero in Liguria, Abruzzo, Umbria e Campania. Bar, ristoranti e pizzerie non saranno più aperti a pranzo
Nuove zone arancioni e rosse: cosa cambia per ristoranti, bar e pizzerie

AbruzzoBasilicataLiguriaToscana Umbria sono le regioni passate da zone gialle a zone arancioni e rosse. Per bar, ristoranti, pizzerie, pub, pasticcerie che si trovano in queste regioni purtroppo cambia poco. Dovranno chiudere. Niente pranzi, insomma, e solo asporto e consegna a domicilio.

In entrambi i casi il peggioramento dei dati e l’ingresso nella zona arancione (ora, Puglia e Sicilia) o rossa (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Calabria) non fa differenza per il servizio al tavolo.

Il monitoraggio delle nuove zone arancioni e rosse è slittato

I risultati del monitoraggio settimanale sono slittati a oggi. I dati definitivi non sono ancora pronti. Sono state riscontrate anomalie che hanno spinto i Pubblici Ministeri di Genova e di Napoli ad indagare sulla loro veridicità.

Sabato avremmo dovuto conoscere gli andamenti ad appena 24 ore dall’avvio delle zone stabilite dal nuovo Dpcm a semaforo. Numeri, quelli dei 21 parametri che definiscono il grado di pericolosità del contagio in contenuto, intermedio e più grave. E che definiscono la cartina della pandemia in Italia.

Tutto rimandato anella riunione della Cabina di Regia che effettua il monitoraggio della pandemia nelle regioni italiane. Per 24 settimane gli assessorati alla Salute regionali avevano comunicato i dati dalla domenica al mercoledì. Questo per consentire la riunione del Comitato Tecnico Scientifico al massimo il venerdì.

Le zone come istituite sono frutto dei dati della settimana compresa tra il 19 e il 25 ottobre. Una mezza era geologica almeno ad ascoltare Walter Ricciardi. Il consulente scientifico del ministro della Salute, a Che Tempo che Fa, ha parlato di situazione grave e di ritardo nelle decisioni.

Parole che si sommano a quelle di Anna Maria Brambilla, primaria al Pronto Soccorso dell’ospedale Sacco di Milano, riassunte dal Corriere. “Il virus è il male. In troppi ancora non lo capiscono”.

In questo clima di incertezza, che ha prodotto una catena di “nuovi” Dpcm di cortissimo fiato, siamo downgradati alle ordinanze del ministero della Salute chiamato a certificare i dati espressi nei 21 parametri. E a cambiare i colori della cartina di questa nuova Italia.

Le nuove zone arancioni e rosse: cosa cambia

Nuove zone arancioni e rosse: Napoli Piazza del Plebiscito

Cinque le regioni che compiono il salto verso le nuove restrizioni, come detto: AbruzzoBasilicataLiguriaToscana Umbria. Restano in zona gialla Veneto ed Emilia contrariamente alle previsioni della mattina. Fa caso a parte la Campania. La regione guidata dal Presidente Vincenzo De Luca, indicata come possibile zona rossa resta ancora in zona gialla. Ma è previsto un approfondimento nella giornata di martedì che potrebbe lasciare lasciare l’attuale situazione.

Intanto il Trentino Alto Adige, dopo la fuga in avanti della Provincia di Bolzano, fa marcia indietro. Aveva allungato l’orario di apertura alle 22 contro le 18 del Dpcm, ma ora non aspetta l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. E si autodichiara zona rossa.

Dunque resta in piedi solo la ristorazione da asporto e con consegna a domicilio. L’asporto è consentito fino alle ore 22, mentre per la consegna a domicilio non c’è limite di orario. Sempre che non intervengano ulteriori ordinanze delle singole regioni a stringere ulteriormente le maglie.

Di ordine generale, però, sono le norme relative a asporto e consegna a domicilio nelle zone arancioni e rosse come sono state chiarite dal Governo.

Ricapitoliamo.

Cosa si può fare e cosa è vietato

Asporto. È consentito entrare solo per la ristorazione con asporto, laddove consentito fino alle ore 22, sempre con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze e comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale ed evitando assembramenti.

Consegna a domicilio. Sì, è consentita la consegna dei prodotti a domicilio, nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto, ma con vendita a distanza senza riapertura del locale.
Chi organizza le attività di consegna a domicilio – lo stesso esercente o una cd. piattaforma – deve evitare che al momento della consegna ci siano contatti personali a distanza inferiore a un metro.

Gli spostamenti devono essere limitati anche in termini di distanza dal proprio domicilio, abitazione o residenza. E attenzione a norme particolari che vietano spostamenti tra comuni e province all’interno della stessa regione.

Staycation. Resta sempre possibile cenare nei ristoranti degli alberghi a condizione che si sia ospiti della struttura ricettiva. Cioè si può mangiare con servizio al tavolo e anche oltre le ore 18 previste in zona gialla a condizione che si dorma nell’albergo.

[Articolo aggiornato alle ore 20.30 di lunedì 9 novembre 2020]

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