Al Metrò, recensione del delivery di successo del ristorante stella Michelin
Un aggettivo per il ristorante Al Metrò e per i fratelli Fossaceca: bravissimi. Li definisco così, d’emblée.
Ve li raccontiamo partendo dal packaging. Perfetto. Attenzione all’ambiente con l’utilizzo di materiali e contenitori ad impatto zero. Tema tra l’altro sempre più attuale, tant’è che la Michelin da quest’anno assegna anche le stelle verdi, con l’occhio vigile al tema della sostenibilità.
Una eccellente cucina di mare, guidata con la sapienza di un abile chef, Nicola Fossaceca. Coadiuvato oggi, nelle consegne (anch’esse sostenibili), dal fratello Antonio che, nella vita più tangibile, è il distinto uomo di sala e sommelier di questo regno. Al Metrò, una stella Michelin, la trovate a poche centinaia di metri dal mare, a San Salvo Marina. Siamo in Abruzzo, in provincia di Chieti.
Mare ma anche terra. Nel senso più emozionale del termine.
Perché l’Abruzzo poi si accende, arde ovunque sulla costa, quando si parla di brodetto. Una preparazione che merita un capitolo a sé e di cui vi parleremo prossimamente.
Qui lo potrete scegliere in uno dei tre delivery da preparare poi a casa.
I prezzi del pranzo a domicilio di Al Metrò
Potrete dunque scegliere tra il menu Adriatico o il menu brodetto, proposti a 50 €. E poi c’è il menu sushi, a 40 €. Noi abbiamo scelto quello Adriatico e quello sushi.
Disponibile su richiesta, la carta dei vini e, in aggiunta e come fuori menù, una selezione di crudi.
I menù Adriatico e brodetto variano settimanalmente.
Il menu Adriatico comprende, oltre al pane, un appetizer, un antipasto, un primo, un secondo ed il dessert. Per non farci mancare nulla abbiamo chiesto in aggiunta un altro antipasto.
Vi sveliamo anche quello brodetto. Appetizer, antipasto, brodetto alla moda di San Salvo (Nicola vi stupirà) dove, dopo aver mangiato i pesci, cuocerete nel brodetto stesso anche dei cavatelli freschi (inclusi). Pena, l’espulsione diretta da ogni altra competizione che ruota attorno ad una cucina di mare. Infine il dessert.
La cucina a domicilio da stella Michelin
Iniziamo con il pane. Nicola ci tiene tanto. E si vede. Propone tre lievitati. Una pagnottina fatta con farina di solina e lievito madre. Un pane focaccia condito con origano e dei grissini aromatizzati. Nel mentre organizzi la cucina, è facile spazzolare quasi tutto in un baleno. Resistiamo. A metà.
Scaldiamo gli appetizer in forno per quattro minuti. Sono degli arancini di riso con ventricina del Vastese. Ah, la ventricina (questa non è piccante). Un salume fantastico. Nel piatto anche un po’ di passata di pomodoro che accompagna il morso, per una partenza delicata.
Gli antipasti di Al Metrò sono facilissimi da preparare
Una julienne di seppia con pesto dell’Adriatico e croccante al basilico. Simbiosi perfetta tra la naturale scioglievolezza della seppia e la croccantezza del pane aromatizzato. Lui ed il pesto a bilanciare un po’ tutto il piatto. Il palato apparentemente già pago, in un mare che non ti aspetti.
Altro giro, altro antipasto (freddo). Facile. E’ un ottimo polpo al vapore, la sua emulsione e broccolo romano. Piatto tendenzialmente poco grasso. La sua emulsione mi ha fatto pensare alla maionese, specie come consistenza.
Apriamo una parentesi. La maionese è un’emulsione stabile di proteine e grassi, quindi si può realizzare, in sostituzione delle classiche uova, con qualsiasi liquido che abbia un contenuto importante di proteine, come appunto quello rilasciato dal polpo durante la sua cottura. Semplice ma gustosissima.
Tant’è che è finito tutto il pan focaccia. Il broccolo romano, già condito, quale delicato deputato a ripulire il palato. Coesione perfetta. Esteticamente forse avrei dovuto impiattare meglio l’emulsione. Ma a casa è un po’ il risultato quello che conta.
I piatti
Passiamo al primo, dove il menù prevede dei Ravioli di ricotta di pecora in brodetto di crostacei. Elementare da preparare anche questo. Il brodo solo da scaldare. I ravioli da cuocere quattro minuti. Il finocchietto selvatico per rifinire il piatto.
Volete la mia?
Li mangerei anche a colazione. E non scherzo. Ripenso alla sfoglia, al ripieno. Una ricotta di pecora ricercata, sublime. Il brodo caldo, delicato, avvolgente. Un via vai di sapori bilanciati, un equilibrio amorevole. Penso che qui la transumanza abbia incontrato il mare. Che buono. 110 cum laude per lo chef. Facile anche da impiattare. Ma immaginate comunque il lavoro che c’è dietro? Tenetelo a mente.
Dopo una pausa meritoria, scaldiamo in forno la pescatrice millefoglie di patate.
Direttamente con tutto il contenitore eco. Appena sei minuti. Nel piatto un fondo bruno. La portata arricchita con una emulsione al prezzemolo. La pescatrice è un classico delle tavole marinare. Poco grassa, gustosa, un ottimo secondo con la sua carne soda e delicata. Buona. Avrei dovuto scaldarla un po’ di più. Piccolo errore mio.
Il vino
Si qui abbiamo accompagnato il pranzo con uno champagne Jacques Rosseaux Tradition Grand Cru. Uvaggio 80% pinot noir, 20% chardonnay. Una bollicina al palato finissima, quasi speziata e di buona persistenza. Il pinot noir ha retto con vigore i piatti ed i loro condimenti. L’ho trovato pressoché incantevole con il primo.
Bene.
Ora, non paghi, decidiamo di metter mano anche al sushi. D’altronde le portate erano anche leggere.
Il menu sushi a domicilio di Al Metrò
Quattro i rolls. Ricciola, senape selvatica e wasabi. Mazzancolle scarola e limone. Ventresca di Tonno, spinaci e colatura di alici. Nasello, bietola e peperone rosso. Cinque pezzi di ognuno. Oltre a due sashimi, uno di tonno e l’altro di spigola di mare.
Da mangiare in un solo boccone. Freschi, sapori ben distinti. Degni del miglior sushiman che possa immaginarsi. D’Altronde l’Adriatico è lì dietro. Io lo ribattezzerei proprio come un sushi dell’Adriatico. Frutto di una mano poliedrica e talentuosa.
Il dolce
Il dessert, è la classica ciliegina sulla torta di un menù buonissimo. Delicato, elegante, da mangiare direttamente nel suo contenitore: una mousse al cioccolato bianco e ganache al fondente con gel al mandarino. Dolcezza ben equilibrata, con il gel al mandarino quale portabandiera di una discreta acidità. E se vogliamo anche di una fine freschezza. Una chiusura appagante.
Perché scegliere il delivery di Al Metrò
Un delivery che rispecchia a pieno la cucina dello chef. Innamorato della sua terra, del suo mare che cerca di valorizzare sempre e comunque. L’immaginazione verso la natura gli da profonda ispirazione. I suoi menu (mi raccomando non fatevi sfuggire il brodetto) pensati per il delivery, sono i più classici degli esempi. Concretezza, qualità e gran gusto, legati indissolubilmente.
O, in tre parole, un delivery buono, bello e sostenibile.
Una vivace emozione stellata, da rivivere in casa.
#keepcooking con al Metrò@casatua
Ristorante Al Metrò. Via Magellano, 35. San Salvo. Tel. +390873803428