Beffa di Natale. Ristoranti chiusi per consentire gli spostamenti tra Comuni
Per i ristoranti si preannuncia un regalo di Natale che assomiglia molto alla beffa del film di Pupi Avati.
Vediamo perché.
Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte tornano gialle e quindi i ristoranti da oggi potranno riaprire con il solito orario, cioè a pranzo e comunque fino alle 18. Un viatico per una boccata di ossigeno durante le feste di Natale che rischia però un nuovo stop.
Le immagini del sabato di compere natalizie in tutte le grandi città, da Milano a Roma e Napoli, hanno riproposto il tema assembramento. E quindi di conseguenza prevedibili aumenti dei contagi nei prossimi 10 – 15 giorni al massimo. Con la curva dell’Rt che ritornerebbe sull’otto volante.
E poi c’è la lotta dei confini e degli spostamenti con la maggioranza degli esponenti politici di tutto l’arco costituzionale che chiede misure meno restrittive. Per consentire i non raccomandati ricongiungimenti di familiari non conviventi per cenone e pranzo di Natale. L’obbligo di restare nel proprio comune di residenza o di abituale domicilio a Natale e Santo Stefano dovrebbe saltare. Ma ci vuole l’accordo e il voto in Parlamento con un percorso ben più complesso di un solito Dpcm. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte vuole che il Parlamento si assuma la responsabilità di una deroga che trova contrari il ministro della Salute Roberto Speranza e il Comitato Tecnico Scientifico.
Il buon senso natalizio spinge a un alleggerimento delle misure restrittive per evitare che nonni, genitori e figli residenti in comuni limitrofi non possano incontrarsi.
Il buon senso anti Covid-19 naturalmente spinge in senso opposto.
Gli spostamenti tra i Comuni
Camera e Senato potrebbero essere chiamati a votare un provvedimento che per diventare efficace dovrebbe entrare in Gazzetta Ufficiale almeno un giorno prima della Vigilia.
Tre le ipotesi in campo:
- spostamento tra Comuni confinanti
- spostamento verso i Comuni «piccoli» con 15.000 abitanti
- spostamento in ambito provinciale
La terza ipotesi è quella di più difficile attuazione.
Un percorso a ostacoli tra le due Camere in cui però sperano i ristoranti ubicati al di fuori delle grandi città che non avrebbero il bacino di clienti sufficienti per ipotizzare un’apertura durante le feste.
La beffa di Natale per i ristoranti
Ma i ristoranti potrebbero pagare dazio proprio a causa di un allentamento per favorire gli spostamenti tra Comuni.
Per bilanciare i flussi di persone in movimento, annunciati già dal sold out di treni e aerei per il 19 e il 20 dicembre, cioè i giorni precedenti l’inizio del divieto di spostamento, l’idea è quella di chiudere i ristoranti a Natale.
Lo scrive il Corriere della Sera riportando la bozza di un “provvedimento compensativo”. Chiusura di bar, ristoranti e pizzerie proprio nei giorni in cui si potrà uscire dal Comune di residenza o domicilio. Quindi ristoranti chiusi anche in zona gialla a pranzo nei giorni in cui sarebbe eliminato il divieto di spostamento fissato per il 21 dicembre.
Una beffa che nella migliore delle ipotesi potrebbe essere attuata solo nei giorni comandati di festa e dunque 24 – 25 – 26 dicembre e 31 dicembre e 1 gennaio.