Il rompicapo zone in Italia è follia. Ristoranti chiusi e zona bianca già morta
Per un momento abbiamo creduto a un ritorno alla normalità con la possibile istituzione della zona bianca in alcune regioni italiane. E la conseguente riapertura dei ristoranti anche la sera almeno fino alle 22.
Durata pochissimo. L’idea del Ministro della Cultura Dario Franceschini si è liquefatta con lo stop del Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. Troppo presto per parlarne.
La zona bianca diventa una speranza, un “verso” a partire dal 15 gennaio sempre che i dati del monitoraggio settimanale di venerdì alimentino la tendenza.
Al momento possiamo registrare solo uno stato di confusione dovuta al sovrapporsi delle indicazioni del Dpcm del 3 dicembre con il gioco dell’oca del Decreto Natale e Capodanno. Che fa restare tutta Italia in zona rossa in questo giorno della Befana.
Di date limite ne abbiamo abbastanza per confonderci ulteriormente le idee.
Il calendario delle zone
Domani, giovedì 7 e venerdì 8 gennaio, l’Italia diventa tutta zona gialla. Per cui ristoranti, bar e pizzerie dovrebbero poter aprire fino alle 18. Il condizionale è legato alle decisioni delle singole Regioni. I Presidenti delle Regioni potrebbero emettere ordinanze maggiormente restrittive. E quindi potrebbero dichiarare una zona gialla “rafforzata”. Che in effetti già è prevista a livello nazionale perché sono vietati gli spostamenti tra Regioni.
Nella migliore delle ipotesi, dunque, bar, ristoranti e pizzerie potrebbero riaprire per due giorni perché sabato 9 e domenica 10 gennaio l’Italia ritorna in zona arancione. Ciò significa chiusura per tutti anche a pranzo. Salvi sempre asporto – fino alle 22 – e consegna a domicilio.
Da lunedì 11 gennaio e fino a venerdì 15 gennaio ogni Regione entrerà di nuovo nel sistema a zone differenziato. Calcolo e assegnazione alla zona gialla, arancione, rossa avverrà sulla base dei dati di venerdì 8 gennaio.
Con un’importante novità. Un irrigidimento del sistema di calcolo che rende più difficile la permanenza in zona gialla che permette di aprire bar, ristoranti e pizzerie fino alle 18.
I nuovi valori Rt delle zone: gialla, arancione e rossa
Con l’Rt sotto l’1 le regioni dovrebbero rimanere in fascia gialla.
Se l’Rt è pari a 1 si va in fascia arancione.
Con l’Rt pari a 1,25 si va in fascia rossa.
Significa che non è sicuro che una regione in fascia gialla al momento dell’entrata in vigore del Decreto Natale e Capodanno ci ritorni.
Quindi per essere sicuri in che fascia andrà la propria Regione occorre attendere i dati di venerdì 8 gennaio, l’ordinanza del Ministro della Salute e le eventuali ordinanze regionali maggiormente restrittive.
Per ristoranti, bar e pizzerie lo spettro è quello di un ritorno in zona arancione che impedisce il servizio a pranzo come in zona rossa.
Dall’11 gennaio ci muoveremo in una sorta di zona grigia in attesa della data limite del 15 gennaio quando scadrà il Dpcm emanato a dicembre prima del Decreto Natale e Capodanno.
L’unica certezza che va oltre le singole zone è che non saranno consentiti spostamenti tra regioni a prescindere dal colore.
La limitazione alla mobilità non dovrebbe danneggiare ristoranti, bar e pizzerie dei centri urbani di grandi e medie dimensioni. Mentre sarà un problema per le attività in campagna e nei piccoli centri che potrebbero dover fare a meno anche dell’afflusso dei residenti regionali se ci sarà un inasprimento alla mobilità intercomunale. Un sistema preso a prestito dal Decreto Natale e Capodanno i cui effetti si fanno sentire proprio sul weekend prossimo tutto in zona arancione. E appunto con la chiusura tra Regioni.
Che fine ha fatto la zona bianca
La tanto agognata zona bianca resta molto sullo sfondo, quasi una luce al termine di una galleria di cui si vede molto lontana la fine.
I nuovi lockdown duri imposti in altri Paesi Europei – Gran Bretagna, Germania, Austria – non autorizzano a credere che nei nostri confini i provvedimenti siano all’insegna del liberi tutti. Anzi. La preoccupazione è ritornare a un anno fa e al lockdown del 10 marzo 2020. Le due variabili, imponderabili allo stato attuale, sono la progressione della campagna vaccinale e le varianti più aggressive del coronavirus.