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6 Marzo 2021 Aggiornato il 6 Marzo 2021 alle ore 11:45

Voglia di Roma: migliori amatriciana, carbonara, cacio e pepe, pizza, supplì

Se avete voglia di mangiare a Roma eccovi la guida per scegliere carbonara, amatriciana, cacio e pepe, abbacchio, supplì, pizza, maritozzo
Voglia di Roma: migliori amatriciana, carbonara, cacio e pepe, pizza, supplì

La voglia di turismo gastronomico a Roma è stata azzerata dalla pandemia e dalle zone nonché dai divieti di spostamenti tra Regioni.

Ma siamo fiduciosi che dopo Pasqua si possa rimettere piede fuori dal circondario. E soprattutto bocca. Io mi sono preparata con i miei appunti di viaggi gastronomici puntando il navigatore proprio su Roma. Mi sto preparando per il momento in cui muoversi sarà possibile.

E per soddisfare 5 voglie che ho accumulato in questi mesi di confino.

Pronti ad esaudirle con me?

1. Voglia di gastronomia a Roma. Roscioli

voglia di gastronomia a Roma Roscioli

Dici gastronomia, dici Roscioli Salumeria con cucina. A Roma è un binomio indissolubile, come cacio e pepe. O gatto e Colosseo. O porchetta e Ariccia. In particolare, quella di Roscioli è un’ex pizzicheria convertita  in una salumeria raffinata, una sorta di bottega 2.0, tempio di vini e prodotti di prima qualità, come conserve, olii, salse, paste e, ovviamente, salumi e formaggi che si possono sia degustare in loco che acquistare.

Da quello che avevamo sentito dire, pareva fare la migliore carbonara di Roma. Quindi, considerato che non tornavo nella capitale da tanti anni, era d’obbligo assaggiarla. Innanzitutto parto dicendo che, ahimé, il locale è terribilmente turistico. Ma, d’altra parte, siamo in pieno centro, a pochi passi da Campo de’ Fiori, quindi è abbastanza inevitabile.

Raffinato,  spazi stretti, un banco salumeria da far uscire gli occhi fuori dalle orbite e un bel bancone in legno perfettamente apparecchiato ad attenderci. Solitamente, preferiamo sempre mangiare al bancone. Rende le cose più informali e amichevoli e si può scambiare una parola o due con chi sta dall’altra parte.

Dal ricco menu, come antipasti scegliamo un duo di maritozzi salati e la lingua di manzo su crostini. Come primi, carbonara e amatriciana. E via con la fiera dei cliché. Che vi devo dire? Si va a Roma non solo per i tesori archeologici e per i gladiatori che urlano di amarti agitando la daga.

Il maritozzo salato

voglia di gastronomia a Roma Roscioli maritozzo

Come amuse bouche ci vengono offerte delle minuscole ricottine di formaggio e subito dopo arrivano gli antipasti. I maritozzi sono strepitosi: porchetta, robiola e alici. Una bomba: dolce, salato e croccante con la mielosità dell’impasto classico dei maritozzi, quello che vengono conditi con la panna, per intenderci. I crostini con la lingua, invece, sono così così: la lingua è un po’ insipida e la zucca non si sente. In compenso, chi ama i grani di mostarda impazzirà di piacere.

E finalmente veniamo ai tanto attesi primi piatti. Carbonara e amatriciana.

Carbonara e amatriciana

carbonara Roscioli salumeria con cucina

A guardarli i piatti sono perfetti. Al gusto ancora di più. Si percepisce immediatamente l’estrema qualità degli ingredienti scelti. Ma, c’è un ma. E questo ma è dovuto alla cottura della pasta. Ora, il punto di cottura perfetto è una sorta di Santo Graal, un po’ come la giusta quantità di sale nelle pietanze o dello zucchero nei dolci. È una questione di gusti.

Roscioli salumeria con cucina Roma voglia amatriciana

Sulla cottura della pasta di Roscioli io e Franz siamo stati, stranamente, in disaccordo: per lui era perfetta, per me ai limiti della cottura al dente. Molto dipende dall’abitudine: se mangiate la pasta molto (davvero molto) al dente, allora Roscioli sarà perfetto per voi.

Se la mangiate normalmente al dente, quindi leggermene bianca all’interno, oppure addirittura un po’ più avanti di cottura, la pasta di Roscioli vi risulterà cruda. E da quello che ho potuto leggere in giro, è una delle maggiori critiche che viene mossa al ristorante. La mia valutazione vale sia per la carbonara, che è arrivata con i tonnarelli, sia con l’amatriciana, con le mezze maniche (peccato perché desideravo i bucatini). Sulla qualità degli ingredienti, però, non si discute. Il guanciale era da urlo.

Il conto anche. 80 € in due, per due antipasti e due primi, una birra, un’acqua e un caffé. Ok, Campo de’ Fiori e la capitale, ma forse i prezzi sono un po’ troppo spinti. Anche per i turisti.

Il servizio ci è piaciuto, attento e discreto. Il bancone, se volete stare comodi e più in intimità, non è il posto per voi.

Roscioli Salumeria con cucina. Via dei Giubbonari, 21. Roma. Tel. +39066875287

2. Voglia di pizza a Roma. Seu Pizza Illuminati

pizzeria Seu Roma voglia pizza

Anche in questo caso faccio una premessa. Io sono pugliese e Franz è napoletano. Quindi, modestamente, di pizza, pizzette, focacce, lievitati e compagnia bella ce ne intendiamo parecchio. Sapevamo già che Roma ha una sua radicata e bellissima cultura culinaria in fatto di pizza (vedi pizza rossa e pizza scrocchiarella) ma dopo aver assaggiato, con enorme soddisfazione, sia quella del forno Roscioli che quella del Forno del Ghetto, avevamo voglia di sperimentare un’altra tipologia d’interpretazione della pizza napoletana: la pizza gourmet di Pier Daniele Seu.

Il posto non è propriamente sulle rotte turistiche. Bisogna scendere per un chilometro a piedi lungo Viale di Trastevere, più o meno fino a piazza Ippolito Nievo, per poi infilarsi in una zona residenziale un po’ strana per essere sede di un famoso ristorante. Strana che non è sinonimo di pericolosa ma solamente non in mezzo al caos a cui siamo abituati quando pensiamo a Roma. Infatti, di turisti nemmeno l’ombra.

Voglio subito sottolineare un aspetto che spessissimo viene sottovalutato o mal giudicato: il sorriso di chi ti serve. Non parlo per dare fiato alle trombe, anche io sono stata per qualche periodo dall’altra parte e posso affermare con tutta la serenità che non è affatto semplice accogliere calorosamente ogni singolo cliente. È proprio per questo motivo che i ragazzi di Seu mi sono piaciuti tantissimo: gioviali, giovani, professionali pur non superando mai la linea dell’invadenza. Solari il giusto. Ti mettono davvero a tuo agio. Io e Franz addirittura, abbiamo chiacchierato con uno dei ragazzi sulla passione condivisa per la fotografia. Un 10 e lode per le strategie di accoglienza e servizio. Perché non c’è dubbio che dietro ci sia dello studio.

Le pizze

pizza assoluto di zucca

In secondo luogo, vi consiglio di dare un’occhiata al loro profilo Instagram: vi farete una grande idea di quale morte morire. Anche perché (peccato) il sito non fornisce alcun menu. Noi, come alternativa, abbiamo sbavato per mesi sulla loro pagina, immaginando la goduria.

All’arrivo del menu, la scelta è stata rapida: Assoluto di zucca e Supermarinara. La prima per il mio amore imperituro per la zucca, la seconda per un confronto con altre pizze gourmet già testate in Campania. E perché per me la marinara è sempre stata la prova del nove.

Il servizio è velocissimo. Al condimento della pizza in uscita ci sono ben tre persone. Una cura maniacale. Cosa che fa sempre piacere. In dieci minuti entrambe le pizze sono a tavola. E dire che sono bellissime è un eufemismo. Sono due opere d’arte. E il profumo di origano che sale dalla marinara? Sembra il giardino di campagna di famiglia, giù in Puglia. Quella con la zucca è un quadro astratto, tutto arancio e verde.

Gli assaggi

pizza supermarinara

All’assaggio, la Supermarinara fa venire da piangere. Sembra di mangiare quella pizza che ti andava a prendere la nonna al forno sotto casa, quando non mangiavi nulla e l’unica cosa che riuscivi a mettere sotto i denti era pane e pomodoro. È un ricordo più che una pizza. Perfettamente bilanciata, con quelle goccioline di crema d’aglio nero e bianco e il pomodoro…la perfezione. Senza menzionare l’impasto che praticamente scompare in bocca.

L’Assoluto di Zucca è ottima anch’essa ma non ha l’effetto lacrimuccia nostalgica. Inaspettatamente non dolce, sorprendente con la crema di germogli. E le chips di zucca, la ciliegina sulla torta.

Ora, io e Franz abbiamo avuto modo di assaggiare le migliori pizzerie napoletane e non. E posso dire, senza paura di sbagliare, che la Supermarinana di Pier Daniele Seu s’infila indubbiamente tra le migliori in assoluto. Non si può spiegare cosa scatena. Bisogna provarla. Una cosa così semplice eppure perfetta nella sua esiguità, nella sua scarna rappresentazine dell’italianità del sud. È il riassunto della perfezione della tradizione in chiave moderna, una chiave che non snatura le origini ma che le esalta fino alla commozione del ricordo.

Ci sarebbero da menzionare anche le pizze dolci, una delle cose più goduriose mai viste, che però purtroppo non abbiamo assaggiato (profilo Instagram, subito). Ma pizza+winner taco è un abbinamento che nessuno rifiuterebbe. Nemmeno il dentista.

Il conto è proporzionato alla qualità: per due pizze, due coca cola, un acqua e un amaro, 37,50 €.

Seu Pizza Illuminati. Via Angelo Bargoni, 10-18. Roma. Tel. +39065883384

3. Voglia di pizza romana. Antico Forno Roscioli e Antico Forno del Ghetto

voglia di pizza a roma

Come anticipato, a Roma io e Franz abbiamo avuto modo di provare anche la tipica pizza romana, nella sua versione con il pomodoro, la classica pizza rossa.

Questo tipo di pizza ha delle peculiarità specifiche che la contraddistinguono dalla focaccia, dalla pizza napoletana o dalle comuni pizzette che si vendono un po’ ovunque: la base deve essere sottilissima e croccantissima, condita solamente con pomodoro passato, quindi a mo’ di sugo, olio e sale.

Una delle cose più semplici del mondo ma proprio per questo carica di aspettative.

Voglia di pizza da Roscioli

voglia di pizza a Roma Roscioli

Noi abbiamo avuto la fortuna di alloggiare praticamente dietro l’angolo del Forno Roscioli, quindi la nostra colazione è stata a base di espresso e della loro pizza rossa. L’abbiamo presa per ben due volte di fila e devo ammettere che c’è qualcosa di mistico nel mangiare la pizza a prima mattina. Sarà che gli stranieri hanno ragione quando dicono che la colazione salata sia migliore di quella dolce? Fatto sta che con acqua, farina e pomodoro non ci si può mai sbagliare.

La pizza rossa di Roscioli è buonissima, super sottile, croccante e con quel sugo di pomodoro sapido e dolce al punto giusto. Se poi il ragazzo che te la serve ti chiama anche miss, hai fatto bingo. Buonissima ma cara: due pezzi quasi cinque euro.

Voglia di pizza da Urbani

voglia di pizza a Roma antico forno del ghetto

Se volete risparmiare e mangiare una pizza rossa altrettanto buona, dirigetevi verso il ghetto ebraico. Lì troverete l’Antico Forno del Ghetto, forno Urbani per quelli del posto, un locale ancora in stile antico, un po’ forno, un po’ gastronomia, un po’ latteria. Fascinoso. Autentico. Ci è capitato di incontrare tantissima gente del posto che ci passava a prendere del pane o i panini per la scuola. Ottimo segno.

La sua pizza rossa è molto simile a quella di Roscioli tranne che per due particolari: il sugo di pomodoro è più scarso, la base è solamente sporcata, e il prezzo è decisamente inferiore. Per gli stessi due pezzi, allo stesso peso, abbiamo speso la metà.

Inoltre, abbiamo avuto il bonus di visitare il sempre affascinante quartiere ebraico.

Antico Forno Roscioli. Via dei Chiavari, 34. Roma. Tel. +39066865621

Antico Forno del Ghetto. Piazza Costaguti, 30-31. Roma. Tel. +390668803012

4. Voglia di trattoria a Roma. Da Enzo al 29

fiori di zucca

Siamo nel cuore di Trastevere. O nel cuore di Roma, direbbe qualcuno. Non a torto. Se si viene a Roma, anche solo per un giorno, non si può prescindere da questo quartiere. È d’obbligo, è la storia, la veracità, come inoltrarsi nel Quartieri Spagnoli di Napoli. È quella la vera anima di un posto. Il discorso vale ancora di più se non è la prima visita che fate alla capitale. E Trastevere non è bello solo di sera ma anche durante il giorno. Per gli street photographers, un paradiso.

Purtroppo, è anche un luogo pazzescamente turistico quindi non vi venga in mente di venire a mangiare qui e trovare solo gente del posto. È praticamente impossibile. Non che gli stranieri mi dispiacciano o che i posti frequentati da turisti non siano degni di nota. Ma preparatevi a lunghe file e a lunghe attese.

Parola d’ordine: prenotare

Il mio fedele e furbo Franz, proprio per evitare fastidi, aveva già prenotato da Enzo al 29, una trattoria minuscola e super trafficata. Nei tempi belli, prenotato alle 19:30. Perché oltre non era possibile bloccare alcun tavolo. E, testualmente, come ha elegantemente fatto presente il titolare a Franz, dopo le 19:30 senza prenotazione t’arangi.

Visto che noi non avevamo alcuna voglia d’arangiarce per il poco tempo a disposizione,ci siamo presentati all’ora che avevano detto. E fuori dalla porta c’era già la fila. Giusto pe’ dì.

Quelli che dicono che gli spazi sono piccoli hanno ragione. Noi ci siamo ritrovati in un tavolo attaccato al muro, bloccati sia avanti che di fianco da altri tavoli. Addirittura, avevamo due vicini che praticamente hanno cenato con noi, tanto eravamo gomito a gomito (pre covid, chiaro). Inoltre, la porta d’entrata è rimasta perennemente aperta per tutto il tempo, per permettere al personale di servire anche la gente fuori. Ora, noi siamo stati fortunati perché faceva caldo e non eravano in mezzo al locale ma immagino che, quando il tempo è freddo e il tavolo che ti capita è giusto davanti la porta, non debba essere molto piacevole.

Per fortuna, non siamo tipi schizzinosi, anzi ci siamo anche messi a fare due chiacchiere con i nostri amici vicini di tavolo a cui abbiamo chiesto pareri su piatti che non avevamo ordinato. Ho così scoperto, vista l’esperienza da Roscioli, che carbonara e amatriciana, assaggiata da loro, avevano una giusta cottura al dente.

Il carciofo alla romana e la cacio e pepe

carciofo alla romana voglia di Roma Enzo al 29

Il servizio parte veloce, con acqua, pane e degli assaggini di pizza fatta da loro, veramente deliziosa oltre che gradita. Come antipasti prendiamo un classico carciofo alla romana e dei fiori di zucca in pastella. Poi una cacio e pepe e un abbacchio con patate. Il non plus ultra della trattoria romanesca.

A detta di Franz, che è un amante dei carciofi, quello alla romana, carico di menta e super tenero, era molto buono. Il mio fiore di zucca invece bocciatissimo, molle e acquoso. Quindi scegliete qualcos’altro.

voglia di cacio e pepe Enzo al 29 Roma

La cacio e pepe, invece, ha riscattato tutto. Giusta di sale, al dente, non troppo carica di pepe, cremosissima e generosamente abbondante. Bellissima.

Voglia di abbacchio a Roma

abbacchio

L’abbacchio anch’esso ottimo, cotto giusto, saporito, morbidissimo, come deve essere fatto in una trattoria. Senza fronzoli. Solo carne, sale e limone.

Dopo l’agnello, i nostri stomaci hanno dichiarato ufficialmente sciopero. Così, abbiamo chiesto il conto: per due antipasti, un primo, un secondo, un contorno, una birra, un’acqua e un amaro, abbiamo speso 67 €.

Trattoria da Enzo al 29. Via dei Vascellari, 29. Roma. Tel. +39065812260

5. Voglia di supplì a Roma. Supplizio

supplì voglia di Roma

Roma sta ai supplì, come Napoli sta alle frittatine di pasta, come Bari sta alla focaccia coi pomodorini. Diversi modi di intendere lo street food, quello autentico, senza tanti ghirigori inutili. Cibo per chi ha fame e si deve spicciare.

Ecco il supplì è anche questo. Un mini pasto completo racchiuso in una pallina fritta.

Ne avevamo cercati diversi ed erano saltati fuori i nomi di Alari, di Supplì Roma, di Metrò Pizza, de I supplì a Trastevere e così via ma quello in cui siamo capitati non l’avevamo segnato in alcuna lista. Si tratta di Supplizio, un salottino (nel vero senso della parola) situato in centro, racchiuso tra il Lungotevere dei Sangallo e Corso Vittorio Emanuele II, nel bellissimo rione Regola.

Il posto è frequentato sostanzialmente da gente del posto, vecchine a passeggio, giovani in giacca e cravatta in pausa pranzo, qualche turista un po’ più smaliziato che annusa aria di autenticità e gruppetti di ragazzi usciti da scuola. Si capisce subito che l’idea del salotto non è solo ricercata nell’arredamento, con divani e poltroncine di stoffa vagamente hipster, ma anche e soprattutto nella filosofia del locale.

Piccolo ma simpatico, con un servizio molto alla mano, come se a servirti fosse tuo zio o tuo cugino.

Voglia di supplì classico e supplì cacio e pepe a Roma

supplizio voglia di supplì classico a Roma

Qui, come si può dedurre dal nome, si fanno prevalentemente supplì. Troverete il menu scritto su un bellissimo specchio a tutta parete e su una lavagnetta proprio sopra alla cassa.

crocché Supplizio

Noi abbiamo scelto un supplì classico, un supplì carbonara e un supplì cacio e pepe, e a seguire una crocchetta affumicata e una polpetta di melanzane (che, in realtà, arriva in coppia con una salsina a parte).

supplì cacio e pepe Supplizio Roma

La panatura è perfetta, spessa e croccantissima. Il supplì classico ottimo, buonissimo con la nota del finocchietto all’interno e il formaggio filante come Dio comanda. I supplì cacio e pepe e carbonara un po’ deludenti: il risotto era troppo secco e attaccato e risultavano entrambi molto asciutti. La crocchetta merita un 10 e lode: cremosa, filante, goduriosa. Le polpettine di melanzane molto buone con una crema di pomodoro, ricotta e basilico in cui intingerle, una sorta di pesto alla siciliana.

Il conto ottimo: per tutti i fritti più una coca cola abbiamo speso 19 €. Il prezzo giusto per un pranzo veloce e informale. E, volendo, si possono scegliere anche dei dolci a dei prezzi veramente convenienti (come la crema fritta alla modica cifra di 2 €).

Un’ultima nota di merito: il locale adotta la filosofia del riciclabile e compostabile. Piatti, posate, bicchieri e tovaglioli tutti a regola d’arte. Promosso!

Supplizio. Via dei Banchi Vecchi, 143. Roma. Tel. +390689871920

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