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10 Marzo 2021 Aggiornato il 12 Dicembre 2021 alle ore 19:32

Il ristorante Ratanà vittima delle false recensioni, ma è un attacco hacker

Al ristorante Ratanà arriva una recensione negativa che vuole promuovere il delivery di Foodbeats.it che replica: è hackeraggio
Il ristorante Ratanà vittima delle false recensioni, ma è un attacco hacker

Il ristorante Ratanà, in via de Castilla a Milano, ha pubblicato sui suoi social l’immagine di una recensione negativa. Anzi, molto negativa. Bravi e coraggiosi?

No, non esattamente. La “recensione” infatti suona palesemente falsa: si parla di vomito, di guardia medica, che potrebbe anche capitare. Ma quello che viene scritto nella frase immediatamente successiva induce a qualche sospetto: “ho preferito molto di più ordinare su foodbeats.it”. Disattenzione del ristorante nel non cogliere la differenza.

Ma cominciamo dal post del Ratanà su Instagram, postato anche su Facebook.

“Non amiamo postare le recensioni. Né belle né brutte. Facciamo un’eccezione per questa ricevuta ieri su Google.
Solo per informare tutti i nostri colleghi che esiste un nuovo metodo di promozione della propria attività, in un momento difficile come questo: la calunnia, la diffamazione, “mors tua vita mea”.
Vedere che dallo stesso profilo solo ieri siano state fatte più di 10 recensioni uguali, che tenerezza!
Originali e sentite, ovvio.
Da un giovane manager bocconiano @matteorombolotti e da un’ex soubrette ora cuoca @claudiagalantireal, ci aspettavamo di più!
Ore di vita e di lezioni di comunicazione per arrivare a questi risultati, ci fanno sorridere.
Forza ragazzi @foodbeats.it, torniamo a scuola. Prima lezione da imparare correttezza e sincerità.
Ora è il momento dei saluti, rubiamo la citazione da un nostro amico @mannamilano
Una carezza a voi.”

In effetti, una scorrettezza da manuale. Tanto perfetta da sembrare “finta” possibile che due giovani imprenditori utilizzino dei mezzucci così platealmente falsi?

La risposta di Foodbeats: Ratanà è un altro caso di hackeraggio

matteo rombolotti claudia galante foodbeats

C’è da aggiungere che il ristorante di Cesare Battisti è in buona compagnia, come conferma una serie di schermate postate dal Ratanà su Instagram (non siamo riusciti a trovare i post originali). Hanno subito la stessa sorte – ovvero li hanno definiti locali in cui si mangia male, molto meglio il delivery di Foodbeats – altri locali. Holmes Sweet Holmes, Bosco Verticale, Pavarotti, Woody Rock Bistrot, Volverè, Cantine Milano.

Se può essere vero che in un ristorante un cliente non si trovi bene, al limite che stia proprio male, suona strano che ogni volta si invochi come non plus ultra lo stesso servizio di delivery. Che è anche il nome dell’account che pubblica queste recensioni negative.

Ma soprattutto suona molto, e direi stranamente, ingenuo, oltre i limiti della stupidità. Che ci porta a pensare che il vero Foodbeats non c’entri.

In effetti, si tratta di un vero e proprio hackeraggio, che va da avanti da mesi, praticamente dalla fondazione di Foodbeats, un e-commerce (“Ti aspettiamo nella tua cucina”: ben pensato). Aperto solo la scorsa estate dal giovane imprenditore Matteo Rombolotti e da Claudia Galanti, attrice e modella paraguaiana che si è dedicata alla cucina. E da subito oggetto di attacchi hacker: a partire dal sito, hackerato poche settimane dopo l’inaugurazione. Per passare poi a un diluvio di mail diffamatoria fra l’estate e l’autunno, ovviamente passate alla Polizia Postale.

Proseguendo, sono stati pubblicati numeri di telefono e foto personali, il povero Matteo si è ritrovato sui portali di offerte di lavoro (come sex-worker…). La creazione di profili falsi a nome dell’azienda e di Matteo hanno ribadito questo hackeraggio, che ha trovato il suo coronamento in questi ultimi giorni. Matteo Rombolotti ha denunciato anche le false recensioni su Google alla Polizia Postale, e sta contattando i ristoranti oggetto di recensione per spiegare la situazione.

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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