Il Fungo dell’Eur, recensione del ristorante sull’iconico serbatoio di Roma
Il Fungo dell’Eur è un luogo iconico di Roma.
Lo si incontra sulla mano destra percorrendo la Cristoforo Colombo in direzione Ostia subito dopo il Palazzo dello Sport di Marcello Piacentini e Pier Luigi Nervi, oggi noto come PalaLottomatica.
La struttura è un serbatoio idrico con una grande vasca di 30 metri di diametro poggiato su otto piloni a un’altezza di più di 50 metri realizzata alla fine degli anni ’50. Serviva a redistribuire l’acqua della fonte della Cecchignola, che alimenta il laghetto del quartiere dell’Esposizione Universale del 1942, ai giardini delle ville circostanti.
Nel 1961, il tenore Mario del Monaco decise di aprire proprio nella vasca un ristorante che fu inaugurato nel 1964 e divenne un indirizzo di riferimento per l’agiata gioventù degli anni a seguire. Dal 1978 al 1991, il ristorante restò chiuso per un attentato dinamitardo.
Al 14° piano, ora come allora, c’è sempre un ristorante con vista panoramica su Roma. Futuristico per il tempo in cui fu costruito, con le vetrate aggettanti, che ora ha un sapore retro.
La cucina è guidata da Mirko Ceravolo e propone piatti quasi tutti a base di pesce della tradizione italiana accompagnati da guizzi creativi. La carta dei vini è ampia e accoglie etichette che spaziano dal Sud della Penisola fino a sconfinare nei territori francesi.
Un servizio attento, ma comunque giovane e informale, accoglie calorosamente con un buon pane fragrante da intingere in olio extra vergine d’oliva e sale Maldon.
Gli antipasti
L’intensità del mare è viva già negli antipasti preparati in questa ultima giornata di zona gialla.
Nel carpaccio di dentice, curcuma e scapece di zucchine, il sapore volatile della spezia colora il pesce che si sposa con la piacevole croccantezza dell’ortaggio. Sul finale arrivano le note di marinatura in aceto delle zucchine.
Il brodo dashi accoglie il tonno appena scottato, tenero alla forchetta e al palato. Anche questo antipasto è un fuori menu. Ma il tonno è normalmente declinato dallo chef in una versione più italiana a rievocare un tramezzino 2.0. Il tonno, sempre scottato, è accompagnato da un tuorlo d’uovo panato e fritto e da una leggera fonduta di caprino (19 €).
Molto buona la seppia arrosto, lardo e cavolfiore (19 €). Il mollusco è chiuso da una crosta di lardo e mandorle che evoca forte il gusto lipidico del piatto ed è ben accompagnato dal cavolfiore crudo e cotto.
I piatti del ristorante Il Fungo
La filosofia di Mirko nel centrare gusti privi di artefici è raggiunta a pieno nei primi piatti.
L’arma vincente è il fusillone Felicetti con tartare di tonno, granella di pistacchio e bottarga di muggine (21 €). Un buon equilibrio centrato fra dolcezza, sapidità e robusta croccantezza della granella.
Ingredienti che raccontano un gusto appena sapido, grasso e avvolgente. Eccoli ancora negli spaghetti con gamberi rossi, stracciatella e limone salato (23 €). La cottura impeccabile della pasta ha reso il piatto fra i più attraenti di questo e dei tanti pranzi del mese in cui ancora erano possibili.
Anche il capitolo dessert è specchio di naturalezza con una torta di mele, zabaione e vov (11 €). Gusto casalingo ma vincente.
E al piano zero c’è il bistrot che offre pizza cotta al forno a legna, fritti firmati Arcangelo Dandini e carne alla brace. Un Fungo a tutto gusto, insomma.
Ristorante Il Fungo. Piazza Pakistan, 1A. Roma. Tel. +39065921433