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13 Aprile 2021 Aggiornato il 13 Aprile 2021 alle ore 10:44

10 motivi per cui il Piemonte dovrebbe diventare capitale mondiale del cibo

Una petizione lanciata su change.org vuole far diventare il Piemonte Capitale Mondiale del Cibo per questi 10 motivi tra food e wine
10 motivi per cui il Piemonte dovrebbe diventare capitale mondiale del cibo

Il Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital ha lanciato una petizione su change.org per trasformare il Piemonte nella Capitale Mondiale del Cibo.

Il Piemonte è la regione che ha visto nascere alcuni tra i più importanti brand alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food. Ospita il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato nominato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e ha saputo creare innovazione in ogni settore. In particolare nel food.

L’economia del cibo della regione genera ogni anno 8 miliardi di euro. Sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico.

Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. 

Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti.

In Piemonte, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.

E 10 sono i motivi che sostengono questa petizione.

1. Langhe, Roero e Monferrato patrimoni dell’Unesco

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, sono sei aree di eccellenza, che si estendono per 10.789 ettari. Qui, all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, da secoli la viticoltura costituisce il fulcro della vita economica e sociale. Esiste un ricco e diversificato sistema di cascine, aziende vitivinicole, industrie enologiche, cantine sociali, enoteche pubbliche e private. In alcuni casi costituiscono luoghi simbolo per la storia e lo sviluppo della viticoltura e dell’enologia nazionale e internazionale.

2. 58 vini DOP e 25 prodotti DOP, IGP e STG

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

Secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2020, il Piemonte conta 25 prodotti Food di cui 14 DOP, 9 IGP e 2 STG, e 58 vini DOP ai quali si è aggiunto, nel 2019, il Nizza DOP. A livello nazionale e in termini quantitativi il Piemonte è sul podio, terza regione in classifica dopo il Veneto e la Toscana che ne hanno in totale 92. L’impatto economico dei prodotti DOP, IGP e STG (cibo e vino) è di grande rilievo per l’intera regione. Nel 2019 sono valsi all’economia locale 1,31 miliardi di euro, portando il Piemonte al quarto posto della classifica nazionale dopo Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, con un aumento di 90 milioni rispetto all’anno precedente. Di particolare rilievo il formaggio, su cui il Piemonte vanta 10 certificazioni (di cui 7 esclusive regionali), la frutta (33) e le carni (3).

3. I mercati alimentari di Torino

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

I mercati dei contadini e quelli di alimenti freschi sono presenti in ogni provincia del Piemonte. In particolare, a Torino sono 42 i mercati alimentari organizzati ogni giorno. Di questi, 38 ospitano i banchi di vendita diretta di agricoltori e allevatori, la maggior parte dei quali è riunita nell’associazione Coldiretti. Nella Città Metropolitana di Torino, i produttori Coldiretti che effettuano vendita diretta sono 405, di cui 300 nei mercati ordinari. A questi numeri vanno aggiunti quelli dei produttori che non sono inseriti in circuiti associativi ed effettuano vendita diretta con propri banchi. Per avere un’idea dei numeri, se si conta solo il mercato di Porta Palazzo, nella giornata di sabato, i produttori agricoli che partecipano alle reti di vendita dirette sono circa 90.

4. Enoteche regionali e botteghe del vino

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

Il Piemonte ha istituito 14 Enoteche Regionali e 34 Botteghe del Vino o Cantine Comunali, con la legge regionale n. 37 del 1980, che hanno sede presso castelli e dimore storiche nei principali territori viticoli piemontesi. Qui è possibile trovare la migliore selezione dei vini DOC e DOCG del territorio di riferimento e che accolgono circa un milione all’anno di visitatori e turisti.

5. Piemonte capitale del cibo: Il riso di Vercelli

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

Nel vercellese vengono coltivate più di 100 varietà di riso, tra cui il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l’unica DOP italiana dal 2007. Presente nella zona di Vercelli a partire dal Rinascimento, la coltivazione del riso ha contribuito alla bonifica del territorio e alla creazione di quelle che oggi vengono definite le Piane del Riso, diventando in poco tempo «coltivazione tipica». Nel 2019 le esportazioni del Riso di Vercelli sono aumentate del 7,8%, per un totale di 18 milioni di euro, che ha portato il distretto a conseguire un nuovo massimo storico di export pari a 243 milioni di euro.

6. Piemonte capitale del cibo: Aziende agrituristiche

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

In Piemonte sono presenti 1.316 aziende agrituristiche autorizzate, di cui i due terzi localizzate in zone collinari, poco meno di un quinto in montagna e la restante parte in pianura. Oltre la metà, circa 793, si occupano anche di somministrazione di alimenti e ristorazione. Si tratta di una cifra importante, superiore a quasi tutte le altre regioni. Cuneo è la provincia che conta il maggior numero di agriturismo coprendo circa un terzo del totale.

7. 25 ecomusei e 6 musei dedicati al cibo

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Il territorio piemontese presenta una ricca rete di musei che contribuisce alla valorizzazione e diffusione della conoscenza legata alla cultura del cibo, offrendo la possibilità ai turisti di approfondire la conoscenza del territorio piemontese e permettono al sistema scolastico di poter attivare laboratori e percorsi didattici. Tra questi, sono 6 i musei tematici dedicati al food e 25 gli ecomusei. A proposito di questi ultimi, il Piemonte è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una legge regionale per istituirli e riconoscerli. Sono, infatti, strumenti importanti per la cura e la gestione del patrimonio culturale locale perché contribuiscono a favorire uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile. Nel 2019, gli ecomusei della Regione Piemonte sono stati visitati da 29.239 persone.

8. Quasi 1000 tra sagre e fiere agroalimentari

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

Degna di nota sul suolo piemontese è anche la rete di sagre e fiere agroalimentari promosse dalla Regione. Queste costituiscono un’importante vetrina di promozione del territorio e delle sue risorse: prodotti, territori e paesaggi, enogastronomia, agricoltura, storia, tradizione e cultura. Nel 2019 nella Regione Piemonte si sono svolte 8 manifestazioni fieristiche internazionali, 34 nazionali, 57 regionali e 246 locali, a testimoniare la vivacità di un comparto che occupa un significativo ruolo nel mantenimento e nello sviluppo del sistema economico regionale. A questi numeri si aggiungono i 512 appuntamenti delle sagre e fiere-mercato regionali, che tradizionalmente offrono diversificate occasioni di svago e di turismo e che, tutte, vivono di un nucleo centrale legato ad agricoltura o enogastronomia.

9. Piemonte capitale del cibo: 36 Presìdi Slow Food

Piemonte Capitale Mondiale del Cibo

Dall’aglio storico di Caraglio al Cappone di Morozzo, dal Moscato passito della Valle Bagnario di Strevi alla tinca di Ceresole d’Alba. Sono 36 i Presìdi Slow Food, ovvero tutti quei prodotti, lavorazioni tradizionali, razze autoctone che rischiano di scomparire in Piemonte. Attorno ai sapori che rischiano di estinguersi, Slow Food ha creato una comunità di contadini, artigiani, pastori, pescatori, ristoratori. Che si prendono cura delle tradizioni alimentari del proprio territorio, preservando la biodiversità, tramandando tecniche di produzione e mestieri in via di estinzione.

10. Piemonte capitale del cibo: Istruzione e formazione

Gli studenti piemontesi che intendono dedicarsi al settore del food hanno una vastissima possibilità di scelta. In Piemonte si contano 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia. E un Liceo Linguistico con curvatura Artistica ed Enogastronomica, nato dalla collaborazione tra il Liceo “Madre Mazzarello”, Fondazione Torino Musei e Slow Food.

L’Università degli Studi di Torino offre 12 corsi di laurea di I livello, e altrettanti di II livello, che vanno dalle biotecnologie e alle scienze chimiche, agrarie e ambientali, fino alle tecnologie alimentari, alle scienze veterinarie e dell’alimentazione. Ha, inoltre, 3 corsi di dottorato e 5 Master, di cui 1 internazionale, con focus su tematiche agrarie, biologiche, veterinarie e alimentari. Il Politecnico offre, invece, un percorso di studio di ingegneria chimica e alimentare, l’Università del Piemonte Orientale eroga il corso di Laurea Magistrale in “Food, Health and Environment”. Mentre la ESCP Business School mette a disposizione il Master in International Food & Beverage Management. Il Piemonte ospita poi l’Università di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 da Slow Food in collaborazione con Regione Piemonte e Regione Emilia Romagna, che intende formare la nuova figura professionale del gastronomo.

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