Il buon gelato artigianale e i sorbetti con frutta del territorio di Celestina
Nella triade tutta campana del gelato artigianale formata da Di Matteo – Crivella – Gabriele il quarto incomodo è Celestina.
Un incomodo di lusso per noi appassionati del gelato artigianale, cioè al netto delle definizioni di legge, quello che il gelatiere compone in bottega. Compone, non produce, perché è qui la differenza. E poco conta se si tratti di base latte o di base acqua. L’importante è che gli ingredienti siano selezionati con cura e la base sia fatta in casa.
Pochi arzigogoli e il gelato perfetto è tra le vostre mani.
Della triade sapete vita e miracoli.
Il gelato di Celestina che vuole entrare nell’Olimpo
Raffaele Del Verme svetta con le sue creazioni nelle prime propaggini del Cilento, a Torchiara. È l’enfant terrible sempre pronto a stupire con invenzioni anche casuali.
Enzo Crivella ha la sua gelateria pied dans l’eau a Sapri, dall’altra parte del Cilento, e ha al suo arco gelati e piatti con il gelato che conquistano.
In Costiera Sorrentina, è d’obbligo la tappa da Raffaele e Liberato Cuomo alla gastronomia gelateria Gabriele che rapisce con le sue indicibili brioche e i gusti in perenne assortimento.
E poi c’è la giovane Nancy Sannino che sgomita per entrare nell’empireo del gelato artigianale perfetto. Quello che non è colorato a senso comune con il verde per il pistacchio e il rosso per la fragola. In cui distinguete netti i sapori degli ingredienti. E che non vi chiede una poderosa bevuta alla fine del cono o della coppetta.
Della storia dei palloncini e del cuore che vola di questa pasticceria franco-napoletana potete leggere qui. Come anche delle zeppole di San Giuseppe che suonano. O dei macaron di cui avete sentito parlare. Quasi improbabili per un luogo che si chiama Polena Trocchia ma che ambisce quanto a dolci a diventare Pollène Royale.
Celestina, dolci e gelato
La giovane fanciulla dai trascorsi parigini, per non sbagliare, è andata a lezione proprio da uno dei sacri mostri della triade. Vincendo la naturale ritrosia cilentana di Raffaele Del Verme, si è fatta spiegare virtù e segreti delle morbide creme e dei sorbetti. Proprio quelli che ogni giorno attirano folle di turisti e di appassionati sulle colline che dominano Agropoli.
È tornata all’ombra del Vesuvio con un bagaglio di conoscenze e passioni che ha riversato immediatamente nelle carapine del gelato di Celestina.
Quanto a colori, sappiate che di puffo e di unicorno non vedrete il gelato. Ma solo le nuvolette dei decori e le seggiole con i tavolini del dehors cui accomodarvi per rinfrescarvi con il gelato made in Celestina. E che supponiamo adorneranno anche le pareti della saletta interna in costruzione. Gli altri colori, quelli dei gelati, sono veritieri. Così come i gusti.
Il sorbetto da 70 calorie
D’altronde lei stessa sui social ha provveduto ai ritratti di ordinanza per testimoniare la raccolta delle pellecchielle aka l’albicocca del Vesuvio. Uno dei nuovi mantra dei gastronauti del nuovo millennio.
E ci sono le mele, oltre ai limoni e alla frutta che secondo la stagione la natura offre. Un bel segno + in pagella.
E, per non deludere le aspettative di marketing del gusto, la Nancy Sannino ha anche preso parte alla manifestazione dedicata alla salute delle donne. Sul lungomare di Napoli, nello spazio organizzato da Francesca Marino ha presentato gelato e sorbetto. Con la sottolineatura del sorbetto solo frutta da 70 calorie. Insomma, se anche siete attenti alla linea, con la pellecchiella dormite sonni tranquilli.
Io vi dirò che, incrociate le tabelle nutrizionali e le best practices a tavola, l’unica cosa che posso permettermi è la coppetta da 2,50 €. Ma solo perché il gelato di Celestina è buono e la tentazione di andare oltre la dose raccomandata giornaliera è forte.
Com’è il gelato di Celestina
Tra la frutta, il sorbetto alla pellecchiella vesuviana attrae. Buon sapore, un pelo andante di consistenza, ma potreste affondare cucchiaiate nel mono gusto senza stancarvi. Ho abbinato una mela e cannella, poco zuccherosa e un po’ più speziata di quello che mi sarei aspettato. Errori di gioventù.
Il cioccolato ha una bella spinta ma gli amanti dello strong come il sottoscritto lo preferirebbero in percentuale più alta rispetto al latte.
Chiude il gusto più misterioso, il fiordilatte. Che in realtà è creato a partire dalla Fuscella di Napoli di Latteria Sorrentina. Mistero perché si chiami fiordilatte e non fuscella, insomma.
Vince la fuscella
Mentre tra tutti i gusti di gelato fin qui assaggiato (non vi dirò niente per la faccenda delle 70 calorie) vince alla grandissima.
Sapore netto, setoso e carezzevole.
A voler essere pignoli, per sedersi al tavolo della triade, il gelato di Celestina manca un po’ di consistenza e tenuta sul cono. Poco male. Finisce prima e si è pronti per un nuovo assaggio. Senza nemmeno dover interrompere con un bicchiere di acqua.
Voto: 7,5/10
Celestina Pasticceria. Corso Umberto I, 42. Pollena Trocchia (NA)