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21 Dicembre 2023 Aggiornato il 21 Dicembre 2023 alle ore 12:20

Vongole avariate: Marco Sacco, chef 2 stelle Michelin, rischia 8 mesi

Lo chef Marco Sacco accusato di aver servito vongole avariate a un matrimonio. Il banchetto diventa un incubo per 70 invitati. Rischia 8 mesi
Vongole avariate: Marco Sacco, chef 2 stelle Michelin, rischia 8 mesi

Otto mesi di carcere chiesti per lo chef Marco Sacco, reo di aver somministrato vongole avariate a una coppia di sposi e ai loro invitati.

Il celebre chef del Piccolo Lago di Verbania, due stelle Michelin, e la sua collaboratrice Raffaella Marchetti, devono rispondere di lesioni colpose e vendita di cibi dannosi. 

Ma secondo la difesa la vera responsabilità è del fornitore.

Marco Sacco: il caso delle vongole avariate

Il Piccolo Lago di Verbania, Isola Pescatori, sul Lago Maggiore, ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento a settembre, dopo la doppia stella Michelin ottenuta nel 2004 e nel 2007.

La presenza nella selezione ufficiale della Guida Michelin 2023, in una posizione di rilievo sul sito e sull’app delle famose guide rosse. 

Solo che ieri, mercoledì 20 dicembre, il pubblico ministero Fabrizio Argentieri ha chiesto otto mesi di reclusione per lo chef Marco Sacco e per la direttrice di sala Raffaella Marchetti. 

I due sono imputati di aver provocato lesioni colpose e aver commercializzato cibi nocivi, causando l’avvelenamento da norovirus di 70 invitati a un matrimonio nel ristorante del Verbano-Cusio-Ossola.

Siamo, all’epoca dei fatti, nel luglio del 2021. I partecipanti al banchetto consumano un risotto con vongole e borragine. 

Nel processo, che si svolge con rito abbreviato, oltre cinquanta parti civili (gli sposi e alcuni dei loro ospiti), reclamano un indennizzo totale di più di centomila euro. 

La sentenza è prevista per il 23 febbraio, data in cui il giudice Beatrice Alesci ha rimandato l’udienza.

Norovirus: cos’è e come si trasmette attraverso le vongole

Dopo il banchetto nel ristorante di Marco Sacco, e dopo aver ingerito le vongole avariate, alcuni degli ospiti si erano sentiti male. Con nausea, vomito, diarrea e dolori addominali, che li avevano costretti a ricorrere al pronto soccorso in alcuni casi. 

Dai controlli dei carabinieri del Nas di Torino era emerso che il virus aveva contaminato le vongole, servite crude nel risotto con la borragine. 

Il norovirus è un agente infettivo che provoca gastroenterite acuta, una malattia che si manifesta con sintomi simili a quelli di un’intossicazione alimentare. 

Il virus si diffonde facilmente attraverso il contatto con persone infette, superfici o alimenti contaminati. Tra questi, le vongole sono particolarmente a rischio, in quanto filtrano grandi quantità di acqua e possono accumulare il virus se l’acqua è inquinata. 

Per prevenire il contagio, è importante lavare bene le mani, le superfici e gli utensili usati per la preparazione dei cibi, e cuocere adeguatamente le vongole prima di consumarle.

La difesa di Marco Sacco: “Non c’entro con le vongole avariate, ho seguito le istruzioni del produttore”

Marco Ferrero, l’avvocato della difesa, afferma invece che il cibo, arrivato al ristorante già confezionato, si era contaminato prima di entrare in cucina, e che il cuoco aveva seguito le indicazioni dell’etichetta del produttore. 

Secondo la sua tesi, le vongole avariate non sarebbero state trattate nel ristorante di Marco Sacco, ma solo scongelate e riscaldate, come previsto dal produttore. 

Inoltre, sostiene che il norovirus non è rilevabile con i normali controlli sanitari, e che lo chef non poteva sapere che le vongole erano infette. 

La difesa chiede quindi l’assoluzione dei due imputati, sostenendo che la responsabilità sia del fornitore delle vongole, che avrebbe dovuto garantire la qualità e la sicurezza del prodotto.

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