Dal Bolognese Roma: la vendita del ristorante è la fine di un’epoca
Il ristorante Dal Bolognese di Roma è stato venduto.
Alfredo Tomaselli, patron del locale capitolino, ha ceduto a Martino Benvenuti, giovane manager di ThinkCattleya, casa di produzione pubblicitaria del gruppo Cattleya.
Cosa c’è di strano o di particolarmente rilevante? I ristoranti passano di mano ogni giorno.
Ma se la notizia sta rimbalzando da un quotidiano all’altro una spiegazione dev’esserci. Più d’una a dire vero.
Dal Bolognese a Roma: ragioni di un successo
Cominciamo dall’indirizzo: Dal Bolognese, Piazza del Popolo, 1 – Roma. Sono pochi i ristoranti nel mondo che possono vantare un indirizzo altrettanto evocativo.
C’è poi la storia.
Dal Bolognese, rilevato dal padre di Tommaselli nel ‘66 quando il prezzo dei tortellini era di 300 lire, ha visto passare ai suoi tavoli Agnelli (che ordinava insalate) e Berlusconi. Moravia e Schifano. Jackie Kennedy e Sofia Loren.
Un ristorante baciato da un perdurante successo non solo per il cibo ma anche per l’atmosfera e per la fauna umana che lo ha popolato.
Dal Bolognese a Roma è stato classico posto dove si va, anche e soprattutto, per vedere quelli che ci vanno.
Persone diverse che apprezzavano la convivenza.
Donne bellissime, rockstar del calibro di Bruce Springsteen e Elton John, soubrette in rampa di lancio, divi del cinema alla George Clooney con la moglie Amaal, miliardari come Khashoggi e squattrinati, moltissimi politici.
Stranieri, habitué erano Gheddafi o l’ex cancelliere tedesco Schroeder, ovviamente italiani come Mastella (cibo preferito la mozzarella) e Bossi, ex leader della Lega.
Dal Bolognese: il menu
Più modesta la cucina. Annoverabile tre le interpretazioni dignitose, ma non proprio elettrizzanti, delle ricette dalla blanda ispirazione emiliana che popolavano il menu.
Per quanto alla nomenclatura politica romana piacesse essere viziata, con la complicità degli inappuntabili camerieri, dal celebre carrello dei bolliti con manzo, cotechino, lingua, testina, prosciutto, e le polpette fritte.
Alternato, nelle ordinazioni più frequenti, con i lussuosi tagliolini al ragù di culatello o con i tortellini in brodo di carne. Conto medio alla fine della cena: 60 euro circa.
2005: apre Dal Bolognese Milano
Ma la storia di un ristorante come Dal Bolognese a Roma, apparentemente immobile, cambia nel 2005. Quando Alfredo Tommaselli apre insieme al figlio Ettore un locale gemello del primo a Milano.
Quella che Dagospia definisce la fine di un’epoca inizia proprio con l’apertura milanese.
Una storia di successo che oggi fa dire a Tommaselli: “Milano è una città vivace, dove gira il denaro e dove ciò divertiamo di più”.
Una questione di danee, insomma.
Eppure nel 2022, Dal Bolognese Milano aveva fatturato tre milioni di euro, mentre l’originale, a Roma, 3,5 milioni.
Ma se i clienti dello storico ristorante di Piazza del Popolo dovranno digerire la mancanza tra i tavoli del dehors di Alfredo Tommaselli, c’entra anche il degrado di Roma.
Si è lasciato sfuggire Ettore, figlio del patron: “Era diventato troppo faticoso, con la piazza invasa da manifestazioni e popolata da ladruncoli”.