5 attivisti da Cracco: una cena al ristorante costa come il mio affitto

5 attivisti di Ultima Generazione hanno fatto irruzione nel ristorante di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano nel mezzo dell’orario di pranzo.
La protesta, con tanto di striscioni srotolati, vuole rompere “la bolla di privilegio di chi, come politici ed élites, si può permettere di pagare un conto che vale la spesa mensile di una famiglia italiana”.
Il gruppo aderisce alla campagna “Il giusto prezzo” che vuole mettere sotto i riflettori la situazione di povertà di migliaia di famiglie.
“Io sono una studentessa e in un ristorante come questo, come in tutti i ristoranti di lusso, una cena costa come il mio affitto mensile da fuori sede. Anche lo studio sta diventando un privilegio, gli agricoltori sono in ginocchio e noi che facciamo la spesa paghiamo sempre di più, e il carrello è sempre più vuoto. Oggi sono scesa in azione per chiedere il giusto prezzo, sia per chi compra, sia per chi produce”.
Attivista chiede: meglio il risotto di Cracco o una bolletta pagata?

La nota degli attivisti spiega: “La disuguaglianza non ‘accade’. È frutto di politiche mirate alla massimizzazione dei profitti in ogni ambito: casa, studio, cura, cibo, lavoro. Siamo entrati in questo simbolo del lusso e dell’opulenza per ricordare che, al di fuori dei salotti dorati, c’è un paese che lotta per sopravvivere; mentre c’è chi brinda con champagne e gusta antipasti da 50 € l’uno, qualcuno si chiede: perché chi lavora duro deve scegliere tra mangiare sano o pagare le bollette? È ora di rendere questo lusso impossibile da ignorare”.
“Vi faccio una domanda: è più importante un risotto d’autore, o una bolletta pagata?”, ha detto Rebecca a Milano Today. “Questa”, si ascolta nel video diffuso dal Tg La7, “è l’ultima generazione che è ancora in tempo per cambiare le cose”.
E poi, la richiesta rivolta allo chef stellato: aprire le porte del ristorante ogni giovedì per offrire pasti gratuiti.
Le forze dell’ordine hanno denunciato a piede libero i 5 attivisti trascinandoli fuori dal ristorante di Carlo Cracco.