Champagne: le 99 migliori maison del 2016
Edizioni estemporanee ci riprova: La Guida alle migliori 99 maison di champagne bio – l’unica italiana dopo la Guide des vins et champagne di Hachette – è tornata nell’edizione 2016/2017, curata da Alfonso Isinelli. La presentazione ufficiale, al contrario di quello che solitamente avviene, è stata rapida e indolore. L’editore Luca Burei non ha distribuito né encomi né diplomi, non c’erano punteggi, classifiche o premi speciali, né tantomeno categorie create ad hoc, ma solo contenuti e il racconto dello spirito con cui sono stati tradotti in forma di guida. “Laica, democratica, indipendente e identitaria” l’ha definita, non rinunciando a polemizzare con un costume diffuso, quello di dire bene di tutti, a tutti i costi, che in occasioni simili generalmente prevale.
Ecco chi si è distinto nella Guida alle migliori99 maison di champagne 2016/2017
“Le Maison”: Pol Roger, Roederer, Jacquesson, Charles Heidsieck, Dom Pérignon, Krug.
“Chi ha il manico” (ma era proprio necessario?): Vincent Laval, Bertrand Gautherot, Benoit Lathaye, Pascal Docquet tra le Certezze. Jacques Beaufort, Pascal Mazet, Roger Brun, Benoit Marguet, Marie Noelle Ledru, Piollot, Marie Courtin, Agrapart, Brochet, Savart, Val Frison tra le Conferme; Dehours, Geoffroy, Pouillon, Larmandier-Bernier, Robert Moncuit sono le Sorprese di questa edizione.
“Le novità” – ovvero le giovani promesse, le cantine che si stanno presentando ora sul mercato: Philippe Glavier, Huré Frères, Mouzon-Leroux, Etienne Calsac.
I numeri: 157 maison (di cui 31 nuove) e 508 cuvée selezionate e analizzate. E inoltre ricette, abbinamenti, ristoranti e indirizzi dove bere lo champagne in Italia.
La guida è il risultato di un vero collettivo di assaggiatori. Ce l’ha spiegato Chiara Pugina, uno dei membri del panel “Tutti assaggiano tutto, e ogni scheda è frutto di discussioni e confronto. Si dice bene di chi lo merita, il vero di tutti”. A costo di non avere i campioni da testare: “In qualche caso abbiamo dovuto attingere alle cantine di amici e partecipare a degustazioni private, pagando come tutti, per poter assaggiare i prodotti di quelle maison che non ce li hanno voluti mandare perché a certi ricatti noi non ci stiamo” dice Burei. “La guida” – continua – “vuole essere un libro da leggere e non solo da sfogliare” e la versione cartacea sarà seguita a breve da una digitale: le app per Android e per iOS saranno disponibili negli online store rispettivamente dal 20 novembre e dal 10 dicembre”. Geolocalizzazione, navigazione, profilazione, possibilità di creazione di una propria cantina, aggiornamenti, social sharing e tasting community: non manca proprio niente.
Sicuramente non mancava lo champagne, nel salone del Radisson Blu. Atmosfere gioiose, grande voglia di parlare del proprio lavoro da parte del team di assaggio e dei tanti vignerons che hanno preso parte all’evento con le loro bottiglie, entusiasmo alle stelle, e piacevoli sorprese. Proprio le grandi Maison sono quelle che mi hanno colpito meno, penalizzate forse da aspettative più alte; in ogni caso, cantine più piccole e meno blasonate non hanno sfigurato per niente in confronto ai grandi nomi, anzi. L’impressione generale ha confermato l’alto livello dell’offerta, tanto da rendere difficile stilare una classifica. Alcune bottiglie colpiscono più di altre, ma non si risentano gli altri: è una questione di gusti personali, senza alcuna pretesa di esclusività. E dunque: a Doquet (Arpège), Val Frison (Goustan e Elion Brut Nature, rosé!), Robert Barbichon (Reserve 4 Cépages), Georges Laval (Rosé Cumieres Brut Nature), Thomas Perceval (Grande Cuvée), Thierry Ruffin (Cuvée Thierry Ruffin e Millesime 2008), e Barrat-Masson (Cuvée Fleur de Craie e Cuvée Les Margannes) va la palma virtuale di questa giornata.
E ora a voi, vignaioli italiani: siamo i primi produttori di vino per quantità, a quando il primato per la qualità?
Le 99 migliori maison di champagne – Ed. 2016/2017. A cura di Luca Burei e Alfonso Isinelli. 288 pp – 18 €. Edizioni Estemporanee