A Figlia d”o Marenaro per festeggiare il giorno delle riaperture
Il 21 maggio è il giorno di riaperture di ristoranti e pizzerie in Campania. Tre giorni di ritardo rispetto al resto d’Italia (o a gran parte) voluti dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca per dare più tempo a ristoratori, chef e pizzaioli di prepararsi. Cioè di mettere in atto tutte quelle misure contenute dall’ordinanza compreso il famoso metro di distanza.
Dove festeggiare a Napoli la (quasi) ritrovata libertà?
Diciamo da dove eravamo rimasti o quel che non eravamo riusciti a fare?
Tipo la zuppa di cozze del Giovedì Santo che potrebbe essere una buona idea visto che oggi è giovedì e il lockdown ce ne aveva privato.
E allora eccomi per questa prima uscita, armato di mascherina e gel disinfettante per le mani, raggiungere il ristorante tradizionale per la zuppa di cozze: ‘A Figlia d”o Marenaro.
Via Foria ancora percorribile per effetto della parziale riapertura che mitiga il normale traffico napoletano e fa trovare con facilità anche un posto per l’auto.
Assunta Pacifico è sulla tolda della sua nave all’aperto che poco prima del lockdown aveva rinnovato il dehors.
Posti a sedere ovviamente diminuiti in ragione del metro di distanza spalla a spalla e primo avvio per ripassare l’ordinanza ed essere sicuri su tutti i punti di prescrizione.
Termometro d’ordinanza, strisce al pavimento, tavolo e tovaglietta sanificati. Assunta Pacifico è famosa per la cura maniacale che ha sul fronte pulizia e in tempi di necessaria disinfezione ha sicuramente orientato la mia scelta. Oltre che per la zuppa di cozze.
Il dehors rassicura anche sul fronte della ventilazione e la speranza che siano esatti i calcoli scientifici delle quantità di droplet necessaria per un contagio sono altri elementi a favore.
Il rischio calcolato insomma.
Il cui pensiero svanisce al cospetto dell’insalata di polpo che ti rende subito felice.
E ‘o russ’, l’olio piccante della zuppa di cozze avrà un qualche effetto su questo maledetto coronavirus. Non so, ma la zuppa di cozze è sempre lei, buonissima, ancor di più.
Strano che in questo caso non funzioni il refrain “era migliore prima” con annessi e connessi.
Soddisfatti, satolli di felicità oltre che di cozze, ci concediamo un altro sfizio che da queste parti è sempre un grande cavallo di battaglia: il fritto di calamari.
Chiusura con un super babà di Capparelli che dividiamo con tutte le attenzioni del caso.
Un saluto a Assunta Pacifico che, come tutti, non ricorda mai una simile devastazione. Loro avevano già aperto con il delivery per iniziare a riprendere confidenza con la cucina e a riallacciare i rapporti con i clienti.
“Speriamo che tutto vada bene”, mi saluta mentre sul tavolino all’ingresso trilla il telefono per le prenotazioni della serata. “Salvatore, mi raccomando che stasera tutti siano precisi con gli orari”, fa all’addetto all’accoglienza.
Stasera apre anche la sala e il ristorante superiore Innovative.
Ma voi riprendete da quella mancanza del Giovedì Santo e da una bella zuppa. Domani e i prossimi giorni ci sarà tempo per pasta a vongole e tutto il pesce che vorrete.