Assaggi di vino. Piemonte. Alba doc e Langhe doc
Il Nebbiolo, a nostro parere, è un vino da (ri)scoprire e valorizzare perché combina la qualità del vitigno della zona di produzione e di alcuni tra i migliori produttori italiani con una piacevolezza di beva raffinata senza essere complicata.
La produzione di vini di eccellenza a base di nebbiolo si concentra nel Piemonte meridionale intorno alla città di Alba con le docg storiche di Barolo e Barbaresco e la più recente Roero che naturalmente attraggono appassionati di tutto il mondo per le loro straordinarie caratteristiche.
Abbiamo già parlato di Barolo e ne parleremo ancora (e altrettanto faremo col Barbaresco e col Roero) oggi invece vi proponiamo una piccola selezione di vini delle doc Nebbiolo d’Alba e Langhe Nebbiolo che si presentano con carateristiche molto interessanti e variegate, vini utili a prendere confidenza con le caratteristiche del vitigno e molto piacevoli quando si voglia bere in modo informale un classico piemontese.
Come in ogni degustazione di scattidivino il campione è limitato a pochi esemplari rappresentativi, le possibilità di scelta in queste due doc sono quasi infinite: aziende e annate si incrociano in una matrice sconfinata. Noi abbiamo scelto 8 vini delle annate più recenti, normalmente reperibili nelle enoteche e di aziende tra loro molto diverse per cercare di sintetizzare tutti gli stili e le possibilità.
Per la prima volta abbiamo ospitato un degustatore esterno e siamo felici che sia stato Antonio Paolini, amico maestro compagno di strada. Insieme a lui abbiamo valutato alla cieca gli otto campioni con risultati interessanti anche se non esaltanti.
Nessun vino ha conquistato i 4 scatti, ci siamo trovati a condividere giudizi anche severi motivati dalle grandi aspettative che il solo nome del vitigno scatena e al momento di svelare i nomi dei produttori abbiamo trovato notevole corrispondenza tra i giudizi espressi e i nomi delle aziende.
Qualche cenno alle caratteristiche delle due doc: il Nebbiolo d’Alba nasce sulle colline di alcuni comuni della provincia di Cuneo con resa massima di 9 tonnellate/ettaro (8 t/ha per Barolo e Barbaresco) da uve nebbiolo in purezza. Anche il Langhe Nebbiolo è un nebbiolo in purezza e ha lo stesso limite di resa del Nebbiolo d’Alba però la zona di origine è più ampia e possono diventare Langhe Nebbiolo anche vini ottenuti da vigneti iscritti alle altre denominazioni della zona con la stessa base ampelografica.
I due vini che ci sono piaciuti di più sono: Aldo Conterno Il Favot Langhe 2006 e Brezza Santa Rosalia Alba 2007. Si tratta di due aziende molto tradizionali, ricche di storia e famose per la rigorosa qualità dei loro vini. Il Favot è un vino che esprime il carattere forte di Monforte d’Alba: molto tipico al naso e corposo all’assaggio. Esuberante e vigoroso, marca la gioventù )e un’annata di notevole qualità) con irruenza un po’ scorbutica.
Più elegante e composto il Santa Rosalia di Brezza, ottenuto dall’omonimo vigneto a Barolo. Gentile è aggettivo che ben descrive questo vino, equilibrato senza punte evidenti ma avvolgente e piacevole.
Impressionante la batteria dei vini con 2 scatti, i giovani Gavarini di Elio Grasso e Albino Rocca che affiancano i classici Occhetti di Prunotto e Cumot di Bricco Maiolica.
Occhetti è un vigneto di Monteu Roero che da sempre si identifica con l’azienda Prunotto e che nell’annata 2007 è immediatamente riconoscibile nella tipologia, lo abbiamo leggermente penalizzato per la mancanza di spontaneità, la sensazione di vino “tecnico” che ha leggermente offuscato la schietta espressione della vigna e del vitigno.
Un po’ sottotono rispetto alle precedenti esperienze il Cumot 2007 di Bricco Maiolica, siamo abituati a una maggiore brillantezza dei vini di Beppe Accomo e questo ci è sembrato un vino più evoluto della sua età effettiva, meno ricco di quanto ci attendessimo, anche se i caratteri distintivi della denominazione sono tutti al posto giusto.
Interessanti i due vini del 2009 che permettono di gustare il lato fresco e più fruttato del nebbiolo. Due maestri di Langa come Elio Grasso e Albino Rocca propongono vini gustosi e semplici, freschi e succosi che si possono bere senza pensarci troppo e senza rinunciare a un sapore e a un carattere definiti e nobili.
A 1 scatto, al di sotto delle nostre attese, il Bric di Nota 2006 di Scarpa che resta un po’ schiacciato dalle note tipiche del vitigno.
Non abbiamo valutato il Langhe 2008 di Giuseppe Mascarello perché l’unica bottiglia che avevamo si è presentata con evidenti limiti che temiamo del vino e non dell’esemplare, ma senza ulteriore verifica lasciamo in sospeso.
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