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8 Febbraio 2016 Aggiornato il 9 Ottobre 2019 alle ore 21:34

Benoît Violier suicida per una truffa milionaria legata al vino

Suicida per una mega truffa legata al vino. Benoît Violier si sarebbe tolto la vita per un forte ammanco di cassa dovuto a una truffa perpetrata ai suoi
Benoît Violier suicida per una truffa milionaria legata al vino

Suicida per una mega truffa legata al vino. Benoît Violier si sarebbe tolto la vita per un forte ammanco di cassa dovuto a una truffa perpetrata ai suoi danni e a quelli di altri chef. A ipotizzare questo scenario è il giornale svizzero economico Bilan che spiega come le perdite finanziare dell’Hotel de ville de Crissier, il ristorante di Violier, avessero minato la stabilità dello chef.

Un agente di borsa, B. (viene indicata soltanto l’iniziale), del Cantone Vallese ha proposto nel 2015 l’acquisto di vini importanti a numerosi appassionati. Tra questi Violier che avrebbe sottoscritto l’acquisto di bottiglie per un valore cospicuo. Versati i soldi, delle bottiglie non avrebbe visto nemmeno l’ombra. Stessa sorte sarebbe capitata ad altri chef svizzeri: si fanno i nomi di Frédy Girardet e di Philippe Rochat.

Frédy Girardet avrebbe perso in questa operazione una somma valutata tra 3 e 4 milioni di franchi svizzeri (circa 3,5 milioni di euro). Philippe Rochat 700.000 franchi svizzeri (circa 630 mila €). Dominique Fornage, anziano direttore dello Château de Villa a Sierre avrebbe perso 200.000 franchi svizzeri (180 mila €).

E Violier? B. avrebbe festeggiato il suo 40° compleanno nel ristorante e avrebbe totalizzato un conto super da 450 mila € pagato con un certo ritardo. Ma Bilan fa il conto in tasca al ristorante di Crissier e valuta tra 800.000 e 2 milioni di franchi svizzeri (tra 720 mila e 1,8 milioni di €) le perdite possibili.

André Kudelski, membro del consiglio di amministrazione dell’Hôtel de Ville, ha smentito le informazioni di natura finanziaria assicurando che i conti sono in ordine.

B. avrebbe orchestrato la truffa vendendo da 2 a 4 volte la stessa bottiglia a differenti sottoscrittori. E si parla di bottiglie dal costo unitario tra 20 e 40 mila franchi svizzeri. Le vendite fittizie avrebbero di fatto raddoppiato i valori da 10 a 20 milioni di franchi dell’intera operazione truffaldina.

Bilan mette in relazione la morte di Violier con questa manovra perché B. era a capo della società Private Finance Partners nata nel 1999 e dichiarata fallita dal tribunale di Sion il 30 novembre 2015. E B. non sarebbe stato attivo solo sul fronte vino ma avrebbe venduto per 10 volte gli stessi titoli di una società olandese attiva nei prodotti per intolleranti al lattosio.

Nella testa di Benoît Violier si sarebbe formata la convinzione di non poter rientrare più dei soldi spesi e da lì la decisione di farla finita il 31 gennaio scorso nonostante lui e Rochat avessero affidato la gestione della questione all’avvocato Albert Rey-Mermet.

Anche se allo stato attuale delle indagini nulla si sa di ufficiale, Bilan sostiene che gli ultimi mesi di vita di Violier erano stati molto  movimentati per la truffa del vino perpetrata da B.uscito di prigione il 14 gennaio e che viene accostato a Bernard Madoff. E il caso B non sarebbe molto differente dalla truffa degli anni ’80 e del Cellier des Vins Mövenpick che vendeva Petrus del 1982. Il titolare incassò e sparì dalla circolazione per rifarsi un’identità come antiquario ad Evian.

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