Birra con vino? Valter Loverier e la BeerBera di barbera Loverbeer
Valter nasce a Torino 44 anni fa, da babbo del Roero e mamma di Montemarzino, un paesino confinante con Montegioco. L’origine del suo nome, da ricerche fatte in famiglia è ad est del Calvados, 3 generazioni fa, “Louvrier” progressivamente trasformato in Loverier. Agli inizi degli anni ’90 inizia a lavorare per un’azienda di telecomunicazioni, specializzata in telefonia pubblica e privata, sistemi di allarme, citofonia, videocitofonia e relativi software ed in quest’azienda resterà per tanti anni, come tecnico progettista, prima di immergersi a tempo pieno nel birrificio Loverbeer. Fra i suoi hobby, l’esperienza da pilota di rally: con una Lancia Delta, ha partecipato anche ad una prova di campionato europeo .
La birra fa capolino nella sua vita nel 2002, quando riceve in regalo per il suo compleanno un kit per homebrewer, che utilizza da subito con una tipologia non proprio semplice, un barley wine.
La sua attenzione si sofferma sulle Wild Beer con diversi i libri acquistati sull’argomento con tante informazioni interessanti soprattutto da birrai belgi ed americani. Sempre sullo stesso argomento altro caposaldo è la tesi di laurea di Stefano Cossi su “ Cantillon, metodi di produzione”.
Nel 2003 ecco il suo primo esperimento la BeerBrugna, una birra non a fermentazione spontanea, ottenuta inoculando un blend di lieviti selvatici ad un mosto di birra addizionato successivamente di susine selvatiche, il damaschino (l’origine è Damasco, in Siria), presidio Slow Food, “Ramassin” in dialetto. La susina è diffusa nel Saluzzese in provincia di Cuneo, in Val Bronda e Val Po. L’idea nasce dopo un viaggio in Belgio dall’approfondimento delle Kriek, birre a fermentazione spontanea con aggiunta successiva di ciliegie a rifermentare. Nel 2005 a Cheese, Valter fa provare la BeerBrugna a Kuaska che l’apprezza per l’eleganza, per l’acidità controllata e per il profilo aromatico e la porta Jean Van Roy di Cantillon, in occasione di un Brassin Public.
La birra piace anche a Jean e nasce una duratura amicizia. Parallelamente al mondo belga, alla conoscenza non solo del lambic, ma anche delle flemish ale, delle oud bruin, Valter frequenta i birrai artigiani americani, fra cui Tomme Arthur di Lost Abbey e Vinnie Cilurzo di Russian River Brewing Company. Nel 2006 partecipa a Pianeta Birra ad un laboratorio del gusto per homebrewer, che annovera tra gli altri partecipanti Nicola Perra e Luigi Serpe, e viene considerato da Kuaska per i risultati nei concorsi e l’originalità delle proposte, il miglior homebrewer dell’anno con la BeerBrugna. A Montegioco fa provare la D’uvaBeer e la BeerBrugna a Matthias Neidhart, importatore per gli USA della B. United, che l’apprezza.
Nel 2008 inizia a preparare, con la provincia di Torino, un business plan per l’apertura del birrificio e, complice una crisi dell’azienda per cui lavora, inizia l’avventura “Loverbeer”, a Marentino. L’impianto ha una capacità di 10 hl/cotta con 2 fermentatori in legno di rovere da 17 hl e 8 barrique (2 da 700 litri). Nel primo anno produce circa 150 hl. Lavorando con birre con fermentazioni particolari, Valter iniziato una collaborazione con un laboratorio del mondo del vino specializzato in microbiologia, anche con l’obiettivo di caratterizzare e capire quanto spontaneamente avviene e renderlo quindi riproducibile.
Belle le etichette delle sue birre con i due mondi a cui si ispira, quello della tradizione birraria simboleggiata dal monaco, e quello della tradizione agricola, simboleggiata da un contadino. In retroetichetta ci sono commenti di Kuaska.
Cinque le birre prodotte: la Madamin, Oak amber ale 5,7 ° alc., di ispirazione belga, fermentata in tini di rovere che hanno ospitato la BeerBera. Questa leggera caratterizzazione vinosa e una acidità controllata la rendono versatile per numerosi abbinamenti .
La Papessa, una Imperial Stout, che trae ispirazione dalla scuola inglese, delle Russian Imperial Stout, più che da alcune birre estreme, con un importante equilibrio di cereali a differenti tostature.
Queste 2 birre si sono classificate 1a e 2a ad Artebirra a Pasturana del giugno di quest’anno.
La BeerBrugna, a 6,2° alc., è prodotta con un inoculo nel mosto di birra di lieviti e batteri lattici, addizionata successivamente di prugne damaschine che innescano una rifermentazione. Molto originale l’etichetta dove il monaco raccoglie i frutti dall’albero, e non da terra come da tradizione, a simboleggiare il necessario connubio fra agricoltura tradizionale e tecnica.
Ecco gli assaggi:
BeerBera. Birra a fermentazione spontanea di 8°alcolici. I primi esperimenti per questa birra nascono nel 2003, con l’utilizzo dell’uva barbera. Questo percorso è affinato nelle 2 vendemmie successive e nel 2005 effettua la prima fermentazione spontanea, con modalità originali: è il mosto di birra ad essere aggiunto all’uva barbera che ha iniziato a fermentare. Birra dall’olfatto vinoso, sensazioni di frutta, ciliegia ed amarena, ben amalgamate e non predominanti in un insieme complesso. Molto particolare al gusto, abbastanza secca, di buona struttura, con una bella freschezza che invita a bere, ma senza acidità pungente, piuttosto ruvida per la presenza di acido malico. Un equilibrio di fondo quasi inaspettato per la tipologia.
D’uvaBeer. Birra di 8° alcolici, d’alta fermentazione prodotta con l’aggiunta, al mosto di birra in fermentazione, di mosto di uva Freisa. La birra ricorda le vecchie Freisa piemontesi un po’ dolci, olfatto con sensazioni decise di frutta, confettura di lamponi e di ribes su tutte. Gusto morbido, con una sensazione dolce proveniente dalle note fruttate e dalla birra, non eccessivamente attenuata. A seguire una bella freschezza offerta dall’acidità lattica e citrica.
Loverbeer. Strada Pellinciona, 7. Marentino (Torino). Tel. +39 347.3636680
Foto: cronachedibirra.it, loverbeer, scattidigusto