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Vino
23 Maggio 2011 Aggiornato il 6 Aprile 2019 alle ore 20:08

Black Mamba in esclusiva. Sappiate che la Borgogna buona è roba da ricchi!

Il recente post di Black Mamba su Borgogna e vero amore ha suscitato enorme interesse, tant’è che a più di due settimane dall’uscita continua a far
Black Mamba in esclusiva. Sappiate che la Borgogna buona è roba da ricchi!

Il recente post di Black Mamba su Borgogna e vero amore ha suscitato enorme interesse, tant’è che a più di due settimane dall’uscita continua a far discutere qui su Scatti e non solo. Pertanto noi della redazione, abbiamo deciso di mettere quella serpe sotto torchio, cercando di approfondire alcuni concetti che ha trattato, come sempre a fil di spada, secondo le regole della casa e che hanno sollevato non poche polemiche.

Trovare uno spazio libero nell’agenda di Black Mamba è impresa ardua ma grazie a un colpo di fortuna siamo riusciti ad incontrarla in un luogo tranquillo di sua preferenza, il rettilario del bioparco, per fare quattro chiacchiere su Pinot Nero e dintorni.

SdV: Nel tuo articolo parli di Borgogna e vero amore. Cos’è per te la Borgogna?
BM: La mia Borgogna è una bottiglia che nasce tra Chassagne e Gevrey, figlia di quelle uniche e pregiate vigne, ricche di storia e fascino, che diventano complessità di gusto e profondità di emozioni. Apprezzo che non mi abbiate chiesto cosa intendo per vero amore…

SdV: No, per carità! E ora chi si azzarda più!? Geograficamente però la tua scelta è molto drastica. Oggi vengono considerate Borgogna a pieno titolo anche la Cote Chalonnaise e la zona di Macon, mentre Chablis lo è da sempre.
BM: Per questo parlavo della mia Borgogna, non perché me la sia comprata!

SdV: E la “tua” Borgogna ti piace? La ritieni davvero climaticamente svantaggiata?
BM: Certo che mi piace! Adoro il paesaggio e le persone che lo vivono. Ho il costante rammarico di non poter trascorrere regolarmente un po’ di tempo da quelle parti. Va comunque detto che i periodi in cui è piacevole girare in zona di produzione sono pochi, da fine Marzo alla fine di Giugno e da metà Settembre all’asta dell’Hospices de Beaune. Il resto dell’anno è palesemente afflitto da un caldo africano o da freddo piovoso, magari con quella bella neve che serve solo a rompersi le caviglie..Sai com’è, con questi tacchi a spillo!

SdV: Chiarissimo, ora dicci cosa ti piace della Borgogna
BM: La straordinaria, unica, capacità di sintetizzare la complessità della sua origine in espressioni ricche di personalità. Quando bevo un Gevrey o un Volnay scopro differenze anche profonde ma so perfettamente di essere all’interno dello stesso mondo. I vigneti, il clima, le tecniche e gli uomini che realizzano il miracolo di un grande vino di Borgogna sono sempre diversi, eppure riescono a mantenere un senso di continuità che è semplicemente meraviglioso.

SdV: Poche storie Black Mamba! Devi dirci cosa non ti piace!
BM: La complessità ha come rovescio della medaglia la fatica immensa di essere sempre aggiornati con le evoluzioni di una regione che ha secoli di storia ma che resta mutevole e proprio sotto i tuoi occhi. Sono curiosa e so di non sapere, mi diverte molto la costanza nel rimettere in gioco ciò che fino a ieri era scontato. Tuttavia in certe situazioni preferisco avere terreno solido sotto i tacchi quindi scelgo altri vini.

SdV: Inatteso questo lato di Black Mamba…Ora però parliamo di soldi!
BM : Adoro parlare di soldi!

SdV: Cos’è questa storia dei 40 euro?
BM: Una semplificazione che illustro volentieri. I grandi vini francesi sono tutti molto costosi, da sempre più cari dei vini di qualsiasi altra nazione e a loro va bene così. Quindi anche a noi deve andare bene così. E secondo voi i vini che costano meno saranno più o meno buoni di quelli che costano di più? E’ chiaro, ogni regola ha le sue eccezioni (la mia non è nemmeno una regola) però ammettetelo, trovare una bottiglia di Borgogna veramente buona al di sotto del prezzo che ho indicato è molto meno probabile di stappare una delusione. Ho fissato la mia asticella a 40 euro per non essere tacciata di snobismo, in verità il mio limite personale è intorno a 70/80 euro. Ma faccio riferimento al prezzo di vini che giungono sugli scaffali passando, di regola,  attraverso un importatore e l’effetto di un passaggio intermedio è senz’altro più marcato sulle fasce medie. I Villages che oggi si trovano tra i 40 e i 60 euro potrebbero, se acquistati in modo diverso, costare anche il 30% in meno e quindi mettere in crisi la mia affermazione, ma qui e ora le cose stanno così e con questo bisogna farci pace.

SdV Pragmatica, bonus! Insomma, quali sono i tuoi suggerimenti, per mettere in crisi la tua regola? I nomi!
BM:  Mi chiedi troppo. In più di 6 mesi su Scatti di nomi ne ho fatti parecchi, ora tocca a voi! Se dovessi cercare occasioni d’oro fra i bianchi direi St. Aubin e Auxey Duresses, in rosso Monthélie e Ladoix-Serrigny. Posso fare io una domanda?

SdV:  In effetti  il regolamento…Però prego, come si fa a dire di no a una signora?
BM : Grazie per la signora! La questione è semplice: posto che il vino si giudica nel bicchiere, chi sceglierebbe un St. Aubin invece di uno Chassagne? Per me le chiacchiere stanno a zero, con rispetto parlando…

SdV: La stoccata finale!
BM: No, la stoccata finale è questa: Bevo vini di Borgogna, adoro la Borgogna, ma la Borgogna buona è una roba da ricchi!

SdV : Grazie Black Mamba!
BM : Grazie a voi! E ora, come disse il collega Socrate, vado a farmi un bicchiere di cicuta! Ah! Ah!

Foto: radicchiodiparigi.wordpress.com, Omniroma, Bmw, Mercedes

(Per comprendere la ragione delle foto delle auto dovreste leggere la risposta di Black Mamba sul forum del Gambero Rosso, ndr)

Argomenti:
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