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21 Dicembre 2011 Aggiornato il 2 Luglio 2014 alle ore 21:44

Bon Jovi apre il Soul Kitchen, il ristorante senza prezzi

E' morto. No, è vivo e ha pure aperto un ristorante. Parliamo della rock star americana Jon Bon Jovi e a dare la falsa notizia del suo decesso era stato,
Bon Jovi apre il Soul Kitchen, il ristorante senza prezzi

E’ morto. No, è vivo e ha pure aperto un ristorante. Parliamo della rock star americana Jon Bon Jovi e a dare la falsa notizia del suo decesso era stato, lunedì scorso, il sito dailynewblloginternational, non nuovo a sortite di questo tipo. Notizia poi smentita dallo stesso musicista su Facebook e Twitter con il messaggio: “Il paradiso assomiglia molto al New Jersey – 19 dicembre 2011, ore 6”.  A seguire link ad una foto che lo ritrae in forma smagliante sul palco di un concerto.

Ed è proprio nel New Jersey che la rock star di origini siciliane, interprete della famosa “It’s my life”, ha aperto il 19 ottobre un ristorante molto particolare. Un locale dove, oltre ad essere servito cibo fresco e biologico e verdure dell’orto, non ci sono prezzi nel menu, i camerieri sono volontari e non è obbligatorio pagare il conto. Si dà quel che si può, per il resto si contribuisce lavorando in sala o in cucina.

Del resto Bon Jovi non è nuovo ad iniziative di solidarietà per i più poveri e a convincerlo ad aprire il Soul Kitchen, come ha raccontato in un’intervista all’Associated Press, sarebbe stato l’aver appreso che a causa della crisi economica “una persona su sei in questo Paese non va a letto sazia”. Il ristorante, aperto nella cittadina di Red Bank e costato 250 mila dollari, non è però, come precisa il cantate, una mensa per i poveri ma un ristorante normale: “Qui ti servono con argento e tovaglie di lino. Il cibo  è sano e i pasti bilanciati. Niente hamburger né patatine fritte”. Ma la vera differenza rispetto agli altri ristoranti la noti all’uscita. “Non ci sono prezzi sul menu e perciò se vuoi lasci 20 dollari in una busta sul tavolo. Se non hai soldi puoi sdebitarti sparecchiando o servendo in tavola oppure lavorando in cucina come lavapiatti o sous chef”. Inoltre “chi accetta di lavorare ad un banco alimentare (le organizzazioni no profit che raccolgono eccedenze alimentari e le distribuiscono ai bisognosi ndr), ha diritto ad un buono pasto al Soul Kitchen. I più abbienti sono invitati a sostenere il ristorante sborsando il giusto prezzo del pasto e anche qualcosa di più”. Non vi aspettate però di vedermi tra i fornelli!, avverte però. “Al massimo, laverò i piatti!”

[Fonte: corriere.it, huffingtonpost.com Foto: guardian.co.uk, redcarpet.blog.kataweb.it]

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