Caricamento banner...
Logo
Leggi, Mangia, Bevi, Ama
Cercacerca
menu
Ristoranti
13 Dicembre 2021 Aggiornato il 26 Dicembre 2021 alle ore 16:13

Bros’ diventa il peggior ristorante stellato di sempre: la recensione negativa

Recensione negativa durissima contro Bros’. Il locale di Lecce definito “il peggior ristorante stellato del mondo”. La risposta dello chef
Bros’ diventa il peggior ristorante stellato di sempre: la recensione negativa

La recensione negativa, un atto d’accusa ironico ma spietato contro Bros’, il ristorante di Floriano Pellegrino e Isabella Potì, arriva addirittura da Seattle. 

La blogger e scrittrice Geraldine DeRuiter, il cui nome è apparso su Time e New York Times, racconta il locale di Lecce con una cronaca (in inglese) che è insieme pamphlet, pastiche e psicodramma, descrivendolo come “il peggior ristorante con stella Michelin di sempre”. 

La causa è un pasto di indicibile lunghezza, 4 ore e mezza, consumato da un gruppo di 8 persone in un “bunker sotterraneo dove faceva un caldo soffocante”, ritmato –si fa per dire– da 27 portate. 

Il giudizio sconsolato della scrittrice americana, diventato virale dopo che Helen Rosner, critico gastronomico del New Yorker, l’ha ripreso su Twitter, è una sentenza senza appello. “Abbiamo aspettato invano che qualcuno ci portasse qualcosa di simile a una cena, qualsiasi cosa! Fino a quando ci siamo resi conto che quel momento non sarebbe mai arrivato”.

Quanto costa cenare al Bros’

Prometto di non divagare perché la recensione negativa del Bros’ è molto lunga. Mi limito però a:

  1. Segnalare che per essere il “peggior ristorante stellato di sempre” Bros’ è costosetto. Cenare nel locale specializzato in cucina “Creativa & Contemporanea” (© Guida Michelin) costa minimo 130 o 200 € a persona. Dipende dalla scelta del menù degustazione: il primo è da 8 portate, l’altro da 13.
  2. Confessare stupore e un filo di sbigottimento. A chi dobbiamo credere allora? Ai critici ortodossi che sperticandosi in lodi al genio di Floriano Pellegrino e Isabella Potì hanno inserito il locale leccese nel gastro-establishment? Oppure alla scrittrice di Seattle che assesta a cuor leggero una simile randellata contro un ristorante stellato di cui la Guida Michelin scrive: “Bros’ è sinonimo di spirito libero e giovanile, di creatività e di immagine sorretta da qualità”?

Chi sono Floriano Pellegrino e Isabella Potì

Belli, giovani, innamorati e un po’ sprezzanti, Floriano Pellegrino e Isabella Potì (la cui prossima gravidanza è stata annunciata sul profilo Instagram che sembra un reality show di se stessa) hanno inventato piatti avveniristici e cotture tecnologiche passando tutti gli stadi delle sferizzazioni, sempre un po’ controcorrente. 

Per gli immancabili invidiosi però trattasi di posa. I due chef sarebbero finti ribelli molto attenti ai soldi e alla visibilità. Borghesi che giocano alla rivoluzione. 

Ma è tempo di far parlare la recensione negativa del Bros’ vergata senza remore dalla scrittrice di Seattle. Per facilitare la comprensione trovate le accuse della castigamatti suddivise per paragrafi. 

Bros, la recensione negativa: si comincia dell’ambiente

Il gruppo della scrittrice di Seattle al ristorante Bros’ di Lecce
La blogger e scrittrice americana Geraldine DeRuiter con il suo gruppo di amici cena al Bros’, il ristorante stellato di Lecce. Ph. Geraldine DeRuiter

– “Ci siamo diretti al ristorante con grandi speranze: otto di noi in totale, condotti in una stanza che era una cella di cemento. Quindi no, non possiamo chiamarlo teatro della cena. Diremo invece solo teatro. Un teatro molto, molto costoso”.

– “Faceva un caldo soffocante e nessun altro cliente era presente. L’arredamento aveva l’eleganza di un bunker sotterraneo dove ci si aspetterebbe di essere interrogati per la scomparsa del figlio di un ambasciatore”.

Passiamo al servizio

Ristorante Bros’ di Lecce il servizio del personale
Il personale di servizio del Bros’ completa una portata del menù degustazione direttamente nel piatto dei commensali. Ph. Geraldine DeRuiter

– “Non c’è un menu da Bros’. Solo un giornale vuoto con un codice QR che si collega a un video in cui uno degli chef parla di cose del tutto estranee al cibo”. 

– “Ciò significa che non puoi ordinare nulla oltre al menù degustazione, ma anche che sei in balia di un server per capire cosa diavolo sta per succedere. E il server non ti spiegherà cosa diavolo sta per succedere. Non lo farà in italiano. Non lo farà in inglese”. 

Scusate l’interruzione (1). Un veloce confronto con la Guida Michelin

La Guida Michelin nella sua recensione del Bros’ non sembra infastidita dalla presenza dei soli menù degustazione. Si legge sulle pagine della “Rossa”: “Floriano Pellegrino e Isabella Potì di energia ne hanno da vendere e la usano al meglio nei due menù degustazione proposti ai clienti (attenzione, non c’è più la carta!), differenti solo per la lunghezza”.

La recensione negativa del Bros’, di nuovo sul servizio

– “Nelle rare occasioni in cui il personale spiegava un piatto, non era d’aiuto . “Questi sono fatti con ricotta rancida”, ha detto il cameriere di una piccola pallina di formaggio fritto davanti a ciascuno di noi. “Sono… scusa, hai detto rancido? Intendi… fermentato? Invecchiato?” ”No. Rancido.” “Va bene”, ho detto in italiano. “Ma penso che qualcosa potrebbe andare perso nella traduzione. Perché non può essere…» ”Rancido”, ha chiarito. 

– “Un altro piatto, una spuma di agrumi, è stato servito in un calco in gesso che riproduce la bocca dello chef. In assenza di utensili, ci è stato detto di leccare la spuma dalla bocca dello chef. Sono abbastanza sicura che la scena sia stata rubata da un film horror dell’Europa orientale”.

Da recensione a psicodramma

Un piatto del ristorante Bros’ di Lecce
Rand, marito di Geraldine DeRuiter, chiede quale sia la parte commestibile del piatto senza ottenere risposta. Ph. Geraldine DeRuiter

Se pensavate di rifiatare beh, ricredetevi. Da qui in poi la recensione negativa del Bros’ si trasforma in psicodramma collettivo.

– “Ci hanno tenuto in una specie di strana sottomissione psicologica. Questa è l’unica ragione per cui non ce ne siamo andati quando:

– Uno dei miei commensali, che nella lunga pausa tra una portata e l’altra si è alzato per andare fuori e fumare una sigaretta, è stato sgridato e invitato a sedersi. 

– Un altro non è stato servito per tre portate consecutive perché il personale non riusciva a capire come gestire le sue allergie alimentari. 

– Un altro ancora ha avuto del cibo a cui era allergico, ripetutamente, perché per il personale non era importante prendersi cura delle sue allergie.

– Un cameriere mi ha rimproverato per… aver mangiato. Il piatto consisteva in uno spicchio a testa dell’arancia ricostruita (il riferimento è probabilmente a un piatto del Bros’, l’Arancia al San Marzano, una spuma laccata con glassa all’arancio). Ho chiesto se potevo mangiare una vera arancia, come quella servita al mio commensale. “Sì”, mi ha risposto il cameriere, infastidito. “Ma davvero non dovresti.” Mi ha lasciato i due spicchi di arancia ricostruita e ha portato via la vera frutta”.

Ma adesso parliamo di cibo: il menù del Bros’

Queste sono le parti della recensione negativa dedicate al cibo servito durante la cena nel ristorante salentino. 

– “Il pasto, durato 4 ore e mezzo, è stato di 27 portate, ma non c’era niente che si avvicinasse a un vero pasto. Alcune portate erano schegge di carta commestibile, alcune bevande erano bicchieri di aceto. Tutto sapeva di pesce, anche i piatti non di pesce. E quasi tutto, compresi dei noodles, di gran lunga il piatto più sostanzioso, è stato servito freddo”.

– “Ho cercato di ipotizzare cosa potesse essere successo. Forse i frigoriferi erano vuoti e il cibo finito. Forse hanno confuso il nostro tavolo con quello di un loro ex amante. Forse erano ubriachi”. 

– “Ma ci hanno portato 12 tipi di schiuma, un piatto che posso descrivere solo come “un pane di ostriche che sapeva di aeroporto di Newark” e un cucchiaino di gelato salato al gusto di oliva”.

Scusate l’interruzione (2). Ancora un rapido confronto con la Guida Michelin

Il giudizio della Guida Michelin sul lungo menù degustazione del Bros’ distilla in purezza il sottilissimo equilibrio della “Rossa” tra l’apparire conservatrice (quasi reazionaria) e il mostrarsi rivoluzionaria. Quasi sempre, con scelte curiose e spesso discutibili, la guida sembra preferire i locali consolidati alle novità. E però, seguendo una rotta imperscrutabile, eccola promuovere con slancio il percorso innovativo del ristorante salentino: “Al tavolo giungono un bel numero di assaggi innovativi e sorprendenti, parecchi dei quali rifiniti con teatralità direttamente in sala”. 

La recensione negativa del Bros’: di nuovo sul cibo

Uno dei piatti criticati nella recensione negativa del Bros’ di Lecce
Uno dei piatti del menù degustazione da 13 portate serviti al gruppo di Geraldine DeRuiter nel ristorante Bros’ di Lecce. Ph. Geraldine DeRuiter

– “Quando i menù degustazione sono così lunghi, con tantissime portate, speri sempre che le cose possano andare meglio. Ogni piatto è una possibilità di riscatto”.

– “MA NO. Abbiamo aspettato invano che qualcuno ci portasse qualcosa di simile a una cena, qualsiasi cosa! Fino a quando ci siamo resi conto che quel momento non sarebbe mai arrivato”. 

– “È stato quando la nostra amica Lisa ha cercato di ordinare un’altra bottiglia di vino. “Rosso o bianco?” ha domandato il cameriere. “Dunque, vediamo, che piatto sta per arrivare?” ha chiesto Lisa. Il suo viso è sbiancato. «Piatto, signora? Ehm… stiamo per passare al dolce.” 

– “Ci siamo seduti per un momento abbiamo provato ad accettare questa verità. Perché ormai erano passate ore, e in nessun momento avevamo avuto niente di simile a una cena”. 

Il gran finale

L’incubo costosissimo descritto fin qui dalla scrittrice di Seattle nella sua recensione negativa del Bros’ ha un’appendice grottesca che non si fa mancare niente, neanche lo stereotipo dell’italiano pappagallo. 

“Qualcuno è entrato, ci ha chiesto di alzarci e di uscire dal ristorante. Siamo stati scortati dall’altra parte della strada, al buio, per entrare nel laboratorio del ristorante. Accolti da un maxi-schermo tv con le immagini di alcuni membri del personale di cucina a torso nudo che praticavano sport estremi. Mentre uno chef tagliava per noi scaglie comicamente minuscole di finto formaggio al quale Rand era ovviamente, allergico”.

Arriva il conto 

Il gruppo non accoglie l’arrivo del conto nelle condizioni migliori. Non sapremo mai la cifra spesa, nella sua recensione negativa del Bros’ la scrittrice americana si limita a confermare la spesa media indicata dalla Guida Michelin: “130/200 € piuttosto mortificanti”.

“Si materializza il conto. La cena costerà più di ogni altra consumata durante il nostro viaggio. Tre volte di più. Compare anche lo chef che pretende di posare con noi per una foto che non abbiamo chiesto”. 

“A notte fonda, finalmente, siamo stati rilasciati. Peccato che per lo spettacolo terribile del Bros’ avessimo i biglietti in prima fila”. 

– “Il giorno dopo, una persona dello staff ha contattato l’unica donna single del gruppo usando i messaggi di Instagram. “Ehi, ti ho servito io la scorsa notte!”. Lei lo ha subito bloccato”.

La risposta di Floriano Pellegrino sulla recensione negativa del Bros’

Floriano Pellegrino del ristorante Bros risponde alla recensione negativa
La risposta di Floriano Pellegrino alla recensione negativa del Bros’ di Lecce, prima pagina
Floriano Pellegrino del ristorante Bros risponde alla recensione negativa
Floriano Pellegrino chef del ristorante Bros’ di Lecce risponde alla recensione negativa di una blogger di Seattle, seconda pagina
Floriano Pellegrino del ristorante Bros risponde alla recensione negativa
Terza pagina delle risposta di Floriano Pellegrino. La blogger Geraldine DeRuiter, autrice della recensione negativa, ha definito lo chef del Bros’ “puro genio comico”

P.S. Floriano Pellegrino ha risposto alla recensione negativa del Bros’ con un saggio breve (insomma, tre pagine) che include illustrazioni oltre a ripetuti paragoni tra il cibo del ristorante e l’arte. La blogger Geraldine DeRuiter, autrice della recensione, ha commentato la lunga dichiarazione dello chef leccese definendolo “puro genio comico”.

scatti di gusto
Scatti di Gusto di Vincenzo Pagano
info@scattidigusto.it
P.IVA: 01353010539
Privacy Policy-Cookie Policy-Preferenze
Sviluppato da
*redmango - Web Agency Torino