Umberto Fornito sbanca Las Vegas e vince il titolo mondiale con la pizza Cracco
Preparatevi a fare festa e a fare la fila davanti all’Antica Pizzeria Frattese. Umberto Fornito da Frattamaggiore è Pizzaiolo dell’Anno.
Il Maestro Pizzaiolo dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani ha sbancato Las Vegas e ha portato a casa il titolo mondiale centrando l’obiettivo grazie alla conquista (e due) del titolo nella categoria regina, la Napoletana Division che gli ha dato l’accesso alla finalissima, oltre a due assegni da 5.000 e 4.000 dollari.
Uno degli uomini del dream team napoletano che gareggia con le insegne dell’APN e di Mulino Caputo (nostro sponsor, mettiamolo in chiaro) mette la freccia e svernicia i pregiudizi sulla possibilità che la vecchia scuola di tradizione potesse conquistare i palati dei giudici americani abituati a pizze con farciture esotiche e pepperoni.
Invece il decano degli istruttori che molti conoscono per il supporto che offre ai giovani partecipanti al Trofeo Mondiale Caputo ha regolato alla distanza tutti i concorrenti grazie alla sua calma e alla sapienza accumulata in anni e anni di esperienza.
Una vittoria cercata con intelligenza.
“Erano anni che arrivavamo a conquistare i gradini più bassi del podio, ma non riuscivamo a conquistare il titolo mondiale”, spiega Sergio Miccù, Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani depositaria del sapere della pizza napoletana STG e promotore della campagna per il riconoscimento Unesco.
“Abbiamo quindi studiato il tipo di pizza che poteva solleticare l’interesse della giuria americana e abbiamo deciso con Umberto Fornito e Davide Civitiello di stravolgere l’impasto”, spiega Miccù.
Nasce così la pizza che ha portato alla vittoria.
Precottura di una base bianca con farina americana 100% della Mulino Caputo, leader negli States proprio con questo sacco a stelle e strisce, con aggiunta di criscito naturale cioè il lievito madre o meglio la pasta di riporto della tradizione napoletana, che è letteralmente esplosa nel forno conquistando subito gli occhi dei giudici stupefatti per la capacità di diventare “canotto”.
Poi la rigenerazione con una seconda cottura della farcitura che il dream team napoletano ha messo a punto per conquistare anche le papille dei giudici: pomodoro, fior di latte misto bufala, funghi, erba cipollina, tartufo nero e l’ingrediente obbligatorio della mistery box, cioè il pepperoni, salame piccante della tradizione americana. E qui c’è voluta tutta l’esperienza di Davide Civitiello per amalgamare alla perfezione cotanta roba.
Risultato centrato in pieno.
In pratica Umberto Fornito ha vinto proponendo la sua variante della Pizza di Carlo Cracco dimostrando a 64 anni che non c’è limite all’apprendimento e all’inventiva.
Nell’anno che festeggia il cibo italiano e il riconoscimento dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio dell’Unesco, la vittoria di Umberto Fornito regala una nuova alba bella chiara alla pizza napoletana con una vittoria arrivata alla fine di un percorso corale che ha spinto Umberto Fornito in vetta al mondo.
“Dedico questa vittoria a tutti i pizzaioli napoletani e alla nostra arte che ci permette di conquistare tutti e in ogni angolo del mondo”, mi dice Umberto all’altro capo del telefono che, ricordiamolo, è anche Vice Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e non gareggiava da lustri.
Accanto a lui nel momento di festa c’è Davide Civitiello, il campione del mondo 2013 Trofeo Caputo, che lo ha supportato al banco in questa inusuale, almeno per gli addetti ai lavori, inversione di ruoli sul campo di gara: Umberto Fornito, come detto, è la persona che nelle gare consiglia, aiuta a mantenere la calma, spiega ai concorrenti come presentare la pizza ai giudici.
Ecco, la pizza che non ti aspetti per conquistare la giuria: cotta in un forno elettrico statico con la porta. La dimostrazione senza se e senza ma che all’Unesco hanno iscritto l’arte dei pizzaioli, la capacità di domare gli impasti, di farcire a regola d’arte, di cuocere alla perfezione.
Come molti amano dire, con questa vittoria ora non ce n’è per nessuno. Tradizionalisti, canottisti, avanguardisti e neo-cracchisti (già perché tecnicamente quello in cui Umberto Fornito ha cotto è un forno da pasticceria) devono guardare al risultato del pizzaiolo di Frattamaggiore, da oggi capitale del divertimento pizzesco, e alla sua vittoria chiara e limpida.
E se volete sapere chi è Umberto Fornito, leggete la sua biografia che vi copio incollo senza filtri.
A 16 anni è via di casa, a fare il pizzaiolo in giro per il nord Italia: Busto Arsizio, Pavia, Siena. Per 10 anni lavora alla “Motta” come responsabile degli impasti (quelli del famoso Buondì), ma la pizza è sempre la sua passione. Alla sera e nei fine settimana è da qualche parte a sfornarle.Tutt’oggi Umberto parla spesso dei suoi inizi, quando la sera stanco si addormentava sui trucioli, o quando a 10 anni andava con la sua stufa in giro a vendere.Ricorda anche le prime pizze, un pò storte, un pò quadrate, qualcuna col buco, ma alla fine il mestiere è stato conquistato. Poi il ritorno a casa, a Frattamaggiore.
C’era da rilanciare la pizzeria di famiglia, quella dove lui è nato e cresciuto.Nella vita di tutti c’è sempre un ritorno, quello di Umberto è stato vissuto come un’infinita emozione. Un’emozione che dura tutt’oggi e che diventa ancora più forte quando vede il nipotino (Umberto come lui) di appena due anni, con una sedia sotto le gambette per arrivare al banco, a imitare il nonno e smanettare con una pallina di impasto. Il colpo di polso che riesce ad imprimere, sottolinea uno stile già acquisito, insomma se il buon giorno si vede dal mattino la continuità è assicurata.A completare il quadro familiare va menzionato anche Pasquale, la 4° generazione dei pizzaioli Fornito con “la Nuova Pizzeria Frattese” in via Matteotti.