Casa Sorbillo Vol. 3 a Milano, tutti in coda per la nuova apertura
Terza apertura a Milano per la trattoria e pizzeria Casa Sorbillo – appunto, Vol. 3. E – immancabile – coda festante in attesa di entrare a vedere il nuovo locale, assaggiare un paio di tranci di pizza, bere un mezzo bicchierino di prosecco, e magari una forchettata di pasta e patate o di pasta.
Bella grande, la terza sede di Casa Sorbillo, recente apertura (venerdì 3 novembre) in piazza XXV Aprile a Milano. Ed è bastato un video che raccontava la coda per scatenare gli hater – gli odiatori seriali.
Com’è Casa Sorbillo Vol. 3, nuovissima apertura a Milano
Un locale ampio e spazioso, con diversi ambienti che costeggiano bar, pizzeria e cucina. Un centinaio di posti almeno, all’interno – e immaginiamo già un dehors con la bella stagione.
La pizzeria vera e propria, con il piano di lavoro, il pass, il forno, è a destra del bancone bar all’ingresso. La cucina è dietro a tutto, sulla sinistra.
Qui c’era Kalamaro Piadinaro (e prima ancora altri esercizi, ricordo anche una bottega di Rovagnati). E ora pizze a tutto spiano.
Quanta gente va alle anteprime delle pizzerie
Ma dicevamo dell’apertura, e della coda. Apertura che non è stata molto diversa da quella delle altre due Casa Sorbillo a Milano, o, se è per questo, delle altre pizzerie – di Gino ma non solo di Gino.
Vogliamo vedere qualche esempio, anche recentissimo?
Partiamo da Lontano, da Expo2015: l’impressione è quella che sia stato allora che i Milanesi abbiano “imparato” a mettersi ordinatamente in coda. Non solo loro, ovviamente: tutti i visitatori si accodavano, pazientemente, in file che spesso giravano attorno a ogni padiglione.
A seguire, episodi di “follia collettiva”, masse che si accalcavano a ogni taglio di nastro, a ogni mezzo panino lanciato alla folla. Così per tutte le aperture di Gino Sorbillo, ad esempio. Dall’apertura di Lievito Madre al Duomo, alla Trattoria Nennella (foto sopra), lì di fianco, poi diventata la prima Casa Sorbillo a Milano. E per ogni altra sua inaugurazione, fossero pizzerie o trattorie – la foto sopra si riferisce all’apertura di Sorbillo a Roma.
Masse festanti anche per altre pizzerie, come per Ciro Cascella 3.0, in zona 5 Giornate, o per le nuove paninerie di personaggi baciati dal successo multimediale. Penso a Tommaso Mazzanti e al suo Antico Vinaio (inutile dirlo – anche lui vittima degli hater).
Oppure ai panini Con Mollica o Senza di Donato De Caprio, che hanno bloccato piazza Diaz, a due passi dal Duomo, a Milano – apertura interrotta dalla polizia per (presunti) motivi di sicurezza.
Tutti assembramenti guidati dal passaparola sui social o fra appassionati – di Napoli, di Sorbillo, dei panini, della pizza, o dello scrocco tout court. Mentre altre imprese di personaggi mediatici come Iginio Massari raccoglievano una folla sì, ma di invitati. (Da sottolineare – la coda di fronte alla pasticceria milanese di Iginio Massari è una realtà pressoché costante.)
Il senso dei Milanesi (ma non solo) per la coda
Già – ma cosa spinge i Milanesi – e non solo i Milanesi – a mettersi in coda? Vuoi per inaugurare un locale nuovo, vuoi per assicurarsi comunque l’oggetto del desiderio – un trancio di pizza, un panino, una pizza fritta, uno Swatch. Non c’è differenza, soprattutto per quanto riguarda la reazione social. Ovvero, odio profondo, insulti ingiustificati, contumelie assortite, all’insegna di una presunta ma non ben identificata libertà di pensiero e di parola.
Vale per l’apertura di Casa Sorbillo a Milano come per l’Antico Vinaio a Napoli (qui sopra): basta un video, o una foto, e l’Internet di riempie di odiatori seriali.
Gli accodati vengono trattati come un popolo di mentecatti, al limite dell’indigenza, per cui lo scroccare una fetta di pizza o un piatto di pasta diventa un po’ rito di sopravvivenza, un po’ necessità biologico-economica.
La domanda, come suol dirsi, sorge spontanea: perché mai uno si mette in coda?
Perché vuole provare un locale, o un prodotto, nuovo, che prima non c’era. Perché l’apertura di una Casa Sorbillo, o di Con Mollica o Senza, a Milano, sono comunque un evento. Per curiosità. Per mangiare un pezzo di pizza prima di andare a fare serata. O magari per vedere, e/o per farsi un selfie, con Gino. Per sentire Mazzanti che urla “guarda come la fuma”. Per chiamarlo dietro il bancone e urlargli “ciao “ e fargli una foto on l’iPhone.