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1 Gennaio 2018

L’ultra pop al Castello della Sonrisa stupisce molto di più che in televisione

Più del pop può solo l'ultra pop (cit.). Io l'ho trovato questo Capodanno ed è stato bellissimo. A vederlo in tv non è la stessa cosa che essere immersi
L’ultra pop al Castello della Sonrisa stupisce molto di più che in televisione

Più del pop può solo l’ultra pop (cit.).

Io l’ho trovato questo Capodanno ed è stato bellissimo.

A vederlo in tv non è la stessa cosa che essere immersi dalla magia del “castello delle cerimonie”. È la Sonrisa, ristorante e hotel situato a Sant’Antonio Abate (vicino Napoli), divenuto famoso grazie alla trasmissione su Real Tv “il boss delle Cerimonie”.

Alla Sonrisa, ve lo confermo, si entra in un incantesimo in cui il troppo in realtà finisce per essere “il giusto” perché per una notte si diventa tutti lord, lady e re.

A tessere questa trama sono gli eredi di don Antonio Polese, il boss delle cerimonie scomparso nel dicembre del 2016. A loro tocca di realizzare nel Castello delle Cerimonie (nuovo titolo del programma) i sogni dei loro ospiti, non importa quanto “pop” o “kitsch” possano essere: che sia un matrimonio con carrozza, una comunione con menu doppia porchetta o un battesimo, tutto si può fare.

A voler vivere questo incantesimo sembrano essere proprio in tanti dato che si è registrato il tutto esaurito già prima di Natale per il cenone di fine anno.

Son poco più di 700 (!) gli ospiti della Sonrisa, che la notte del 31 dicembre a un prezzo molto accattivante di 140 € full-optional, fluivano verso gli ingressi già alle 20:30 e dagli accenti si capisce quanto il castello sia ormai un fenomeno nazionale che attira gente dal profondo Nord come dal vicino Sud.

Il dress code della serata? “Quello che il vostro cuore desidera”, la risposta che spiega bene la filosofia di questo parco dei divertimenti.

Così gli ospiti hanno seguito l’indicazione della proprietà, dando libero sfogo ai loro gusti e arricchendo di personalità la serata.

Al Castello tutto è studiato per stupire: gli arredi opulenti (oro e intarsi ovunque), fontane con giochi di acqua, luminarie, limousine e persino carrozze d’epoca.

L’hotel sembra un vero castello e il Boss, don Antonio Polese, ne era il Re indiscusso.

Dopo la sua morte se possibile la Sonrisa è ancora di più un tempio dove il Boss è celebrato ovunque. Le pareti sono ricoperte di sue foto con personaggi di ogni tipo, da Diego Armando Maradona a Sofia Loren, passando per Caterina Balivo, Giucas Casella e Anna Tatangelo.

L’eredità del Boss è stata raccolta dalla figlia, donna Imma che con il marito Matteo Giordano, già braccio destro del Boss, la coppia perfetta per esaudire i sogni dei loro clienti sia su Real TV che negli eventi. Sono loro ad accogliere gli arrivati, chiamandoli per nome e facendoli sentire non come clienti ma ospiti al cenone di famiglia.

In sala a supervisionare l’evento c’è il maître Ferdinando, che dirige le sale come un maestro d’orchestra sorridendo sempre. Nessuno si sente a disagio e la disposizione nelle sale è studiata per dividere le famiglie dalle coppie.

Il cenone inizia puntuale, il servizio è veloce ed impeccabile. C’è davvero da stupirsi considerato il numero dei presenti. Il menu non è innovativo, ma le pietanze sono ben presentate e equilibrate. Particolare nota va alla cocotte di mare con pane agli aromi, speziata al punto giusto con il finocchietto e i capperi sono ben dosati.

“L’intrattieno” c’è ed arriva subito dopo i paccheri con l’aragosta (vi prego, ditemi un piatto più ultra pop di questo): chitarra, tammorra, tamburello e voce che, girando tra i tavoli risvegliano l’anima partenopea delle sale che sono pronte a rinforzare i cori.

Anima mediterranea e anni ’80 che troviamo nei piatti.

La frutta secca chiude insieme ai dolci della tradizione il cenone.

Sui dolci si fa un salto indietro nel tempo, e compare la torta col naspro e confettini, un cucchiaio di struffoli e una zeppolina, che sembra caduta lì per caso.

Dopo il brindisi di mezzanotte si aprono le danze nella sala reale e si celebrano i buoni auspici per il 2018 scalzi (il tacco 12 è una vera tortura) al ritmo di musica latina americana.

Il 1 gennaio è arrivato e in questo luogo pieno di colori sgargianti e io sono sicura che il 2018 da queste parti sarà sfavillante come l’ultraviolet che sarà il colore del nuovo anno.

[Maria Teresa Scarpa]

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