Catalogna. 7 motivi per programmare una vacanza gastronomica
Perché andare in Catalogna, anzi, Catalunya? (“Catalogna” è troppo insalatoso e io qui sfoggerò un po’ le lingue).
Perché non potete mangiarvela tutta in una sera.
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Né esaurirla culturalmente o artisticamente o paesaggisticamente.
Andate in Catalunya, cari.
Vi dico perché.
1. Perché quando sulla ricetta è scritto “riso” e voi intendete “risotto”, in realtà non è così e venite redarguiti. Loro la considerano una minestra ricca. Molto ricca.
2. Perché non conoscereste altrimenti il ravanello nero di Puigcerdà che si pronuncia puiccerdà e che in passato considerato foraggio per il bestiame, ora viene cucinato in finissime maniere.
3. Perché il pa amb tomàquet non è pane e pomodoro, bensì un rito. Tanto più se lo celebrate con accompagnamento di salsa aïoli pestata a mano nel mortaio e un tagliere di affettati locali, tra cui la putifarra e il prosciutto.
4.Perché non vedreste coi vostri occhi e non gustereste con le vostre papille come la ristorazione catalana fa sistema diffusamente, alacremente. E non solo a Barcellona. Ed è così che ha la forza di proporsi anche all’estero facendovi venire molta voglia di correre a provarla in loco.
5. Perché ne abbiamo avuto una dimostrazione grazie a un collettivo di cuochi dell’Empordà (una piccola regione dell’entroterra catalano, situata tra i Pirenei e il Mediterraneo) in trasferta a Milano per la serata “Catalunya – som terra, som mar, som gastronomia”. Serata bellissima, tra l’altro, con un ritmo coinvolgente per tutti i partecipanti.
6. Perché i cuochi – Ivan Beumala Pascual e José Font Casadevall del ristorante Sa Punta, Albert Sastregener Surroca del Bo.Tic, Juan Carlos Sanchez Doblado da es Portal, Vicenç Fajardo Gallego-Casilda de la Plaça, Damian Rafecas Martinez del Vicus – ci hanno preparato uno straordinario percorso-degustazione. Ve lo illustro, riportando qua e là il nome dello stesso piatto in catalano, per il piacere di farvi sentire questi suoni rotondi e appetitosi!
Ok, vado: Pollo arrosto– Nachos con sardine alla brace – Mela verde con salmone – Patata brava – Gamberetti di Palamós scottati in acqua di mare – Brandade di baccalà con olive nere e verdure (servita in un vasetto come una piantina!) – Coca (= focaccia) d’escalivada – Cozze en escabetx (= marinate) in vermouth – Tartare di tonno con barbabietola e formaggio Emporità (vetta di voluttà!) – Stufato di piselli con cannolicchi – Polpette di pollo con gamberi – Suquet (= zuppa) di rana pescatrice – Risotto con guanciale di vitello con calamari e fave – Cagliata con fragola rosa e litchee – Mela con cardamomo – Ous (= uovo) di crema catalana – Sfoglia con marmellata di zucca e picoli tostati – Bombó de xocolata (= cioccolatino) con ratafià. Il tutto abbinato a vini dell’Empordà.
7. Perché, infine, il 2016 è l’anno della Catalunya come Regione Europea della Gastronomia. Ora, se per caso vi fosse sfuggito, il 2017 lo sarà per la Lombardia Orientale con le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova: sapranno attivarsi in modo altrettanto irresistibile?
[Immagini: Agència Catalana de Turisme]