Birra. Combinazioni di cibo e di Caulier con Blonde, Brune e 28
Galeotto fu Rimini e quello che ci bevemmo… Parafrasando il V canto dell’Inferno, iniziamo a parlare della serata che ha avuto come protagonista il birrificio artigianale belga Caulier. L’idea è nata a RiminiSapore dopo l’incontro tra il produttore nella figura di Federico Scapin e i gestori di uno dei locali che per primi hanno creduto in loro e che hanno commercializzato i loro prodotti in maniera massiccia, il Birrifugio Trastevere. Mattatore della serata Federico Scapin from Bruxelles.
Dopo un rapido excursus storico sul marchio dalle origini, nel 1842, a oggi, Federico ha illustrato le tecniche produttive che rendono i loro prodotti unici al mondo, puntando l’attenzione sull’uso di lieviti che riescono a trasformare in tempi relativamente brevi quasi tutti i carboidrati, quindi gli zuccheri complessi presenti nella materia prima, in alcol. Senza svelare comunque i segreti della ricetta, ci ha tenuto a precisare che il Mastro Birraio di Caulier è metodico e scrupoloso.
Ma ora è tempo di degustazione, direbbe la cosa dei Fantastici Quattro.
La prima birra doveva essere la Extra, assaggiata e apprezzata a Rimini, ribattezzata 1842. Invece, sorpresa! E’ stata presentata la sua evoluzione, la 28. Il nome, ci spiega Federico, è dato dalle calorie percentuali presenti in questa birra non filtrata; le fanno fare solo un passaggio in centrifuga per eliminare una torbidità eccessiva senza alterare profumi, sapori e contenuti.
Arancio dorato con un cappello di schiuma importante, al naso erbacea e pungente, in bocca apre fruttata e leggera per chiudere amaricante, effetto saison alla Rulles, ma con 4.6° e un corpo talmente scarico da renderla beverina a oltranza. Essendo l’evoluzione (riuscitissima) della 1842 o Extra, chiamatela come volete, abbiamo bissato con quest’ ultima. Presa stand alone obbiettivamente la 1842 rimane un’ottima birra, ma messe a confronto vince la 28. Session beer perfetta.
Con questa birra ci servono l’antipasto, sformatino (o timballo se volete) di cuore di carciofo con chips di carciofo. Come direbbe De Sica figlio, delicatissimo; quando ci hanno proposto il bis si sono materializzati i Lanzichenecchi al tavolo… Direi che è piaciuto.
Seconda birra della serata, la Blonde. Il nome dice tutto, blonde belgian ale da 6.8°, color oro non troppo luminosa, schiuma pannosa abbondante, profumata, al palato arriva strutturata, rispetto alla 28 molto meno beverina di sicuro, ma parliamo di oltre 2 gradi alcolici superiori. La chiusura invece è maltata tendente al dolce. Birra che ben si accompagna a piatti complessi e strutturati, con sapori a contrasto.
In accompagnamento è arrivato il primo e cioè maltagliati di crespelle con radicchio rosso (di Treviso e Chioggia), cipolla rossa e guanciale; l’amaro dei radicchi si sposava benissimo col retrogusto dolce della blonde. Unico difetto: troppo poca; ma sono riuscito a ottenere un cospicuo bis che ha scatenato le orde degli Unni che erano al tavolo con me…
Passaggio volante per un rabbocco ai Teku e via verso la seconda parte della cena.
Dopo una bionda? Brune, sempre 6.8° alcolici abbastanza importanti, rosso rubino e schiuma soffice. Al naso caramellosa, al palato quasi il contrario della Blonde, apre maltata per poi chiudere più sull’ amarognolo. Molto piacevole, a mio personale gusto ha una bevibilità maggiore rispetto alla Blonde. Chi ne vuole ancora? Riempi va’….
In abbinamento ciccia! Involtini di arista di maiale ripieni di scamorza con miele e pecorino, accompagnati da un’insalata mista con verza rossa e mela marinata al limone. Un piatto gustosissimo nella sua totalità.
A conclusione della cena, ad accompagnare il dolce e a traghettarmi al largo dell’alcolemia ci ha pensato la Tripel. Ho già parlato di questa potenza fiamminga, ma quello che non ho detto (perché non lo sapevo mentre adesso lo so) è che la Tripel sembra non faccia 9° come millanta l’etichetta. Fonti attendibili parlano di ben 11 (undici sì, avete letto bene), e adesso sì che mi spiego molte cose…
Per dessert un cestino di pastafrolla bicolore con crema di frutta al mascarpone, una frolla burrosa che era un piacere, la crema per niente pesante nonostante fosse a base mascarpone.
Di Tripel non so quanta me ne sia bevuta esattamente. Ci ho anche corretto il caffè e devo dire che è buonissimo; stravecchio, vatti a nascondere!
Splendida serata, ottime le birre ma, a parte 28, le conoscevo già. Rancio ottimo e abbondante.
Aspettando il 4/6 maggio per l’IBF Roma, ecco un appuntamento “pubbarolo” romano: martedì 24 aprile si festeggiano i 2 anni del Mad for beer a Monteverde, Via Federico Ozanam 62. Per l’occasione tutte le birre a 3 EURO e in più saranno messi in palio alcuni premi. Si inizia a bere dalle 16 fino a che non avrete bevuto tutto…
Info al 340.5709150 (Massimiliano) e al 329.1441059 (Roberto).
P.S. Curiosità italiota: in Belgio la Caulier ha ottenuto il riconoscimento dell’associazione diabetica belga come prodotto indicato per i portatori di questa patologia. E’ stata fatta domanda di un riconoscimento simile al ministero della salute italiano ma nel Belpaese pare non sia possibile… Incompatibilità tra bevanda alcolica soggetta ad abuso e prodotto alimentare indicato a chi ha patologie particolari. Continuiamo così, facciamoci del male!