Cibo a domicilio. I 5 migliori food delivery al tempo del Coronavirus
Anche l’ultimo decreto anti Coronavirus che ha esteso a tutta l’Italia la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie e pub per tutta la giornata ha confermato il via libera alla consegna a domicilio del cibo e dei pasti, ovvero al food delivery, che anche se è un’espressione inglese è senza dubbio chiara e ben più concisa dell’italiano.
Questo tipo di servizio, ormai molto diffuso nelle grandi città, permette infatti di ordinare nei vari ristoranti, più o meno rinomati, gourmet o tradizionali, nelle pizzerie e nei fast food di ogni tipo, la propria cena e riceverla a casa. Ci sono locali che lavorano quasi più con questa modalità che con il normale servizio al tavolo.
Vediamo quali sono i principali servizi di delivery nella classifica del sito Qualescegliere.it. Per la classifica sono stati considerati l’interfaccia, la app, i ristoranti presenti, pagamenti, consegna. Abbiamo anche provato a compilare qualche ordine per verificare i prezzi di consegna.
Tutti e 5 i fodd delivery sono disponibili come app.
5. Food delivery: Just Eat
Fondato in Danimarca nel 2000, ha sede a Londra, e in Italia dal 2011; copre tutto il territorio nazionale. Di questi giorni è la notizia della fusione con la società olandese Takeaway.
Ampia scelta di locali, pagamento in contanti, carta di credito o PayPal. Il costo della consegna, verificato su una serie di esercizi, varia a seconda della distanza, e può andare da 2,90 a 6 €.
4. Food delivery: Uber Eats
Uber Eats nasce nel 2014 a San Francisco, e arriva in Italia due anni dopo. È presente in 14 città: Catania, Palermo, Milano, Monza, Torino, Bologna, Firenze, Trieste, Roma, Napoli, Rimini, Reggio Emilia, Genova e Bari.
L’anno scorso ha introdotto la possibilità di utilizzare la piattaforma anche ai ristoranti che hanno un proprio servizio di consegna. Pagamenti solo con carta di credito. Prezzo della consegna sui 2/2,50 €, varia in base alla distanza.
Aggiornamento
Uber Eats ci ha comunicato questi aggiornamenti della propria offerta:
FREE DELIVERY sopra i 10€ di spesa fino al 03/04/2020 CODICE: CONSEGNAGRATUITA
MODALITA’ DI CONSEGNA: al momento del pagamento è possibile inserire nelle note di consegna (cliccando su “Aggiorna Nota Consegna”) la richiesta di lasciare il cibo alla porta senza bisogno di interagire con il rider
TO.MARKET: su Uber Eats è possibile fare la spesa dal supermercato To.Market, che attualmente offre il 50% di sconto sugli ordini.
Lo sconto è disponibile fino al 16/03/2020 per i primi 3.000 utilizzatori del codice. Il massimo detraibile è 15€, spese di consegna escluse.
CODICE: tomarket50.
3. MyMenu
Nata nel 2013 a Padova, la società si è ingrandita assorbendo realtà come la bolognese Sgnam e BacchetteForchette.
Tra i vantaggi offerti, la possibilità di ritirare direttamente il proprio ordine presso il ristorante. Si distingue dai concorrenti per puntare a una fascia di clientela medio-alta. Fra i locali disponibili, Finger’s Garden, Don Juan, Trita, Delicatessen.
MyMenu è presente in 6 città: Bologna Brescia Milano Modena Padova Verona. Pagamento con carta di credito, PostePay, PayPal.
2. Deliveroo
Fondata nel 2013, la società ha sede a Londra e consegna in oltre 200 città nel mondo, di cui 15 in Italia. Fanno capo alla società una serie di “ristoranti fantasma”, che cucinano solo per le consegne e non hanno una sala per la somministrazione in loco.
Pizzerie, hamburgerie, sushi, pokè, e una varietà di altri locali.
Il costo è variabile a seconda della distanza di consegna. Per una pizza biscottata al prosciutto da 12 € di Pizza Biscottata Gourmet da 12 € pagherei 9 € con uno sconto del 25%, più 2,99 € di spese di consegna; per una lasagna della Lasagneria Artigianale da 8 € ne spenderei altri 4,99 di consegna. In compenso, per una margherita di Rossopomodoro (7,50 €) la consegna è gratuita.
Ci sono sconti e offerte indicati nella videata iniziale dei ristoranti, ma non sono indicate le spese di consegna, che vengono conteggiate nel carrello. C’è la possibilità di mettere in conto anche la mancia al rider. Pagamento con carta di credito e Paypal.
Al secondo posto della classifica di Qualescegliere per il rapporto qualità prezzo.
1. Glovo
La società spagnola, che nel 2018 ha assorbito la filiale italiana dell’olandese Foodora, è stata fondata nel 2014 ed è presente in oltre 200 città in tutto il mondo; in Italia copre tutto il territorio nazionale. Le consegne non si limitano al cibo, ma interessano anche altri settori commerciali.
Nel suo menu ci sono ovviamente pizzerie ed hamburger (compresi quelli di Al Mercato), poke house e sushi bar, patinerei (Panino Giusto, tra gli altri) e raviolerie, grandi catene di fast food, ma anche ristoranti in senso più stretto, come Il Ristorantino della Carne, Grani e Braci, L’Ov, La Griglia di Varrone, Sabatini, La Filetteria.
Il primo posto è stato assegnato soprattutto per la varietà dell’offerta, e per la presentazione dei ristoranti.
Glovo è presente in tutto il territorio nazionale. Il costo del delivery varia a seconda dell’indirizzo di consegna. Un Panino Glovo Special di Pescara da 14,50 € mi verrebbe a costare 14.50 € + 1 € di consegna. Una pizza Diavola di Marì da 9,50 € prevede 1,90 € di spese. La spesa più alta di consegna sembra essere 4,50 €: le cifre sono indicate nelle videate iniziali con tutti i ristoranti. Pagamento con carta di credito e contanti.
Indici di gradimento del food delivery per Altroconsumo
Una recente inchiesta di Altroconsumo ha ordinato i vari food delivery secondo un indice di gradimento da parte della clientela. Gli scarti sono minimi:
1. Just Eat
2. Uber Eats
3. Glovo
4. Deliveroo.
Vanno comunque ricordati tutti i problemi che riguardano il trattamento, anche economico (non sono ancora partite le trattative per stabilire il salario minimo, ad esempio, secondo quanto disposto dal governo ormai 5 mesi fa), dei rider. Che secondo una ricerca dell’Università degli Studi di Milano sono in maggioranza giovani maschi tra i 22 e i 30 anni, di origine straniera (40% di africani contro il 34% di italiani); le consegne a domicilio sono la loro prima, e spesso unica, fonte di reddito.
Un articolo de Linkiesta del 7 marzo sostiene che comunque l’utilizzo dei servizi di delivery sia diminuito, anche se è probabile che con la chiusura serale dei ristoranti la situazione possa cambiare. Secondo daniele Contini, «Si era già verificato un fenomeno di riluttanza nelle settimane scorse, ma concentrato sulla cucina cinese e giapponese, poi ampliato il primo week end di quarantena su tutte le tipologie di cucina. A partire dallo scorso week end e via via questa settimana, cominciamo a vedere dei segni di ripresa, il trend sta iniziando a tornare verso una situazione di normalità, anche se le università chiuse non aiutano. Ma in generale riscontriamo che l’atteggiamento delle persone sta tornando più alle abitudini di prima della crisi».
Ricordiamo infine che Esselunga ha istituito un servizio di consegna gratuito per gli over 65 fino a Pasqua.