Cibus di Parma. Parola d’ordine: difendere l’Aceto Balsamico di Modena
Allarme contraffazione a Cibus. Non c’è solo il Pecorino romano australiano a inondare gli scaffali della distribuzione all’estero. Al 16° Salone internazionale dell’alimentazione in corso a Parma si sono fatti sentire anche i consorziati dell’Aceto Balsamico di Modena.
Con il Pecorino Romano, il Parmigiano Reggiano e tante altre eccellenze dell’agroalimentare italiano, l’aceto balsamico ha infatti qualcosa in comune: è uno dei prodotti più contraffatti d’Italia.
Lo hanno ricordato, ad una platea certamente sensibile al tema, i Consorzi per la tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, dell‘Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP nel corso di una conferenza stampa. Peccato che l’abitutine truffaldina di copiare le eccellenze italiane approfittando della loro grande reputazione internazionale (è il fenomeno dell’Italian Sounding) sia una piaga difficile da curare.
Tra i maggiori bersagli dell’imitazione delle eccellenze del made in Italy, c’è l’Aceto balsamico di Modena IGP, una delle prime dieci denominazioni italiane che vanta una produzione di oltre 95 milioni di litri e una quota di esportazine dell’85% che lo pone al vertice di tutte le IGP e DOP italiane.
“Ed è proprio questa eccezionale quota di export che rende difficile proteggere il nostro prodotto”, ha ricordato il Presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti. “Infatti i produttori di molti Paesi, attratti dal successo commerciale dell’aceto balsamico di Modena, pensano di produrre localmente un prodotto simile, e lo commercializzano, a bassa qualità e prezzo, con il nome ‘aceto balsamico’, spesso in italiano e con ampi riferimenti grafici a simboli e usanze tipiche della nostra penisola come le colline con i cipressi, la mozzarella e il pomodoro eccetera”.
Intanto, mentre la quota di prodotto contraffatto nei supermercati degli Stati Uniti ha ormai superato ormai il 20%, il ministero delle Politiche Agricole promette di dare una mano ai Consorzi nell’azione di difesa e si è messo all’opera per studiare una strategia di difesa legale da mettere in atto (anche) contro le grandi catene che si prestano all’imbroglio.
Qualche risultato in questa direzione si è già visto, come ricorda Enrico Corsini, Presidente del Consorzio Aceto balsamico Tradizionale di Modena: “Una famosa catena di fast food ha riconosciuto i nostri diritti, e ha sostituito una bustina erroneamente chiamata ‘balsamico dressing’ con una contenente il vero aceto balsamico di Modena IGP”. Speriamo che questo gesto faccia scuola.