Classifica delle colombe di Pasqua fin qui assaggiate
Può esistere una classifica delle colombe di Pasqua senza ricorrere al rito “assaggiate al buio”? No, mi risponderete. Perché il tribunale del gusto avanzerebbe vizi dovuti all’influenza del nome e alla maggiore o minore conoscenza del pasticciere. Per non parlare del tremendo sospetto della marchetta.
Le ragioni di una classifica alla luce del sole
L’avvocato difensore oppone alla giuria l’aspettativa che un nome o una conoscenza inevitabilmente fa salire. Mentre l’aggravante del giudizio teleguidato è smontato se nella classifica delle colombe assaggiate rientrano esclusivamente quelle regalate o inviate. Oltre a pubblicare i risultati in zona cesarini per cui cari lettori dovrete faticare ad acquistare la migliore colomba.
Attenzione. Non è che disconosciamo il sistema assaggio al buio, ma un po’ di sano relax dopo due anni di Pasqua chiusi al buio della pandemia ci sta.
E allora via con la classifica delle colombe di Pasqua fin qui assaggiate secondo me (come si dice in questi casi).
14. Scarpato, Caipiroska Vodka & Fragole
Perfetta per un regalo con la confezione nera e fucsia, la colomba della Pasticceria Scarpato si distacca dalle tradizionali e più o meno creative proposte del periodo per l’impronta alcolica. La crema artigianale è realizzata con vodka e ci sono anche pezzetti di fragole. La glassa bilancia con l’amaretto. Puntano sugli abbinamenti alcolici anche le altre colombe di Pasqua non assaggiate: la Gin Lemon e la Rum & Cioccolato. Quindi gin e limoni canditi o il classico rum e cioccolato. Tranquilli, resterete in piedi per la gita fuori porta.
13. Gustificio, classica con miele
Ho girato e rigirato la scatola di Gustificio tra le mani. Essenziale e senza un minimo di indicazioni per farmi capire chi l’avesse spedita. Mi è stata subito simpatica la confezione essenziale con la colomba adagiata nella paglia. Non conosco se non di nome Vita Agnusdei ma il suo cognome è forte viatico per la Pasqua. Ha preparato una colomba classica, soffice, con uova di galline allevate a terra (recita il talloncino) e con un bella presenza di burro. Ma soprattutto con un miele del Brenta che un po’ sovrasta il sapore finale. Il massimo per chi è appassionato di mieli.
12. Bonfissuto, tradizionale
Dici Bonfissuto, dici Sicilia – meglio Canicattì – e quindi pistacchio. Ma ci sono anche le arance candite che vanno a braccetto con il refrain del territorio. Che la pasticceria siciliana declina con il lievito madre e una copertura di glassa con farina di mandorle, di nocciole, di semola. E mandorle intere con una punta amarostica che va a bilanciare la dolcezza dell’impasto.
11. Mille Gelateria, classica
La scritta Mille sulla confezione leggera con le righe che la contraddistinguono fa ben sperare. Voglio andare a mille e la colomba di Gabriele Pè spinge forte. Con un minore ritorno di farina e una dolcezza più controllata sarebbe fortissima.
10. D’Antoni, classica
I pasticcieri romani – attivi dal 1974 nel quartiere Collatino – per Pasqua hanno preparato una batteria di colombe e di uova al cioccolato. Ma anche un paio di prodotti salati cioè la pizza al formaggio e il casatiello. Quattro le varianti di colombe e due quelle assaggiate. La classica al sentore di mandorle e ripiena di canditi di arance e limoni. La Pop che mescola noci Pecan e – guarda tu – albicocche del Vesuvio candite e semicandite. Con l’aggiunta di una glassa al cioccolato bianco e cocco rapè. Preferisco la classica, ma la Pop ingolosirà i più giovani.
9. Lorenzetti, integrale con albicocche
Che le albicocche siano il mantra per molte delle colombe di Pasqua assaggiate non v’è dubbio. Daniele Lorenzetti le prepara candite al 20% e le associa a una farina semi integrale e allo zucchero moscovado. Viene fuori una colomba con una tessitura fitta e cosparsa di semi in superficie. Leggera anche senza alveoli dominanti. Il foglietto di accompagnamento sottolinea che la colomba ha un indice glicemico più basso della tradizionale. Plauso alla confezione adattissima alle spedizioni con il cuscinetto ad aria che protegge la colomba.
8. Pasticceria Gruè, classica
Se penso a Gruè, penso allo stratosferico lievitato al cioccolato di qualche anno fa. Marta Boccanera e Felice Venanzi non stanno mai fermi e cambiano impasti e farciture. E con essi gli equilibri. Questa volta tra le colombe di Pasqua assaggiate mi è toccata la classica. Leggera di canditi e un po’ piatta al palato. Ottima come fine pasto, ma se vorrete esagerare la vostra scelta è la Cioccolosa, straripante con l’impasto al cioccolato fondente al 62% Ecuador.
7. Madre, classica con cocktail
Mattia Premoli, valente pasticciere de La Primula di Treviglio, ha varato il nuovo brand Madre. Quindi M come Mattia e come lievito madre ad indicare la strada scelta. Ma c’è di più. La colomba classica che fa parte di quelle assaggiate è abbinata a un cocktail. Diciamolo meglio: per ogni tipologia di colomba vi arriva una generosa fiala di cocktail. A me con la classica con scorze di arance candite è toccato un cocktail Martini Almond con vermouth, cointreau e sciroppo di mandorle. Da shakerare con ghiaccio abbondante. Una Pasqua allegra, fin troppo se vi scolate la fiala per l’intero. Ma vi giuro che la colomba è buonissima con una sovrabbondanza di canditi e una glassa croccante. Tutto però in equilibrio.
6. Santaniello, alle albicocche del Vesuvio
Nel confronto tra le due pellecchielle, Santaniello mantiene quello che promette cioè una coloma che sa di albicocche. Una colomba lineare forse troppo per chi vuole divertirsi con il lievitato di Pasqua, ma tra le colombe assaggiate inaspettatamente – per scarsa notorietà del marchio – convince. La confezione meriterebbe una rivisitazione grafica.
5. Celestina, alle pellecchielle del Vesuvio
Ve l’ho già detto che l’albicocca pellecchiella del Vesuvio è il nuovo mantra della colomba di Pasqua anche tra quelle assaggiate. Qui Nancy Sannino gioca sui fumetti e sul mood giovanile che vuole alveolatura e un po’ di food porn assicurato dal cioccolato. Consigliata più per il cioccolato che per l’albicocca, ma una volta assaggiata non farete distinzioni e la finirete. Eccome se la finirete.
4. Vignola, al cioccolato
La confezione bianco-verde fa intuire la provenienza avellinese – è di Solofra – di Raffaele Vignola e del suo caffè pasticceria che mette nero su bianco: “il nostro lievito madre vive dal 1969”. E vive benissimo in questa colomba che tra tutte le assaggiate si distingue per una copertura al cioccolato intensa e gustosa. Imperdibile per chi cerca un dolce più che una colomba. E non vi dimenticate che Vignola ha conquistato il podio della migliore pastiera 2022.
3. Dolcemascolo, la classica
La pasticceria della famiglia Dolcemascolo di Frosinone ha il suo cavallo di battaglia nella colomba tradizionale che è un classico intramontabile. La confezione con il suo colore arancione acceso dichiara che si tratta della ricetta antica del nonno Salvatore. Aromatica al punto giusto con le arance candite e la vaniglia, è classica anche nella scelta delle mandorle dolci siciliane. La shelf life è di 30 giorni ma la finirete in un battibaleno. Per la cronaca, Matteo Dolcemascolo quest’anno ha sfornato anche una colomba cioccolato e lamponi.
2. Tabiano, la focaccia
Claudio Gatti per me è un essere mitologico perché non sforna né panettoni né colombe ma focacce. Strepitose come quella dei Templari natalizi con cicoria tostata. Che si è aggiudicata la medaglia d’oro nell’ultima classifica dei lievitati creativi. O questa più normale con farina semi integrale e a forma di colomba che è sempre soffice come ormai ci si aspetta dalla pasticceria Tabiano. La glassa si sgretola un po’ ma diventa un ottimo aperitivo.
1. Tiri, la classica
E niente, ho messo da parte la colomba al caramello salato intenzionalmente. Non è possibile che sia sempre al primo posto di qualsiasi classifica alla luce del sole, al buio, inzuppando nel caffellatte, ascoltando giudizi di amici e conoscenti. Ma niente da fare. Vincenzo Tiri con la sua colomba sale al primo posto anche con la classica, quella basica per cui manco funziona l’osservazione dei detrattori della caramello salato “vabbè ma è un dolce non una colomba (un panettone, variazione natalizia)”.
Insomma tocca ripeterci. Senza colombe di Tiri da Acerenza, la Pasqua è meno Pasqua: assaggiate e dite la vostra. Controcorrente, se possibile. PS. Poi vi dirò di un’altra novità.