Bartender, addio. I cocktail li fa Makr Shakr, robot da 1 milione di euro
Si chiama Makr Shakr ed è il primo barman-robot della storia: lo abbiamo visto in azione qualche settimana fa a Torino, in piazza Vittorio Veneto.
Makr riceve le ordinazioni direttamente dai clienti tramite una app dello smartphone – e ci si può sbizzarrire con la creatività: dopodiché mixa, shakera e serve i cocktail.
I bracci del robot, i cui movimenti riproducono quelli di un vero bartender, sono in grado di mescolare e versare più di 40 ingredienti diversi, ovviamente con la precisione al millilitro richiesta da questo tipo di preparazioni.
Per creare un’esperienza ancora più realistica e affascinante, i movimenti dei bracci robotici sono stati modellati su quelli del ballerino italiano Marco Pelle, del New York Theatre Ballet.
Dopo aver gustato la bevanda, è possibile, sempre tramite la app, commentarla e condividerla – e, perché no, anche provare a rifarla modificandola.
Nato dalla omonima start-up torinese (creata da Carlo Ratti e Associati, uno studio di architettura e design), Makr Shakr è un prototipo sviluppato dopo 3 mesi di lavoro da un gruppo di giovanissimi ingegneri provenienti dal Politecnico di Torino e da altre università d’eccellenza del mondo.
“Makr Shakr – afferma Carlo Ratti, professore presso il Massachusetts Institute of Technology e co-fondatore di Makr Shakr – è un esempio di come le tecnologie robotiche stanno cambiando l’interazione tra persone e prodotti, un argomento che abbiamo esplorato in profondità. Il sistema esplora le nuove dinamiche della creazione e del consumo sociale “design, make, enjoy” consentendo agli utenti di progettare le proprie creazioni, mentre le braccia robotiche trasformano questi progetti in realtà”.
Oggi il cyber bartender è un progetto che può essere confezionato su misura per le esigenze di ciascun cliente. Oltre a quello che si è esibito in piazza Vittorio Veneto a Torino, ce ne sono altri 6 in tutto il mondo. Quattro (diventeranno 6 entro il 2018) sono imbarcati sulle navi da crociera Royal Caribbean, uno è in un locale di Las Vegas proprio davanti al Caesars Palace, mentre l’ultimo prepara cocktail nell’Hard Rock Café di Biloxi (Mississippi).
L’esemplare prototipo, che l’azienda usa come demo in giro per il mondo, è arrivato nel capoluogo piemontese dopo essersi esibito in California durante il concerto della cantante Rihanna – e ripartirà a breve alla volta di Dubai.
“Dopo i cocktail – anticipa Emanuele Rossetti, nominato C.E.O. di Makr Shakr con il compito di trasformare il progetto del bar robotico in una strutturata realtà aziendale – i nostri ingegneri stanno mettendo a punto un robot che realizzerà succhi, estratti e centrifugati. Un altro step del progetto sarà realizzare un prodotto standard. Oggi ogni Makr Shakr è studiato appositamente per il singolo cliente, e a breve avremo un sistema standardizzato che, oltre a costare un quinto di questo [il costo del robot su misura si aggira sul milione di euro, ndr], potrà soddisfare le necessità delle grandi catene. Questo progetto lo stiamo sviluppando proprio per un importante cliente nel food”.
[Alessandra Iannello. Immagini: Antonio Lori, Makr Shakr]