Come Emanuela Marottoli racconta le sensazioni a Selezione birra di Rimini
Nella rubrica “Racconti a tutta birra” abbiamo utilizzato le foto di Emanuela Marottoli, attenta ed entusiasta narratrice del mondo della birra artigianale. Manuele Colonna ha detto che Emanuela vive la birra artigianale, rappresenta bene il suo spirito e quello dei locali da lui gestiti. Forse i maligni direbbero perché sempre ben ritratto. In molte rassegne birrarie le foto di Emanuela sono una testimonianza importante, utilizzate da molti addetti ai lavori: premiazione Guida alle birre d’Italia di Slow Food del 2010, Villaggio della Birra, Birre sotto l’albero, Cantillon 2010, GBBF 2010 e così via .
Penso che il saggio Colonna abbia ancora una volta centrato il giudizio. Nelle sue foto c’è sempre una grande attenzione ai primi piani, alle persone colte in atteggiamenti sereni e felici, spesso sorridenti, in modo naturale e conviviale, senza costruzioni particolari. Penso sia quest’immediatezza e questa solare semplicità che piace tanto ed è molto vicina a questo mondo che sta, senza ingerenze di poteri forti, costruendo pezzo per pezzo il suo spazio, imponendo l’immagine della birra artigianale vista nel suo insieme, piuttosto che quella del singolo produttore.
Emanuela ha 34 anni, ed è originaria di Orsara di Puglia (Foggia). Da alcuni anni si è trasferita a Roma, dove lavora nel settore informatico, ed è come molti giovani, felice di questa scelta di vita e del modus vivendi della capitale. Si definisce, con umiltà, fotoamatrice, del resto fotografa solo da qualche anno, ma per migliorare questa sua capacità frequenta un corso professionale presso “Officine Fotografiche”. E’ stata incuriosita, lavorando durante i week end come barman (barwoman sarebbe meglio!) dal mondo della birra artigianale, dalla notevole varietà di birre diverse, ma soprattutto dalla libertà e dall’approccio, spesso informale e conviviale che hanno i personaggi che popolano questo mondo.
Ritiene come le disse Ansel Adams che in ogni foto vivano 2 persone, il fotografo e chi la guarda, aspetto comune del resto a molte forme espressive ed artistiche. Il mondo dei birrai, peraltro è molto stimolante, perché spesso si prendono terribilmente sul serio, e il suo obiettivo è farne uscire anche gli aspetti gioiosi e conviviali.
Ho chiesto ad Emanuela un’immagine di Selezione Birra di Rimini, importante rassegna birraria, alcuni anni fa popolata dalle multinazionali, oggi un po’ più spaccato del mondo artigiano e di alcuni imprenditori e distributori di settore. Questo non è quindi un resoconto dettagliato, ma un’immagine di ciò che la ha colpita nelle sue 5 ore di permanenza alla manifestazione, domenica dalle 11,00 alle 16,00.
Era la prima volta e la sua prima attenzione è andata ai visitatori, tanti, spesso desiderosi di informarsi, ma anche di intraprendere o sviluppare un’attività professionale. Un festival più che un luogo per addetti ai lavori, comunque presenti in forze.
Tante le facce note insieme a quelle nuove, spia di un mondo che si amplia. Molti anche i birrifici nuovi. I tempi sembrano maturi per superare una tesi che circola fra addetti ai lavori o pseudo tali, che vorrebbe solo 30, fra 300 ed oltre, i birrifici che fanno birra buona. E questo soprattutto per la capacità di padroneggiare sempre meglio le tecniche. Per i produttori sarà necessario implementare le azioni di marketing e distribuzione al fine di far conoscere meglio la qualità del prodotto.
Ulysses, una dubbel di Foglie d’Erba, birrificio friulano, una birra abbastanza secca, con belle note balsamiche, di caffè e di tostatura e la Schick , una Pils di Birra del Borgo, secca pulita e bevibile, due birre fra le tante che l’hanno colpita, ed anche una birra al prosecco fatta da Amarcord, utilizzando lieviti da spumante.
Fra gli eventi interessanti la presentazione della DozzinAle tenuta da Kuaska. La birra, prodotta a dicembre a Borgorose, in una pausa della manifestazione “Birre sotto l’albero”, ha visto la partecipazione di 6 birrai: Moreno Ercolani di Olmaia, Valter Loverier di Loverbeer, Riccardo Franzosi di Montegioco, Pietro Fontana di Carrobiolo, Leonardo di Vincenzo e Brooks Carretta di Birra del Borgo. DozzinAle quindi perché hanno contribuito alla produzione dodici mani ed anche perché ha 12 IBU, il luppolo adoperato è il Palisade, varietà americana poco nota, con notevole corredo aromatico.
Molte le spezie adoperate: puntarelle, tarassaco, broccoli selvatici, finocchietto, origano fresco, cicoria e il cedro “la meraviglia di Spagna” e “se passava una lucertola ce la buttavano dentro ”, dice Kuaska alla presentazione! Flavio Boero si è espresso drasticamente, ed ha detto sorridendo che era meglio non produrla. L’evento comunque è riuscito e sintetizza la convivialità di questo mondo.
Fra le persone, Antonio Maiorano dello Sherwood, uno che potrebbe tirarsela molto e che invece mantiene un profilo molto cordiale, sempre gentile e cortese…insomma è nel cuore di Emanuela…ed ancora un pensiero per Bruno Carilli, l’orso di Toccalmatto!
Fra gli stand Bad Attitude, che presentava birre in lattina, del comandante Marcos alias Lorenzo Bottoni, molto spazio, una parte non grande riservata alle spine, una chitarra, della casse, insomma uno spazio aperto estremamente accogliente, e Birra del Borgo con Trimani ad animare con le sue decorazioni, scatole e cartoni con colori molto accesi e vivi, e bottiglie colorate sul momento.
E ancora un gigante, Interbrau, stand enorme e vistoso, sembrava un pub con le luci che riflettevano le bottiglie..non a caso sta investendo tanto…..
Assaggiata la Solitar, una APA di Narke, birrificio svedese in cima alle classifiche di Ratebeer. Quest’APA mi è piaciuta moltissimo, il naso si immerge in un frutteto tropicale, cedro, pompelmo, ananas, mango e pino, in bocca un forte impatto dolce iniziale, a significare un corpo non trascurabile, e poi sensazioni persistenti dei luppoli aromatici, molto più spostati sull’aroma, tanto che facevo fatica a rintracciare anche l’amaro! Bevibilità ed equilibrio assoluti, grande birra!