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21 Aprile 2021 Aggiornato il 22 Aprile 2021 alle ore 09:00

Coprifuoco confermato alle 22 fino al 31 luglio? Cene a rischio in estate

Il coprifuoco confermato alle 22 e allungato a tutto lo stato di emergenza fino al 31 luglio mette in difficoltà ristoranti e pizzerie
Coprifuoco confermato alle 22 fino al 31 luglio? Cene a rischio in estate

Coprifuoco confermato alle 22 fino al 31 luglio nel decreto riaperture approvato nel Consiglio dei Ministri con l’astensione della Lega.

Lo scrive il Corriere della Sera, puntualizzando che il coprifuoco fino alle 22 potrebbe essere rivisto a fine maggio. A essere allungato al 31 luglio sarebbe solo lo stato d’emergenza.

Ma l’incertezza, dovuta alle conseguenze di un voto sofferto in Parlamento del Decreto riaperture, dice che la partita potrebbe avere un ulteriore svolgimento.

Se non passa la linea delle 23 la situazione dei ristoranti si aggrava nella proiezione estiva dei mesi di giugno e luglio. Con l’avvio della stagione estiva, addio alle ore piccole nelle località di mare. Si torna a casa entro le 22. E di conseguenza i ristoranti avranno pochissimo spazio di manovra. Difficilissimo prevedere un doppio turno. E andare a cenare quando il sole è già calato sarà quasi impossibile. Per essere in regola con l’orologio bisognerà anticipare l’orario della seduta.

Coprifuoco confermato: situazione difficile per i ristoranti

Una situazione anomala per un’estate che non parte all’insegna del divertimento. Difficile prevedere quanti turisti siano disponibili a prenotare una vacanza nel mese di luglio sapendo che alle 22 tocca ritornare a casa. E che luglio è il mese con l’orario di luce più lungo.

Né certo aiuta la disposizione dell’apertura dei ristoranti con sale al chiuso solo a pranzo dal 1 giugno. Una norma molto contestata per la disparità che inevitabilmente si crea tra esercizi di ristorazione con tavoli all’aperto e con solo sale al chiuso.

La complessa geometria che si sta delineando per i ristoranti imporrebbe radicali cambiamenti di abitudini. L’estate 2021 potrebbe addirittura essere più dura di quella del 2020 se fosse impossibile prevedere orari più lunghi e rilassati.

Che questa fretta di riaprire a fine aprile possa mettere a rischio la continuità dell’estate? Il dubbio inizia ad assalire proprio in considerazione della contrarietà del Comitato Tecnico Scientifico.

La data di metà maggio, del 17 maggio, forse avrebbe evitato queste disparità di trattamento.

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