Gelato. Il cornetto Algida adesso ha un cuore di soia, piace ai vegani e viene premiato dagli animalisti
Una volta era un cuore di panna, ora è un cuore di soia. Il cornetto, il gelato icona di Algida, esce in una versione vegana, si chiama Veggy perché completamente privo di latte e quindi di panna e riceve il premio Progresso della PETA, l’associazione che promuove i diritti degli animali.
Fare a meno del latte e dei prodotti lattiero-caseari significa evitare sofferenze agli animali e fare a meno dei latticini evita problemi come diabete, malattie cardiache, cancro e obesità.
Queste le motivazioni che hanno portato al riconoscimento.
Ora c’è da vedere come la prenderanno i milioni di cuori di panna infranti nel sapere che per decenni hanno consumato un prodotto che i vegani considerano nocivo.
Cambieranno gusto e si lanceranno sul cornetto Veggy o sul cornetto senza glutine?
Comunicato stampa
ALGIDA RICEVE PREMIO PETA PER L’ANNUNCIO DEL NUOVO CORNETTO SENZA LATTE
L’organizzazione animalista loda la compagnia per aver creato ‘Veggy’, il Cornetto prodotto con latte di soia per soddisfare la domanda da parte del crescente mercato veganoA seguito della notizia che Algida lancerà sul mercato “Veggy”, una nuova varietà del Cornetto – un cono alla vaniglia e al cioccolato fatto con latte di soia e completamente privo di latte – la compagnia è stata riconosciuta con il Proggy Award dalla PETA, l’organizzazione benefica per i diritti animali. Il Premio Proggy (per “Progresso”) riconosce risultati commerciali e culturali che sono rispettosi degli animali.
“Algida, producendo un Cornetto per il crescente mercato vegano, sta offrendo un assaggio del futuro”, dice il direttore dei programmi internazionali della PETA, Mimi Bekhechi. “Oggi più che mai, le persone evitano prodotti lattiero-caseari sapendo che essi sono dannosi per la salute e causano un inferno agli animali. E le aziende abbastanza consapevoli da offrire le opzioni vegane, vengono poi ricompensate”.
PETA – il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da mangiare” – osserva che l’industria del latte infligge alle mucche e alla loro prole una sofferenza enorme dal momento che i vitelli vengono strappati dalle loro madri subito dopo la nascita – un fatto straziante sia per la madre che per il piccolo – così che il latte destinato a loro venga invece consumato dagli umani. Quando la produzione del latte diminuisce, le mucche vengono mandate al macello. Inoltre, il consumo di latticini è stato collegato a svariati problemi di salute come il diabete, le malattie cardiache, il cancro e l’obesitá.