Cucina francese e tradizione da trattoria al Caffé La Crepa
C’era una volta… Perdonate la retorica, ma in questo caso, l’incipit da favola è azzeccato. E’ la sensazione che si prova quando si va a La Crepa. Vivere in una dimensione parallela al reale e bella. Il luogo? Isola Dovarese, tra Mantova e Cremona.
Eccolo lì, nel centro di piazza Matteotti, il Caffè La Crepa a ricordarci, con la sua storia pluricentenaria (è lì dal 1832), che, contro le insidie del tempo, non basta una buona cucina, ma è indispensabile anche una sapiente gestione. I fratelli Malinverno, Fausto e Franco, la moglie Laura e il figlio Federico tengono davvero a questo posto e accudiscono i loro clienti, chi in cucina e chi in sala. Immersi in una cartolina anticata dallo sfondo seppia, il pensiero va a quelle fessure che pare abbiano dato il nome al locale. Un terremoto della Prima guerra mondiale, si dice. Un’atmosfera vintage, giusto corollario al giallino di pareti e tovaglie, al verde delle rampicanti e al legno di tavoli e sedie.
L’ambiente fa da preambolo a una cucina che soddisfa le aspettative. Un nostalgico saper fare di un territorio e una ricerca costante dell’innovazione. Come vogliono sottolineare i vini, esclusivamente biodinamici, e la contaminazione della cucina francese. Cominciamo con un aperitivo. Squisite polpettine di carne e bollicine. Su suggerimento vince un Franciacorta, Camossi Brut.
L’antipasto, Lumache nostrane alla moda di Borgogna, mi fa rimpiangere la mia precedente astemia dalle chioccioline. Gratinate al forno nel burro aromatizzato. Delizia del palato e richiamo a un futuro glocale.
A seguire, decidiamo di ordinare due primi diversi, da dividere. Tortelli amari all’erba San Pietro e Testaroli (home made) con pesto alle erbe di campo. Il sapore amarognolo, in entrambi i casi, controbilancia la dolcezza della pasta fresca. Piatti giovani e briosi.
Faraona alla Stefani con tempura di verdure e terrina di pomodori crudi. Un omaggio riuscito al Rinascimento. Le verdure e i pomodori accompagnano in armonia la carne.
Scaloppa di fegato fresco d’oca con salsa al porto. Una confettura di cipolle, fragole e albicocche, saltate nel grasso d’oca, fanno da contorno. Cottura au point del fegato, il cui grasso è smorzato dalla freschezza della frutta, dal sapore agrodolce della cipolla e da quello, semiliquoroso, della salsa al porto.
L’esperienza al caffè La Crepa si conclude con un Affogato al caffè. Un ottimo gelato artigianale segna la fine del nostro pranzo. Indiscutibile il sapore che quest’anno compie 35 anni. Auguri!
Riguardo ai vini, la scelta della Crepa ha puntato tutto sui vini biodinamici. Due i vini suggeriti per il nostro percorso: uno toscano e uno spagnolo. Abbiamo optato per lo spagnolo: Laureano Serres, Mendall rosso del 2005.
Servizio impeccabile e, al tempo stesso, informale. Il rapporto qualità/prezzo convince. Totale 110 €, in due, all inclusive. E il consiglio di provarlo alla riapertura a fine mese.
(Cristina Rombolà. Foto: Il Gustofilo)
Caffé La Crepa. Piazza Matteotti, 13. Isola Dovarese (Cremona). Tel. +39 0375.396161