Che cucina e che vista al ristorante Monastero del Castello di Ischia
Bellissima esperienza al ristorante La Cucina del Monastero ospitato nel Castello Aragonese, simbolo dell’isola di Ischia.
Dopo diversi tentativi finalmente provo la cucina di Michelangelo Iacono detto “mereccopese”. Un nomignolo di cui lo chef va fiero nonostante venisse usato in passato in modo dispregiativo per definire qualcuno poco evoluto e dedito all’agricoltura. Io sono d’accordo con lo chef e se ci fossero più persone dedite a lavori nobilitanti staremmo tutti molto meglio.
Il nonno degli attuali proprietari, Nicola Ernesto Mattera, acquistò il Castello Aragonese d’Ischia dallo Stato nel 1912 per 25.000 lire. Negli anni ’70 Gabriele Mattera, artista e pittore, insieme alla moglie Karin, grafica tedesca, portano a compimento molte delle principali opere di restauro. La realizzazione dell’ascensore nella roccia ha reso il Castello accessibile alle visite e all’ospitalità. I viaggiatori che desideravano soggiornare nell’ex monastero ricevevano lenzuola e candele per la notte. Un’accoglienza spartana e fuori dagli schemi. Negli anni ’80 i proprietari muovono i primi passi nella ristorazione con l’apertura del bistrot, la Caffetteria del Monastero. Il ristorante del Castello di Ischia, invece, apre negli anni ’90 e nel tempo diventa La Cucina del Monastero.
I menu della Cucina del Monastero al Castello Aragonese di Ischia
Che si evolve guardando al passato e che ritroviamo nella parola Merecopp, da cui il nickname dello chef. Ischia in passato era divisa in due parti. Merecoppe, cioè sopra al mare per indicare i territori collinari isolani a vocazione agrigola. E Merevascio, che significa giù al mare, per comprendere le zone costiere dell’isola verde.
E Merecoppe e Marevascio si chiamano due dei quattro menu degustazione cui si aggiunge un terzo, U cala cala che mescola le due cucine di terra e di mare. Il quarto, Insula Minor, attinge dai primi due per costruire un percorso vegetariano.
Il ristorante la Cucina del Monastero al Castello di Ischia non prevede piatti alla carta. Ma “chiudono un occhio” se allo stesso tavolo (in totale sono 10, quindi prenotate) ne scelgono 2. Come abbiamo fatto noi puntando su Merecoppe e U cala cala.
Merecoppe, recita il nuovo sito, “È un omaggio alla cucina di terra della nostra isola. Il termine Merecoppe (dal greco “mèros“, che significa parte, regione e dall’espressione dialettale napoletana “n’copp” che sta per sopra, in alto) si traduce “parte alta dell’Isola”. A Merecoppe si viveva dei frutti della campagna, si allevavano conigli e si faceva il vino; si mangiavano soprattutto carni bianche, uova, patate e tanta verdura. La rivalità tra Merecoppe e Merevascio (la parte costiera) si superava ogni tanto con la pratica del Cala Cala, ovvero lo scambio di prodotti tra pescatori e contadini. Dalle terre che si affacciano sul mare di Cartaromana i contadini calavano una cesta di verdure, vino e carni ai pescatori che aspettavano giù sulle barche; la cesta tornava su, nel bucolico mondo di Merecoppe, piena di pesci lucenti”.
Come si mangia
La cena, il ristorante La Cucina del Castello Aragonese di Ischia è aperto solo la sera, inizia con ottimi pani e grissini e un benvenuto.
Seguiti dagli antipasti. Il Carpaccio di pesce del giorno con insalatina cafona dal menù Cala Cala è ottimo per materia prima e presentazione.
Risponde la Melanzana allo scarpone dal menù Merecoppe, ben presentata e vero inno alla terra. Lo chef merecoppese realizza egregiamente questo piatto. Wow
Nell’alternanza tra i due menu è del Cala Cala i Gamberi, pane, pomodoro e cremoso di bufala. Quando già parti con grandi materie prime sei avvantaggiato e poi lo chef ha rifinito alla grande. Ci scappa un altro wow.
Dal Merecoppe uno strepitoso Uovo biologico locale a zuppetella. Ancora lo chef gioca in casa e stravince. Sapori netti e decisi e un pomodoro come fondo ad esaltare il tutto. Doppio wow.
I piatti
Il Risotto agli agrumi con totano nero dei Maronti e finocchietto selvatico è un gran bel piatto. Elegante e saporito, dimostra che Michelangelo Iacono, chef di pochi proclami, è meritevole di attenzione. In primis dall’unica guida stellare.
Il Raviolo acqua e farina alla Nerano chiarisce anche la bravura dello chef del ristorante del Castello di Ischia con la pasta fatta in casa, ottimamente tirata e farcita bene. Piatto godurioso dal percorso del Merecoppe.
La Mescafrancesca di Gerardo di Nola con fagiolini, erbe amare e crostacei è piatto del Cala Cala intrigante nella sua semplicità. Poi se avete un debole per la Mescafrancesca, pasta mista che è già una garanzia, vi stupirete per l’interpretazione dello chef della Cucina del Monastero al Castello di Ischia.
Le Candele al coniglio con parmigiano vacche rosse e pomodori affumicati chiude alla grande il percorso dei primi piatti. Fa parte del menu Merecoppe.
Sempre saltando da un menu all’altro ecco ancora un piatto del Cala Cala. Il Tonno, parmigiana di melanzane e cacao. Ottima esaltazione dei prodotti locali.
Non stanno a guardare gli abitanti della parte alta dell’isola. Dal menu Merecoppe arriva una Finta Genovese con mela annurca. La mela ripulisce e rende ancor più godibile un piatto che con il caldo potrebbe risultare più impegnativo da mangiare. Comunque i voti per il sorprendente Michelangelo restano alti.
I dolci
A chiudere la cena al ristorante del Castello di Ischia i Piccoli dessert che sono un insieme di assaggi molto buoni. E come finale arriva una deliziosissima graffa con crema come la faceva la nonna dello chef. Che dire? Evviva la nonna!
Un invito ai lettori che spero di aver incuriosito: andate al Castello di Ischia e cenate alla Cucina del Monastero, letteralmente sorprendente per me. Un amico fidato, soprannominato idrochef e collaboratore in eventi con altri chef, mi aveva consigliato di andare a trovare Michelangelo Iacono e lo ringrazio pubblicamente per l’ottima dritta che giro ai lettori. Approfittate perché chiuderà a fine ottobre e di occasioni ne avete per soddisfare la curiosità. Anche se non sarà più estate, la vista dalla sala interna non ne risentirà.
Quanto costa il ristorante del Castello Aragonese di Ischia
Merecoppe (90 €)
- Melanzana allo scarpone
- Uovo biologico locale a “zuppetella”
- Raviolo “acqua e farina” alla Nerano
- Candele al coniglio con parmigiano “Vacche rosse” e pomodori affumicati
- Finta “Genovese” con mela Annurca
- Piccoli dessert
Merevascio (95 €)
- Tartare del giorno con frutta e verdure croccanti
- Gamberi, pane, pomodoro e cremoso di bufala
- Risotto agli agrumi con totano nero dei Maronti e finocchietto selvatico
- Mescafrancesca “Gerardo di Nola” con fagiolini, erbe amare e crostacei
- Polpo, patate, birra e agrumi
- Piccoli dessert
Cala Cala (95 €)
- Carpaccio del giorno con insalatina cafona
- Gamberi, pane, pomodoro e cremoso di bufala
- Risotto agli agrumi con totano nero dei Maronti e finocchietto selvatico
- Mescafrancesca “Gerardo di Nola”con fagiolini, erbe amare e crostacei
- Tonno, parmigiana di melanzane e cacao
- Piccoli dessert
Insula Minor (90 €)
- Melanzana allo scarpone
- Uovo biologico locale a “zuppetella”
- Raviolo “acqua e farina” alla Nerano
- Spaghetti del Monastero
- Tuberi e verdure
- Piccoli dessert
Per i più fortunati commensali del ristorante del Castello è possibile dormire in una delle 20 camere ricavate dalle celle delle monache di clausura che, con la vista sul mare e sul borgo di Ischia Ponte, soffrivano certamente meno di solitudine.