Dazi americani. Duro attacco del Parmigiano Reggiano a difesa della Dop
Gli Stati Uniti hanno punito la UE con sanzioni da 7,5 miliardi di dollari e a farne le spese è anche l’Italia con perdite stimate di 1 miliardo di € e una grande pressione sui prodotti agroalimentari.
Con qualche distinguo perché se è vero che la mozzarella di bufala Campana Dop si salva (e il fiordilatte lascia sul campo un aumento al 25%), un’altra dop come quella del Parmigiano Reggiano riceve la bastonata del 40% che tradotto in termini di prezzo significa per i consumatori americani pagare dal 18 ottobre circa 6 dollari a chilo di tasse in luogo dei 2,15 attuali per un prezzo finale che sfiora arriva a 45 dollari al chilo.
[Qui il documento ufficiale USA]
Non sono ancora chiare le conseguenze che il Parmigiano Reggiano dovrà subire in termini di probabile contrazione del mercato e soprattutto di avanzata del fake parmigiano che i consumatori a stelle e strisce troppo spesso ritengono vero prodotto italiano.
Oltre alla questione Airbus che ha scatenato la guerra, ci sarebbe la volontà di depotenziare la tutela delle dop, è il ragionamento che si fa nel perimetro del Parmigiano. Una strategia che mirerebbe a minare le indicazioni Geografiche Europee come gorgonzola o asiago (anche se non si comprende perché la bufala ad esempio resta fuori).
Ecco il testo che ha diramato il consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano per chiamare a raccolta le Indicazioni di tutela europee.
News sui Dazi USA: un documento della National Milk Producers Federation dichiara guerra all’agroalimentare europeo
Grandi novità sul fronte dei dazi USA: gli Stati Uniti calano la maschera e dichiarano quali siano i veri obiettivi dei dazi che vanno a colpire solo alcuni tra i prodotti dell’agroalimentare italiano di qualità. Questo, il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano:
“Un documento della National Milk Producers Federation (l’Associazione dei produttori di latte che produce più dei due terzi del latte americano ) rende esplicita la volontà del Governo Americano di fare guerra alle indicazioni Geografiche Europee. Finalmente è chiaro per quale motivo nell’elenco dei prodotti soggetti a dazio aggiuntivo del 25% ci siano solo determinate indicazioni geografiche italiane, come il Parmigiano Reggiano. I dazi non sono altro che una ripicca perché l’Europa tutela le DOP registrate: i formaggi americani (come il Parmesan, ma anche l’Asiago o il Gorgonzola, la Fontina made in USA ) non possono pertanto entrare all’interno dell’Unione Europea.Le pretese del governo americano sono assurde: noi non permetteremo mai agli americani di vendere in Italia il Parmesan, e questo vale per noi, così come per tutti gli altri consorzi di tutela delle indicazioni geografiche italiane. Noi dobbiamo difendere i nostri prodotti perché li sappiamo fare solo noi e perché sono espressione del territorio e della cultura del nostro Paese. La politica italiana e europea deve essere a fianco dei Consorzi perché nel mondo noi dobbiamo affrontare costosissime cause legali affinché i nomi delle indicazioni geografiche siano utilizzati solo per gli autentici prodotti italiani. Sul mercato non ci devono più essere un Parmesan made in Wisconsin, un Asiago o un Gorgonzola americani. Le Dop come il Parmigiano Reggiano sono un patrimonio culturale italiano, alla stregua del Colosseo: le caratteristiche della nostra DOP dipendono dal territorio del quale è espressione. I ‘tarocchi’ che vengono prodotti altrove e che usano un nome che evoca il prodotto originale italiano hanno come effetto quello di trarre in inganno il consumatore. Se Trump è America first, il Consorzio del Parmigiano è American consumer’s first. Il consumatore che acquista il Parmesan è spesso convinto di acquistare un prodotto italiano. Il Consorzio ha mostrato ad un campione significativo di consumatori americani un Parmesan che riportava in etichetta l’indicazione esplicita “Made in Winsconsin”. Due terzi del campione intervistato ha dichiarato di ritenere il prodotto di provenienza italiana. Per questo motivo il Consorzio del Parmigiano Reggiano si batte affinché, anche fuori dall’Unione Europea, il nome Parmesan possa essere utilizzato solo per l’autentico prodotto Parmigiano Reggiano. Altrimenti, non saranno solo le aziende italiane a subire un danno, ma tutti i consumatori americani che vengono ingannati perché acquistano un fake nella consapevolezza di acquistare il vero Parmigiano Reggiano”.
Qui il documento della NMPF – National Milk Producers Federation: https://hoards.com/article-26461-statement-on-us-response-to-illegal-eu-subsidies-under-wto.html