Decreto Green Pass: bocciati gli emendamenti, resta l’obbligo al ristorante
Il Decreto Legge istitutivo del Green Pass è arrivato alla Camera dei Deputati per la discussione sugli emendamenti e la conversione in legge. Nella prima votazione a scrutinio segreto, il Parlamento ha bocciato l’emendamento che chiedeva la soppressione dell’obbligo di Green Pass al ristorante.
270 parlamentari hanno quindi confermato che per entrare nelle sale al chiuso del ristorante occorre il Green Pass. 134 i voti di chi invece chiedeva l’abolizione e 4 gli astenuti.
Resta dunque l’obbligo di esibire il certificato verde vaccinale per sedersi ai tavoli nelle sale al chiuso. La conversione del Decreto Legge in legge ordinaria, lo ricordiamo, farà venire meno gli arzigogolati ragionamenti giuridici dei no vax e i no green pass. Incostituzionalità, presunta assenza di un provvedimento normativo, Corte di Giustizia europea e altre considerazioni andranno in soffitta.
Il quadro politico vede al momento il Governo che ha rinunciato all’idea di porre la questione di fiducia sul Decreto Legge. Ciò significa che si discuterà e si voterà sugli emendamenti proprio come è successo ieri.
I partiti di maggioranza hanno ritirato gli emendamenti al Decreto Legge Green Pass e restano sul tavolo solo quelli dell’opposizione. E proprio quello che chiedeva l’eliminazione dell’obbligo per i ristoranti ha ricevuto i voti della Lega. Il partito di Matteo Salvini ha votato a favore dell’emendamento del partito di Giorgia Meloni.
Perché gli emendamenti al Green Pass rallentano il percorso di conversione
Una stranezza politica considerato che in sede di Consiglio dei Ministri i rappresentanti della Lega non hanno posto obiezioni sul Green Pass al ristorante.
“Non penso che il governo dipenda dal fatto che uno voglia andare al ristorante a mangiarsi la pizza con o senza il green pass. Penso che il governo abbia altre sfide ben più ambiziose rispetto a queste”, ha spiegato Salvini.
“L’obbligo di Green pass è una misura non di buon senso. Perché nel resto d’Europa non viene utilizzato come in Italia? Nel resto dei Paesi fatta eccezione per la Francia viene usato come strumento per facilitare la circolazione e il ritorno alla normalità, qui per impedire la libertà”. È il ragionamento di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sotteso agli emendamenti proposti.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida ha affermato che in Europa il green pass “non lo adotta praticamente nessuno”.
Ma questa affermazione non corrisponde a quanto sta accadendo. 14 Paesi della UE su 27 lo hanno adottato sebbene con modalità differenti. E tutte puntano a premiare una maggiore socialità per i vaccinati.
La tenuta del Governo non è in discussione, ha spiegato Salvini. Ma gli effetti del voto sull’emendamento bocciato lasciano prevedere che il percorso di conversione sarà più lento. Come racconta il Corriere della Sera, la Cabina di Regia di domani potrebbe slittare alla prossima settimana. E con esso l’estensione dell’obbligo di Green Pass per ristoratori e dipendenti. Una concessione di tempo al leader della Lega che sul Green Pass al ristorante gioca la partita del consenso. Ma che “ha contro mezzo partito, la maggioranza dei suoi elettori, i suoi stessi governatori, gli industriali del Nord”.
Obbligo di vaccinazione
Un ritardo dell’approvazione del green pass esteso dovuto agli emendamenti potrebbe quindi avvicinare l’obbligo del vaccino anti Covid. Una misura che raccoglie sempre più consensi anche al di fuori delle forze politiche. Ieri a Cartabianca si sono espressi a favore dell’obbligo vaccinale Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly, e Maurizio Landini, leader della Cgil.
“Ci stiamo incartando nel definire le varie categorie in cui serve o meno il Green Pass. Da imprenditore, pagare i tamponi a lavoratori no vax mi seccherebbe. A questo punto facciamo l’obbligo vaccinale. I no vax duri e puri saranno pochissimi”, ha detto Oscar Farinetti.
“Bisogna impegnarsi affinché le persone si vaccinino. In questa fase sarebbe il momento di fare una legge che prevede l’obbligo vaccinale. Noi non saremmo contrari. Una decisione di questa natura non possono che prenderla il Parlamento e il governo”. È la dichiarazione di Maurizio Landini.