Dieci alimenti che fanno bene al pianeta
Qual è il cibo che fa bene al pianeta? Quali sono gli alimenti che, oltre a produrre un'”impronta ecologica” contenuta, hanno persino effetti benefici sull’ambiente nella sua lotta per “disintossicarsi”? A redigere, per l’edizione mensile del settimanale britannico The Observer, l’elenco degli alimenti amici del pianeta, con relativi fornitori inglesi, ci ha pensato Andrew Purvis che dalla lista ha depennato, oltre che il cibo ecologicamente impattante, anche i rivenditori “eticamente” non irreprensibili (ad esempio quelli che impongono prezzi troppo bassi ai fornitori dei paesi poveri).
L’onore di appartenere ai 10 best in fatto di impatto ambientale, inoltre, è stato concesso soltanto a quei prodotti sulla cui sostenibilità l’opinione degli esperti è unanime. Nella lista della “spesa virtuosa” sono finiti quegli alimenti che, per essere coltivati/allevati/prodotti, hanno bisogno di poche risorse (acqua, cibo ed energia), che presentano un’elevata capacità di catturare l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane (tra cui anche quelle dell’agro-industria) e/o che, fissando bene l’azoto, riducono il fabbisogno di fertilizzanti.
Quello che emerge dall’inchiesta del The Observer è una bella carrellata di protagonisti dell’Inghilterra ecologica, etica e equo-solidale: imprese agricole, GDO, commercianti, importatori che hanno saputo offrire piccole risposte concrete ai grandi problemi che minacciano il pianeta: riscaldamento climatico, lmpoverimento dei suoli, carenza d’acqua.
Ecco il meglio della spesa sostenibile secondo Andrew Purvis.
COZZE ALLEVATE
L’acquacoltura è, in generale, un’attività che allenta la pressione dell’uomo sulle popolazioni di pesce selvatico. La cozza allevata, in particolare, non ha bisogno di essere nutrita (filtra il cibo dall’acqua) e produce “emissioni” minime (surplus di cibo ed effluenti). Piuttosto che una causa di inquinamento la cozza allevata rappresenta un indicatore del livello di inquinamento presente nel luogo in cui vive. Il “consiglio per l’acquisto” di Purvis cade su Waitrose, la catena britannica di supermercati, dove le cozze scozzesi allevate sono in vendita a 2,99 sterline per una confezione di 500 grammi.
FAGIOLI
I legumi sono ottimi fissatori di azoto che, dopo aver catturato dall’atmosfera, convertono in ammoniaca, una sostanza chimica dalla quale dipendono le piante ed altri organismi. I fagioli, come le lenticchie, la soia e le arachidi sono in grado di fissare 285 kg di azoto per ettaro piantato riducendo o eliminando il fabbisogno di fertilizzanti chimici e consentendo così un risparmio fino a 600 kg di emissioni di anidride carbonica per ettaro. Comprare legumi, ovviamente di stagione e meglio se da agricoltura biologica, significa quindi dare una mano concreta al pianeta.
CARPE DI ALLEVAMENTO
Le specie più diffuse di carpa da allevamento sono carnivore e dovendo essere nutrite con pesce, contribuiscono all’impoverimento della fauna ittica selvatica. Le carpe onnivore, invece, mangiano insetti e alghe che trovano nel loro ecosistema. Il grano, i fagioli e i vermi con cui integrare la loro alimentazione possono essere coltivati o reperiti localmente (il grano, in particolare, è un prodotto piuttosto energivoro). Le carpe più sostenibili secondo Purvis, sono quelle biologiche di aquavisiononline, l’azienda inglese convertita all’aquacoltura biologica che le propone per Natale e Capodanno in versione affumicata. In vendita anche a Londra da Davies Fishmongers al n. 494 di Hoe Street.
BISONTI E MONTONI
L’erba delle praterie, quando non sono fertilizzate con prodotti chimici, presenta un elevato potenziale di cattura del CO2 (fino al 40% dell’anidride carbonica prodotta dall’intero settore dell’agro-industria). Se sono lasciate al pascolo libero di mandrie di bisonti e alla loro azione fertilizzante naturale, le praterie si comportano come vere e proprie spugne per l’inquinamento dell’aria. Per i bisonti l’indirizzo segnalato dal The Observer è Bush Farm, nello Wiltshire, a due ore da Londra, che vende carne di bisonte allo stato brado direttamente in fattoria e in farmer’s market (anche carne di maiale, pollo, anatra, cervo e halibut). Discorso analogo può essere fatto per i montoni, se lasciati liberi di crescere nelle brughiere, un altro ecosistema con elevata capacità di catturare l’anidride carbonica. Il montone, la cui carne è ricca di Omega 3, è più sostenibile dell’agnello anche perché, quando è lasciato libero di alimentarsi e di muoversi nei grandi spazi della brughiera, non si nutre dei cereali con i quali viene invece integrata talvolta la dieta dell’agnello. Da Alternative Meats, a due ore da Birmingham, nello Strophshire, si acquista, oltre che carne di montone, manzo Kobe nella varietà a lenta crescita Wagyu e le migliori varietà di manzo inglese, anche carne di struzzo, fagiano, bufalo, pernice, coniglio selvatico, capretto e persino di coccodrillo, zebra, canguro, antilope, gazzella e cammello. La vendita online è riservata ai clienti del Regno Unito.
MELE
Ovviamente quelle autoctone. Dagli anni Cinquanta è sparito il 64% dei frutteti inglesi, sostituiti da coltivazioni più redditizie. Con la conseguenza, e non solo in Inghilterra, che le mele autoctone sono sempre più introvabili. A chi non vuole rinunciarci, Andrew Purvis segnala Il Riverford Organic, la fattoria biologica del Devon dove si coltivano ancora le varietà Discovery, Russet e Early Windson dell’Herfordshire e del Kent. Per l’acquisto, l’azienda organizza una vendita settimanale sul posto ma i prodotti, (anche verdure, carne, salumi, cioccolato, succhi di frutta e persino pasta e Prosecco), sono acquistabili anche online.
BIRRA
Non una qualsiasi visto che questa bevanda presenta tassi elevati di consumo di acqua (ce ne vogliono 7,5 litri per farne uno di birra). Ma il miracolo di contenere, fino a dimezzarlo e oltre, lo spreco di oro blu, è riuscito al birrificio della Cornovaglia Sharp’s (3 litri di acqua per ogni litro di birra) con la sua Doom Bar. I resti della lavorazione vengono poi trasformati in cibo per animali e le bottiglie vengono riciclate e trasformate in bicchieri. Per chi vuole provarla, la Doom Bar (29 sterline una confezione di 12 bottiglie nelle catene di supermercati Morrison, Tesco e Majestic) è anche acquistabile online, ma solo nel Regno Unito.
TACCHINO
Tacchini che non conoscono lo stress. Di giorno liberi di vagabondare nei boschi e di notte di dormire in ripari mobili, ascoltando CD e divertendosi con i giocattoli. Questo è il mondo di Sheepdrove Farm, nel Berkshire, a poco più di un’ora da Londra. Vendita online (purtroppo solo nazionale) o in fattoria.
ALBICOCCHE
Ecologiche ed ecosolidali le albicocche pachistane importate e vendute da Tropical Wholefoods sono acquistabili anche nei negozi dell’Ong Oxfam. L’importatore inglese di frutta secca biologica del Burkina Faso, dell’Uganda e del Pakistan segue i dettami del commercio equo e solidale acquistando prodotti già lavorati dalle popolazioni indigene (quindi senza sottrazione di reddito), pagando in anticipo il prodotto a prezzi equi e condividendo le tecnologie con i produttori. Il trasporto su navi non refrigerate del prodotto già inscatolato consente di contenere il fabbisogno energetico.
UN CARBONE AGRICOLO SPECIALE
L’ultimo dei prodotti selezionati dal The Observer non è un alimento ma un fertilizzante. Si chiama Grochar, è commercializzato dalla Carbon Gold e contiene biochar (carbone vegetale) ed altri resti organici (bucce di cacao e avanzi di potatura) forniti dal produttore britannico di cioccolato biologico Green & Black’s. Una miscela che unisce i vantaggi del carbone vegetale (elevata capacità di catturare l’anidride carbonica e di ridurre il fabbisogno di fertilizzanti) con quelli dell’uso delle biomasse per aumentare la fertilità del terreno. In commercio dal 30 settembre (anche su Amazon).
[Fonte: The Observer]
Foto: Francesco Arena, mondoecocompatibile, cristinabarbagli, desktopscenes, buttalapasta, thewellseasonedcook, aziende marchi