Doggy bag obbligatoria: come funziona, multe ai ristoranti incluse
Cos’è la doggy bag obbligatoria di cui oggi parlano tutti, e perché è importante.
Per doggy bag obbligatoria si intende una norma che prevede l’obbligo per i ristoranti di fornire ai clienti un contenitore per conservare il cibo avanzato.
Il nome viene dall’usanza di tenere il cibo avanzato nei locali per il proprio cane, ma ovviamente si può usare anche per se stessi o per altre persone.
In altre e più pratiche parole, significa portare via dal ristorante il piatto che non avete terminato, in una scatola, da riscaldare il giorno successivo.
Come funziona la doggy bag obbligatoria nel mondo
La doggy bag obbligatoria è una proposta di legge presentata ieri dai deputati di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli, che ha lo scopo di ridurre lo spreco alimentare. Uno dei punti dell’Agenda Onu 2030.
Inevitabilmente, l’iniziativa sta alimentando la discussione tra favorevoli e contrari.
In Italia, ogni anno sprechiamo 65 chili di cibo a testa (dati Fondazione Barilla), per colpa di abitudini sbagliate nel consumo, in casa e al ristorante.
Questo comporta gravi conseguenze etiche e ambientali, con risvolti che interessano la fame nel mondo, l’inquinamento, il consumo di risorse e il cambiamento climatico.
La doggy bag obbligatoria non è una novità. Negli Stati Uniti lo fanno da sempre, in Francia lo fanno per legge dal 2016.
In Italia siamo solo ora alla proposta di legge, ma la pratica si sta diffondendo, con circa 4 clienti su 10 che chiedono di riportare a casa quello che è rimasto nel piatto al ristorante.
Ricordiamo casi, per esempio, come la “Repeat Box”, una vaschetta 100% biodegradabile realizzata con gli scarti della canna da zucchero, voluta dal Comune di Perugia.
Doggy Bag obbligatoria: la proposta di legge
L’iniziativa italiana prevede che tutti i ristoranti abbiamo sempre disponibili dei contenitori ad hoc (utilizzabili più volte e riciclabili) per consentire ai clienti di portarsi via l’eventuale cibo avanzato. Pena una multa salata, da 25 a 125 euro, per i trasgressori.
Questo solo se a esercitare il loro diritto, chiedendo la doggy bag, sono i clienti. Per i ristoratori non è obbligatorio fornire la confezione in mancanza di una precisa richiesta.
Una strada lunga e piena di ostacoli
Il primo ostacolo è la paura di molti italiani che ancora non osano chiedere la doggy bag, perché pensano di fare la figura dei tirchi.
Dall’altra parte, ci sono anche i problemi dei ristoratori. Alcuni infatti hanno paura di perdere tempo per preparare le bag dei clienti. Soprattutto di spendere di più per comprare i contenitori giusti.
Su chi dovrebbe ricadere la spesa per l’acquisto delle scatole? Sui ristoratori. Per compensare, la proposta di legge dei deputati di Forza Italia prevede un aumento del coperto di sei centesimi.
Quali sono i vantaggi della doggy bag obbligatoria
La doggy bag obbligatoria è una soluzione efficace e semplice per risparmiare il cibo pensando al pianeta. Non permette solo di evitare lo spreco di cibo, ma anche il risparmio di denaro.
Nel senso che è un’occasione per rivedere le nostre abitudini alimentari sbagliate, evitando per esempio di ordinare porzioni enormi o di comprare più di quello che serve davvero.
Cosa ne pensano chef e ristoratori
Il Corriere della Sera ha chiesto a 5 operatori del settore, nomi famosi della cucina e della ristorazione stellata italiana, un parere sulla proposta di legge della doggy bag obbligatoria.
Franco Pepe, proprietario della pizzeria Pepe in Grani di Caiazzo, è favorevole alla doggy bag obbligatoria, perché ritiene che sia un gesto di rispetto verso il cibo, il lavoro e il cliente. Dice che la sua pizza è pensata per essere consumata subito, ma che non si oppone a chi vuole portarla via.
Anche Ada Stefani, chef e proprietaria del ristorante stellato Ada a Perugia,è favorevole, anche se questo dovesse richiedere una spesa. Lo riterrebbe un investimento necessario.
Perplesso invece Ciccio Sultano, chef patron del ristorante due stelle Michelin. Che invita il legislatore a considerare diversi aspetti come la conservazione del cibo dopo che il cliente ha lasciato il ristorante.
Enrico Buonocore, imprenditore e fondatore del marchio Langosteria, ha più di un dubbio. Secondo lui la doggy bag da sola non basta. Spesso nei ristoranti stellati si scartano prodotti in ottimo stato di conservazione solo perché non rispettano determinati criteri estetici.
Infine Valeria Piccini, chef e proprietaria del ristorante Da Caino di Montemerano, è contraria alla doggy bag obbligatoria, perché la ritiene anacronistica. Non risolve l’emergenza degli sprechi in cucina.
Più di qualche italiano la ringrazierà per questo. Timoroso di chiedere il contenitore per la pizza che non ha finito, perchè non vuole passare da braccino corto. Ma la pizza riscaldata è buona anche il giorno dopo. È nel frattempo il pianeta ringrazia.