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27 Marzo 2022 Aggiornato il 28 Marzo 2022 alle ore 08:26

Dogma ristorante di pesce alla brace a Roma

Siamo andati a scoprire Dogma, il nuovo ristorante di pesce alla brace a Roma. Quel che ne è uscito è poco fumo per un ottimo arrosto.
Dogma ristorante di pesce alla brace a Roma

La premessa è d’obbligo, ho conosciuto Dogma, questo nuovo ristorante di pesce a Roma, perchè mi hanno invitata a provarlo.

Sia chiaro, io non prometto mai nulla, ma mi piace raccontare storie, belle, brutte, coraggiose, potenti.

Questa storia va raccontata e ve la racconterò così come l’ho vissuta, dall’inizio alla fine.

Dogma, il ristorante di pesce di Gabriele Di Lecce e Alessandra Serramondi a Roma

Dogma ristorante di pesce

Gabriele e Alessandra sono giovanissimi. Lei classe 1995, lui 1994, ma hanno già importantissime esperienze alle spalle. Lui è stato per molti anni il Sous Chef di Lele Usai al ristorante Il Tino, che avevamo annoverato qui tra i migliori ristoranti di pesce sul litorale, e proprio lì i due si sono conosciuti. Gabriele ha lavorato anche al fianco dello chef Anthony Genovese al ristorante Il Pagliaccio. Vanta poi un’esperienza francese nelle cucine del ristorante 3 stelle Michelin, Allèno Paris. Dogma è appena nato, ed è il coronamento di un sogno, dopo il loro matrimonio ovviamente. Un ristorante di pesce che hanno deciso aprire proprio a Roma, la città che li ha fatti incontrare.

Da Dogma la brace è alla base di tutto

C’è un filo conduttore nei piatti dello Chef Di Lecce ed è la cottura alla brace. Tutti i suoi piatti infatti fanno un passaggio alla brace, persino le ostriche. Materie prime, nemmeno a dirlo, di qualità altissima, verdure laziali e pane e pasta realizzate in casa con farine siciliane che vengono macinate al momento proprio nel ristorante. Ma partiamo dall’inizio, perché una storia funziona così.

Dogma, la location del ristorante di pesce a Roma

Dogma ristorante di pesce, location

Il ristorante di pesce Dogma si trova a San Giovanni, un quartiere che ultimante pullula di nuove ed interessanti aperture, precisamente in Piazza Zama, una piccola piazzetta che unisce alcune zone nevralgiche della città, San Giovanni, il centro storico e Ostiense. Da fuori, devo essere sincera, non avrei dato un centesimo a questo posto, ma io sono sempre molto affascinata da luoghi assolutamente fuori dalla logica dello “chiccume“, perchè evidentemente hanno ben altre priorità.

All’esterno si presenta come una piccola porticina con un’insegna rossa luminosa. L’interno è essenziale, tavolini neri e sedie kartell (almeno il design è quello) nere. Non c’è l’ombra di tovagliette, non ricordo di aver visto cose particolari ad ornamento. Lampadari led che più o meno si vedono ovunque, una piccola cantinetta appesa al muro, pochi quadri. Ad essere sincera il primo impatto non è stato dei migliori, ma io sono una fanatica delle luci calde, degli ambienti super accoglienti che sembrano quasi volerti tirare dentro, delle lampade in ogni angolo dell’universo. Non posso essere un buon giudice per nessuno che nel proprio stile abbia più metallo che legno. Ma questo è un ristorante di pesce, si chiama Dogma, e avrà altro da dire.

Dogma, il ristorante di pesce a Roma: cosa si mangia?

Spaghetti alla chitarra Dogma

Per il menu decido di affidarmi a loro, con la sola eccezione di un piatto che voglio assolutamente assaggiare, per il resto il “vai con Dios” è un mio concetto di vita, che esprime fiducia, ma che può essere anche una catastrofica arma a doppio taglio.

Gli antipasti

Dogma ristorante di pesce Carciofo

Iniziamo con le ostriche (4 € cad.) e il carciofo alla matticella con crema alla giudia e carpaccio del giorno (13 €). L’ostrica, seppure apparentemente cruda, è leggermente scottata alla brace nella parte inferiore, questo le conferisce un gusto particolare lasciandole la freschezza del crudo. Il carciofo invece non l’avevo mai accostato ad un carpaccio di pesce. Niente da dire per un piatto che unisce tradizione romana e cucina di mare. Una chicca per questo ristorante di pesce a Roma.

I primi piatti

Linguine

La prima proposta che arriva al tavolo, elegantemente servita, sono gli spaghetti alla chitarra e pesce da zuppa (16 €). Vi avviso che se vi siete fatti fuori tutto il pane e la focaccia iniziali, qui ve ne servirà un bel po’, perchè il sugetto che rimarrà sul fondo del piatto vi chiamerà come le Sirene facevano con Ulisse. Un piatto che racconta tutta la passione di Gabriele, ma anche quella di Alessandra, che ci sta guidando in questa esperienza. La seconda proposta l’ho pretesa per via del colpo di fulmine alla lettura: tagliolini alla crema di scampi e cipollina bruciata (13 €).

Il punto, che non so se chiamare problema, è che quando in menu leggo il termine “bruciato” vado in fibrillazione, sono un’amante dello sbruciacchiato, sono una di quelle che i bordi delle pizze più sono neri più sono buoni, non so questo quanto influisca effettivamente sulla mia salute, ma tant’è.

Qui comunque non parliamo di nulla di realmente bruciato, ma di un sentore tra il dolce e l’amaro che arriva in bocca senza prepotenza, ammorbidito dalla piacevolezza della crema di scampi. Tra i due il mio preferito.

I secondi piatti del ristorante di pesce Dogma

Dogma ristorante di pesce diavola

Anche qui avevo adocchiato un piattino gustoso, ma mi sono trattenuta. Non so per quale strano influsso empatico tra me, Alessandra e Gabriele, ma arriva al mio cospetto proprio lui: Il pescato alla diavola con verdure di stagione. Il buono della brace, i filamenti di peperoncino, la verdura a rinfrescare, una salsina ai peperoni che mi conquista. In menu a 20 €.

Dulcis in fundo

Dogma dolce

Qui dovremmo aprire un capitolo a parte, soprattutto perchè siamo in un ristorante di pesce e da Dogma non mi aspetto certo dei dolci stratosferici. Chiariamo due cose però. Sono mediamente golosa. Nel senso che sono sempre stata convinta di esserlo fino a quando non mi sono resa conto che era un’arbitraria interpretazione del mio cervello. I dolci mi piacciono e ci sono momenti, soprattutto al pomeriggio, in cui assalterei una fabbrica di cioccolato, ma se mi chiedessero tra dolce e salato a cosa potrei rinunciare, potrei fare a meno di Willy Wonka e fratelli.

Assaggiamo il Paris-Brest alle nocciole (6 €) e la bavarese al cioccolato al latte (7 €). Senza nulla togliere alla bavarese, di Paris-Brest ne avrei mangiati altri 100, nonostante il fine pasto, nonostante l’ora tarda e nonostante il menefreghismo nei confronti di Willy Wonka, anche perchè qui di cioccolato non è che ce ne sia. La pasta choux è croccantissima e leggera e la mousse alla nocciola un idillio che non avrei mai immaginato. Dico, senza timore e senza fare troppa mente locale, che è uno dei migliori dolci mai mangiati in un ristorante. Segnatevela questa frase, perchè me ne prendo tutta la responsabilità.

Da segnalare anche il menu degustazione a 40 € con 5 portate scelte dallo chef.

I vini

La carta dei vini è ben curata tra bollicine, bianchi e rossi. Ma mi era bastato poco a capirlo, quando Alessandra, che si offre subito di suggerirmi un buono spumante, alla mia provocatoria frase “Non il prosecco per favore” ha risposto: “Non lo abbiamo”. Niente contro i prosecchi, ma ho altri gusti.

Alla fine di questo articolo voglio ringraziare davvero Alessandra e Gabriele, non tanto per l’invito o per il lavoro che fanno, che ormai avrete capito non lascia spazio a troppi dubbi, e nemmeno per l’entusiasmo, che alla loro età è un’arma essenziale e invincibile, ma per aver aperto questo posto a pochi passi da casa mia, perché le certezze nella vita devono essere chiare e il mio piccolo mantra è: “Circondati di buoni amici e di buon posti in cui mangiare e bere”.

Dogma. Piazza Zama, 34. Roma. Tel. +39 0686679819

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