Dove mangiare a Pesaro, capitale italiana della cultura 2024
Con tutto il parlare che se ne fa, sarebbe stato gratuitamente autopunitivo non riservare un episodio della serie “Dove mangiare” a Pesaro, capitale della cultura 2024.
Considerato per di più, il non disprezzabile vantaggio di farlo scrivere a un local, questo benedetto “Dove mangiare a Pesaro”.
Allora, eccoci.
Quanta Pesaro, tutta insieme, all’improvviso.
All’inaugurazione in diretta tv c’era Mattarella che “riempie l’arena come fosse una rockstar”, copyright Matteo Ricci. Sindaco in crescendo rossiniano di popolarità che, da perfetto anfitrione, ha alternato alati discorsi strappa-applausi e trenini a passo di orchestra Casadei.
C’era un Paolo Bonolis marziano che, precipitato nella situazione, ha inanellato gaffe su gaffe.
C’erano il ministro Sangiuliano e Rosa Chemical. C’è stata anche la diretta del Tg2 Post a puntare i riflettori nazionali sulla di solito invisibile Pesaro.
Stavolta è diverso, si respira aria di riscatto. Non hanno parlato di Pesaro come nei servizi riempi-Tg di mezza estate per il lettino, l’ombrellone e lo spago alle vongole “pied dans l’eau”. Ma per Pesaro 2024, Capitale della Cultura, con tutte le maiuscole e tanto di profilo Instagram.
Insomma, in città c’è eccitazione. Mica potevate scamparlo questo “Dove mangiare a Pesaro”.
Dove mangiare a Pesaro: ora che la pizza Rossini ce la siamo levata…
Da local non mi ero potuto sottrarre, il tributo alla pizza Rossini pesarese lo avevo già scritto.
Oggi la pizza con uova e maionese al limite del tamarro è il simbolo di Pesaro. Sono state indagate le origini, la ricetta, le quattro versioni (al taglio, al piatto, da colazione, da aperitivo), i luoghi dove mangiare la pizza Rossini a Pesaro, praticamente ogni bar, pasticceria, ristorante e pizzeria della città.
Pur di non rassegnarsi alla carenza di tradizioni gastronomiche spendibili, il sindaco Ricci si è inventato il Festival della pizza pesarese. Qualche giovinastro l’ha pure portata in tour alla Settimana della moda milanese.
Insomma, nel “Dove mangiare a Pesaro, capitale della cultura 2024” un paragrafo sulla pizza dedicata al compositore, come tutto in città, era dovuto. Ora che, parafrasando l’ingegner Covelli in “Vacanze di Natale”, la pizza Rossini ce la siamo levata… possiamo parlare d’altro.
Dove mangiare a Pesaro in un weekend
Mettiamo che, incuriositi dai 329 eventi inseriti nel programma di Pesaro 2024 capitale della cultura, decidiate di venire in città approfittando di un weekend libero.
Ecco un itinerario per scoprire il centro di Pesaro dall’aperitivo del venerdì sino alla colazione della domenica, passando per pizze, pranzi, cene e dopocena.
Aperitivo nella “casetta” del 1470
Venerdì ore 18 – Casetta Vaccaj
“Ragazzi, stiamo per farci un selfie nel palazzo più antico di Pesaro”. La frase, udita con queste orecchie, appartiene a un gruppo di influencer smaniosi d’avere uno sfondo tiktokabile. Poco apprezzati, va detto, dal resto dei clienti (tutti boomer?) di questa cartolina perfetta per Pesaro capitale della cultura che è Casetta Vaccaj, edificata nel 1470. Oggi trasformata in un caffè con interni eleganti e tavoli all’aperto nella pace ristoratrice di Piazzetta Mosca, accanto ai Musei Civici con i Giovanni Bellini e i Guido Reni. Atmosfera decadente, cocktail, vini alla mescita, stuzzichini e palchetto privilegiato dove osservare il viavai della piazza più chic di Pesaro, a pochi passi dalla casa natale di Rossini. Tutto per 15/20 euro a persona.
- Casetta Vaccaj, Via Mazzolari, 22, 61121 Pesaro. Tel. 0721 69201
Dove mangiare a Pesaro: la pizzeria
Venerdì ore 20:30 – Pizzeria Farina
Con genio pesarese Paolo Severi porta avanti Farina. A volte gli piace fare il gradasso, lo slogan del locale è “sforniamo rivoluzioni”. Però Pesaro, con Farina, è uscita dal sonnacchioso tunnel in cui stagnava mentre al sud e al nord si consumava questa benedetta rivoluzione della pizza. Farine meno raffinate, alta idratazione degli impasti, digeribilità, buoni ingredienti soprattutto locali, giusta cottura anche nei forni elettrici. Non cercate bagliori di indicibile bontà da Farina, “solo” la pizza migliore della città a due passi dal lungomare. Prezzo medio 20/25 euro a testa.
- Pizzeria Farina, Via Leonardo Da Vinci, 33 – Pesaro. Tel. 0721 580451
Un dopocena affollato
Venerdì ore 22 – Zanzibar
A Pesaro se non critichi lo Zanzibar non sei nessuno. I pesaresi rimproverano al bar che da decenni batte di brutto tutti gli altri ape-locali della città, prezzi milanesi da hot spot dei Navigli. O da locale di Porto Cervo di quelli che non servono semplici caffè ma “esperienze”. Soprattutto da quando la proprietà ha fatto il bis aprendo una gastronomia con enoteca proprio accanto al bar. Insomma la protesta serpeggia, il malumore cresce, il disincanto esplode. Ma non se ne accorge nessuno. Perché a esplodere di gente dal venerdì alla domenica, è lo stesso bar con grande dehors a ridosso dell’isola pedonale, preso costantemente d’assalto dalla tribù urbana. Aperto dalle 7 alle 22, per colazioni, piccoli pranzi e i famosi aperitivi da 20 euro circa, a base di prosciutto al coltello, loverie di pesce fresco, champagne di piccole cantine e cocktail gourmet
- Zanzibar, Largo Aldo Moro, 4 – Pesaro. Tel. 0721 33622
Dove fare colazione a Pesaro? Bella domanda
Sabato ore 9
Stravolgo brutalmente la logica dell’itinerario nella capitale della cultura 2024 non facendo un nome solo per la colazione del sabato. Quei banalizzatori seriali degli influencer si riempiono la bocca di consigli (poco) disinteressati su dove fare colazione a Pesaro. In realtà non è facile. Troppi cappuccini improvvisati e brioche congelate. Per la colazione contemporanea, qualunque cosa la definizione significhi, ci sarebbe Zest. Unico locale della città a fare i maritozzi romani con la panna, chissà perché. Ma bisogna spostarsi dal centro fino a Baia Flaminia, e non è che l’ambiente sia proprio un pleasure, nemmeno guilty. Da Serafino, a ridosso del centro, dolci e salati sono impeccabili, compresa l’onnipresente pizzetta Rossini. E allora? I posti a sedere sono pochissimi e tutto all’interno del locale è fermo a trent’anni fa. Allontanandosi dal centro qualche altra opzione ci sarebbe (Polvere di Caffè, Orchidea, la pasticceria di via Milano) ma questo è un itinerario per gaudenti non un servizio alla città per illuminare anfratti che altrimenti resterebbero ignoti ai viaggiatori.
- Zest Lab, Viale Belgrado, 9 – Pesaro. Tel. 334 5724884
- Pasticceria Serafino, Via Antonio Cecchi, 33 – Pesaro. Tel. 0721 25688
- Polvere di Caffè, Via Antonio Fratti, 126 – Pesaro. Tel. 0721 53718
- Pasticceria Orchidea, Via Ponchielli, 82 – Pesaro. Tel. 0721 452510
- Pasticceria Luciano e Giancarlo, Via Milano, 53 – Pesaro. Tel. 0721 22955
Dove mangiare a Pesaro: il ristorante stellato
Sabato ore 13 – Nostrano
I pesaresi non ci vanno spesso perché è il ristorante più caro della città, prezzo medio 130/150 euro. Anche l’unico che può esibire la stella Michelin. Però, quando ci vanno indossando il pulloverino di cachemire, si pavoneggiano come facevano i loro genitori qualche decennio fa da “Alceo”. Il mitico Alceo Rapa. Sobrio come una Barbara d’Urso, quando gli avventori del ristorante chiedevano di vedere il menu rispondeva piccato “Il menu sono io” (e fa niente se oggi gestisce una gastronomia). Stefano Ciotti, chef e patron di Nostrano, è bravo senza essere Bottura. Cucina fantasiosa, ingredienti local, impiattamenti arditi, una certa eleganza negli interni da “casa trasparente dell’influencer”, con vista mare romantica per coppie in vena di selfie. Il problema è che il conto lascia sempre con la sensazione di aver speso più del dovuto.
- Nostrano, Piazzale della Libertà, 7, 61100 Pesaro. Tel. 0721 639813
Alle spalle del ristorante, a sinistra della “palla di Pomodoro” (la famosa sfera di Arnaldo Pomodoro), si trova il Villino Ruggeri, villino color verde acqua di rara bellezza, realizzato tra il 1905 e il 1907 e simbolo della vocazione liberty di Pesaro.
L’aperitivo del Corso
Sabato ore 18 – Caffè Barrier
Quel tipo di posto che un ufficio stampa milanese definirebbe “intimo” per non dire piccolo. Piccolo ma con un lungo spazio all’aperto nel corso cittadino sempre affollato, anche a zero gradi, vicino al merlato Palazzo Ducale di Piazza del Popolo. A volte con dj set a volumi proibitivi che finiscono con l’intervento dei vigili. Consigliato per colazioni e aperitivi mediamente buoni (“media” è la vera cifra stilistica della città) con prezzi inferiori a 20 euro. Mi si dice di come la caffetteria si sia fatta un nome nel mondo elitario ma prestigioso dei caffè specialty e delle estrazioni alternative. In assenza di prove dirette non posso confermare.
- Caffè Barrier, Corso XI Settembre, 15 – Pesaro. Tel. 338 8483670
Dove mangiare a Pesaro, capitale della cultura, se non nell’osteria del 1808?
Sabato ore 21 – Osteria La Guercia
Per diventare frequentatori della rivendita di vino aperta per la prima volta nel 1808, la vera condizione era essere ubriachi. Poi con l’apertura dell’Osteria è cambiato tutto. Non proprio tutto. Le pareti affrescate sono state ripulite, le tre sale dell’edificio cinquecentesco a ridosso di Piazza del Popolo riportate a nuova vita. Non capita spesso di osservare dal piano interrato di un’osteria i resti di una villa romana del 1° secolo A.C. La cucina è solo in parte pesarese, ma i piatti locali non mancano. Inamovibili. Perché nel menu gli echi dei lontani anni Novanta non si sono mai spenti. E allora sotto con tagliatelle ai fagioli, maialino in porchetta, formaggio di fossa con marmellata di fichi, zuppa di maltagliati con ceci e vongole. Sui tavoli carta gialla e bicchieri della nonna, servizio no frills, prezzi per chi dà il giusto peso ai soldi, diciamo 25 € a persona.
- Osteria La Guercia, Via Baviera, 33 – Pesaro. Tel. 0721 33463
La colazione dei pesaresi
Domenica ore 9 – Pasticceria Alberini
Il “Dove mangiare a Pesaro”, riservato alla città italiana capitale della cultura 2024 termina nella pasticceria a metà del corso principale, di fronte al meraviglioso porticato della chiesa di Sant’Agostino (nei tavoli all’aperto il volume delle scampanate domenicali è insostenibile). Il banco dolci del classicone pesarese non è costellato di intuizioni prodigiose, tranne che per i croissant, belli anche da vedere. La caffetteria manca di tecnica e sentimento, provate per credere l’amaro calice del cappuccino. Perché. Allora, Alberini? Prendiamolo semplicemente per quello che è: un posto molto centrale, dove si sta bene. E le colazioni della concorrenza non invitano ad alzarsi e applaudire. Approfittatene per vedere, girato l’angolo, il criptico e affascinante interno della cinquecentesca chiesa In Nome di Dio.
- Pasticceria Alberini, Corso XI Settembre, 119 – Pesaro. Tel. 0721 31151
Hotel: dove soggiornare a Pesaro
Dopo tutto il mangiare, non volete un consiglio su dove soggiornare nel weekend alla scoperta di Pesaro, capitale italiana della cultura? Non tanto all’Excelsior, cinque stelle di Nardo Filippetti, macchina da guerra dell’accoglienza pesarese dopo la ricca vendita della sua Eden Viaggi a Alpitour. Costruttore anche di “Trieste 100”, il bosco verticale pesarese: una decina di piani pieni di terrazzi verdi con appartamenti ambiti e moltissimo costosi.
Una scelta meno ovvia è l’Alexander di “Nani”, alias Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina. Avvocato, console, cavaliere, Gran Croce di numerosi Ordini, nonché eclettico imprenditore turistico che, aperto il primo “Art Hotel” del mondo, ha fatto il bis a Pesaro. Ogni camera del hotel-museo è personalizzata da un artista amico di “Nani”, abituale frequentatore di Massimo Cacciari o Vittorio Sgarbi, infaticabile organizzatore di piccole mostre che rendono più simpatica la vita dell’hotel. Con terrazza panoramica, piscina coperta, centro benessere e ristorante più o meno gourmet. Una camera costa tra 65 e 80 € a notte.
- Alexander Museum Palace Hotel, Viale Trieste, 20 – Pesaro. Tel. 0721 34441