Dove mangiare sull’Etna, e anche bere: trattorie, ristoranti, cantine
Dove mangiare sull’Etna? Da quando il vino ha trasformato il vulcano in una delle mete enologiche più cool d’Europa, è diventato facile rispondere a questa domanda.
Il turismo va a gonfie vele e porta con sé tutto il resto: trattorie, ristoranti, bar, cantine, hotel, b&b.
Poi c’è la cucina siciliana, talvolta chiamata “cucina di Dio”. Con un cuore sia contadino che aristocratico e la capacità di mescolare dolce e salato come nessun’altra.
Siete pronti per un tour culinario intorno al vulcano?
Dove mangiare ma anche dove bere: i vini dell’Etna
L’Etna è una realtà consolidata e in forte crescita, specie per il numero di produttori interessanti che si dedicano alla viticoltura.
I vini dell’area, come pure questi 5 meravigliosi spumanti fatti sull’Etna, sono prodotti con vitigni autoctoni – il Carricante e il Catarratto per l’Etna bianco Doc e il Nerello Mascalese (con o senza Nerello Cappuccio) per l’Etna rosso Doc. sono stati definiti i più seducenti d’Italia.
Ma qual è il valore economico dei vini dell’Etna? Una stima recente ha calcolato in 133 milioni di euro il valore complessivo a prezzi di enoteca dei vini dell’Etna.
A chi è impaziente di sapere dove mangiare sull’Etna va ribadita l’importanza del vino per la zona. Nel 2023 sono state prodotte 5,8 milioni di bottiglie, con un incremento del 28 per cento rispetto al 2022.
Un ettaro di vigneto nella zona ha un valore che oscilla tra i 125.000 e i 150.000 euro.
Le cantine più note, che spesso si collocano ai vertici delle principali guide specializzate, sono tra le altre:
Franchetti (le cui bottiglie costano anche 140 €), Federico Graziani, Benanti a Viagrande, Ferrara Sardo, Ayunta, Tenute Bosco in zona Santa Venerina, Pietradolce a Solicchiata, frazione del comune di Castiglione a nord dell’Etna, Pennisi a Linguaglossa, Frank Cornelisson, Girolamo Russo, Tenuta delle terre nere a Zafferana Etnea.
Dove mangiare sull’Etna: ristoranti e trattorie
Oggi l’Etna è una zona che ha tutto: un vulcano che dà spettacolo, il suolo che fa crescere di tutto e di più, e una tradizione che valorizza i prodotti locali.
L’Etna è Sicilia in miniatura: bellezza selvaggia della natura e frutti della terra trasformati dagli uomini.
Girando intorno al vulcano si trovano prelibatezze di ogni tipo, a cominciare dai famosi pistacchi di Bronte (sapete quanto costano?). Poi, ancora, fragole a Maletto, funghi a Nicolosi, miele a Zafferana, mele a Pedara. Oltre al vino di cui abbiamo già parlato.
Per questo il vulcano è diventato un posto cool, oggi si può rispondere alla domanda Dove mangiare sull’Etna con opzioni per tutti i gusti: agriturismi, trattorie e ristoranti di lusso.
Si va da Dodici Fontane, che fa parte del Villa Neri resort in contrada Arrigo a Linguaglossa, per i piatti della tradizione siciliana rivisitati in chiave contemporanea e internazionale.
Il ristorante Veneziano di Randazzo, in contrada Arena, immerso nel verde, è focalizzato su piatti semplici e genuini a base di funghi, formaggi locali e maialino nero dei Nebrodi.
Lo chef Seby Sorbello di Sabir Gourmanderie, in via delle Ginestre a Zafferana Etnea, all’interno del resort Parco dei Principi, valorizza i prodotti locali con grande raffinatezza.
Lo stesso si può dire per Zash, a Riporto, non distante da Catania. Il prezzo dei menu degustazione nel ristorante stella Michelin dal 2019, inserito in un resort di lusso, parte da 120 euro.
Dove mangiare sull’Etna? In un’osteria tipica, chiocciola Slow Food, aperta dal 1995. Si chiama Quattro Archi, in via Crispi, 9, non lontano dalla piazzetta di Milo, e punta sui migliori ingredienti del posto selezionati da piccoli produttori.
La Pasticceria Russo di Santa Venerina è un locale unico nella sua anti-modernità risoluta. Nonché, in assoluto, una delle migliori pasticcerie siciliane autentiche. Granite comprese.
Itinerario sull’Etna tra ristoranti, trattorie, pasticcerie e cantine
TRATTORIA LINGUAGROSSA
Via Guglielmo Marconi, 100 – Linguaglossa (CT). Tel. 320 864 9723
Siamo a Linguaglossa, paesino sulle pendici settentrionali dell’Etna dove vivono circa 5.000 persone.
Alla Trattoria LinguaGrossa, piccolo ristorante locale con bella scelta di vini dell’Etna, si sgranocchiano cose divine come il pane fritto con i carciofi avvolti nel lardo, prima che arrivi un generoso piatto di pasta.
Le casarecce fatte a mano, insaporite da un ragù setoso a cottura lenta, con pezzi di maiale nero siciliano che si sfaldano per quanto sono teneri, sono profumate dalle bacche di ginepro.
Dopo le salsicce con erbe selvatiche, maschie e amare, arriva la specialità della casa. Sono gli “sciauni”, ravioli fritti e ripieni di, pensate un po’, ricotta zuccherata .
Fascia di prezzo: 35/40 €
Dove mangiare sull’Etna: Shalai
Via Marconi, 25 – Linguaglossa (CT). Tel. 095 643128
In un palazzo ottocentesco del centro storico, nel piccolo paese all’interno del parco dell’Etna, c’è il ristorante che ha portato a Linguaglossa niente meno che la stella Michelin.
Allo Shalai, inserito in un resort di charme voluto dalla famiglia Pennisi, lo chef Giovanni Santoro ha costruito sui sapori locali piatti sorprendenti e un menu originale.
La carta dei vini esprime la nuova viticoltura dell’isola con una raccolta molto profonda delle migliori etichette etnee.
Fascia di prezzo: 100/120 € per persona bevande escluse. I prezzi dei tre menu degustazione vanno da 120 a 150 €
Dove mangiare sull’Etna: In cucina dai Pennisi
Via Umberto I, 9 – Linguaglossa (CT). Tel. 095 643160
Restiamo nel borgo a 600 metri di altitudine sulle pendici dell’Etna, dove come già visto, la famiglia Pennisi gestisce il ristorante stellato Shalai.
La stessa proprietà, a 150 metri scarsi di distanza, ha aperto anche Dai Pennisi, macelleria con cucina.
Per i carnivori lo scenario è da sogno: tavoli di marmo spogli, una stupenda griglia dove cuocere sulla fiamma viva i vari tagli.
Le carni vengono frollate a vista secondo tecniche consolidate, poi marinate e cotte dando vita a burger, costate e bistecche succulente. Nel menu anche formaggi, salumi e piatti tipici siciliani.
Affidarsi alla carta dei vini significa capire la vivace crescita enologica avuta dalla zona.
Fascia di prezzo: 30 €
Una cantina: Alta Mora
I fratelli Cusumano, che insieme danno vita alla cantina Alta Mora, lavorano le viti a mano. Perché, semplicemente, l’accesso ai macchinari è interdetto da un paesaggio in cui la cura dei vigneti è 10 volte più complicata rispetto a zone più pianeggianti.
Sull’Etna si fa vino solo se lo si vuole davvero. Considerati i 3.357 metri di altitudine dell’Etna e la vicinanza al Mar Ionio, i vignaioli devono affrontare anche condizioni meteo rigide e imprevedibili. La costante minaccia di un’eruzione vulcanica è considerata invece un dettaglio.
L’attività dell’Etna apporta benefici ai suoi resistenti vitigni autoctoni che assorbono la cenere depositata nel terreno. I vini rossi della cantina Alta Mora, delicati, setosi, con tannini leggeri, sono l’archetipo della regione.
Invece i bianchi, secondo i Cusumano più difficili da mettere a punto, ritemprano il palato con note di agrumi e pera.
Dove mangiare sull’Etna: Bar Pasticceria Musumeci
Dalla vivace Giovanna Musumeci, pasticciera di Randazzo con una lista di premi lunga così, bisogna farsi raccontare le origini della ossessione culinaria dell’isola.
La granita risale al Medioevo, quando i siciliani prendevano la neve raccolta dall’Etna (conservata in grotte sotterranee chiamate neviere) e la aromatizzavano con frutta, noci e altri ingredienti mescolati allo zucchero.
Oggi i gusti popolari sono il gelso e la mandorla, ma Musumeci sperimenta anche il salato: la pizza fritta con granita di melanzane, ricotta e pomodoro è un gioco emozionante tra caldo e freddo.
La focaccia con pancetta e gelato alla maionese è insospettabilmente deliziosa. Alla fine, comunque, ricordate di rinfrescarvi il palato con la granita al mandarino.
L’olio dell’Etna: Tenuta Rustìca
Dirigendosi verso la valle dell’Alcantara, lungo strade piene di buche che hanno un disperato bisogno di essere riparate, si arriva a Tenuta Rustìca.
La bella tenuta dove si produce olio appartiene alla famiglia Fisauli dal XVI secolo, ma oggi a guidarla sono Lorenzo Fisauli e sua moglie Margherita.
Non capita a tutti di avere nel posto di lavoro un mulino vecchio quasi 3.000 anni, scavato nella roccia. Un’affascinante testimonianza di come è iniziata la viticoltura in Sicilia, introdotta dai greci a partire dall’800 a.C.
Chiedete di provare il pane fatto in casa da Margherita con il pecorino di un pastore vicino di casa, conditi con l’olio extra vergine d’oliva della tenuta.
Dove mangiare sull’Etna: Angiò, macelleria di mare
Viale Africa, 28h – Catania. Tel. 335 1613701
Lo chef Alberto Angiolucci potrebbe trovarsi più a suo agio a Brooklyn che a Catania. Considerati l’ambiente minimalista e moderno del suo ristorante, Angiò, e la playlist hip hop vecchia scuola.
28 anni, dopo aver lavorato in alcuni dei migliori ristoranti d’Italia, lo scorso agosto ha aperto la sua macelleria di mare applicando al pesce l’approccio naso-coda. Il mantra di Angiò, macelleria di mare è usare tutto, il fegato, lo stomaco . . . non ci sono sprechi.
Il suo ethos sostenibile e l’applicazione al pesce di metodi antichi, come la salatura, l’invecchiamento e la frollatura, per creare una cucina di mare contemporanea –incredibili il ceviche di triglia con carciofi fritti o il giocoso “salame di mare”, gli hanno fatto guadagnare una giovane fan base di buongustai.
Che gradiscono la formula singolare: i prodotti si scelgono direttamente al banco confrontandosi con il cuoco.
I cannoli più buoni di Taormina
Corso Umberto, 112, Taormina (ME). Tel. 0942 24735
“Fanno i migliori cannoli di tutta la Sicilia”, è la frase standard che si ascolta entrando nel Bar pasticceria Etna dal 1963 di Taormina.
In effetti sono discretamente paradisiaci: leggeri e croccanti, ripieni di ricotta poco zuccherata con scorzette d’arancia candita.
Difficile stabilire se rappresentano l’acme della prelibatezza più famosa dell’isola, una ricetta che è stata perfezionata in più di mille anni, da quando la Sicilia era sotto il dominio arabo.