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12 Novembre 2018 Aggiornato il 19 Agosto 2019 alle ore 17:46

Milano. Conoscere bene Sagami, ristorante giapponese di soba e udon

Sagami è aperto, in piazza Duca d'Aosta, quella della Stazione Centrale a Milano. Viene da lontano, dal Giappone, prefettura di Nagoya; e anche da vicino,
Milano. Conoscere bene Sagami, ristorante giapponese di soba e udon

Sagami è aperto, in piazza Duca d’Aosta, quella della Stazione Centrale a Milano. Viene da lontano, dal Giappone, prefettura di Nagoya; e anche da vicino, da Expo2015, dove era uno dei ristoranti che si sono alternati al padiglione del Giappone, e poi da via Bezzecca, zona Cinque Giornate, dove era stato ospitato da WellKome all’insegna di soba e udon.

Soba (una specie di spaghetti di grano saraceno) e udon (spaghetti di grano) sono i piatti che Sagami ha portato nei suoi 262 ristoranti in giro per il Giappone e qualche paese asiatico (ma questo milanese è il primo in Europa – Milano scelta come laboratorio sperimentale, ci sembra una bella cosa), insieme a kishimen (una specie di tagliatella) e ad altri piatti della cucina giapponese, e di Nagoya in particolare.

Ricordiamo che la cucina tradizionale giapponese, washoku, è stata inserita nel Patrimonio immateriale dell’umanità, una delle poche referenze gastronomiche scelte dall’Unesco, insieme alla Dieta Mediterranea, allo Zibibbo di Pantelleria e, naturalmente, all’Arte dei Pizzaioli Napoletani. E aggiungiamo, giusto per la precisione, che la cucina giapponese non è (solo) sushi e sashimi, che anzi vengono consumati raramente.

Il menu di Sagami – molto colorato e chiassoso, forse troppo – si apre con una dichiarazione d’intenti: siamo uno dei maggiori gruppi di catering in Giappone, e portiamo a Milano la cucina di Nagoya, la soba e gli altri tipi di pasta, che produciamo, congeliamo e spediamo qui in Italia. Il tutto accompagnato da una mascotte vagamente manga, Misocci, che su Facebook ha raccontato in prima persona i suoi preparativi per arrivare qui in città.

Il menu è diviso fra le varie tipologie di piatti proposti.  Si comincia con la sezione Rice Bowl: ciotole (don in giapponese) di riso con cotoletta di maiale, o con manzo, pollo, salmone, tempura da 1o a 15 €. Ci vogliono 22 € invece per l’Unagi Don, anguilla grigliata in salsa kabayaki (salsa dolciastra usata appunto per l’anguilla, a base di soia).

I piatti di Soba invece vanno dagli 8 ai 18 €. La soba viene servita calda o fredda (la zuppa a parte) con tempura, manzo o tofu fritto. A 18 € si può prendere un piatto di Tempura Dattan Soba, con una soba che contiene 100 volte più rutina (una specie di polifenolo) della soba normale.

Anche per gli Udon i prezzi si mantengono fra i 7 e i 14 €, e la pasta è accompagnata sempre da tempura, formaggio, manzo, gamberi, verdure.

Avendo già mangiato la soba durante la permanenza di Sagami da WellKome (a proposito: trovate la loro ricetta qui), e conoscendo anche gli udon, ho pensato di provare le tagliatelle (Kishimen). Anche qui, varianti fra i 7 e i 14 € della zuppa: di tagliatelle, di miso o di salsa di soia, con tempura, soia fritta, verdure.

Ho scelto Nagoya Miso Kishimen, ovvero tagliatelle in zuppa di miso con tempura (nell’immagine del menu c’era anche un uovo: non pervenuto).

Ci sono anche dei Mini Don, delle versioni in scodellina piccola dei don, le scodelle di riso con vari accompagnamenti, che possono anche essere scelte come contorno. Prezzo, 6 €. E io ho preso il Gyu Don, fettine di manzo con cipolle con salsa a base di soia, e riso. Buono.

C’è anche la possibilità di scegliere un Teishoku, un menu fisso, prezzo da 18 a 28 €: con cotoletta di maiale alla giapponese, con tempura, con l’anguilla marinata (che è una tipicità di Nagoya).

Si può anche ordinare à la carte: alette di pollo fritte (non impanate), 2 € l’una, spiedini di cotoletta, 2 € l’una, pollo fritto, 6 €, pesce fritto, 6 €, polpo fritto, 8 €, yakitori (spiedini di pollo), 6 €, polpette di polpo, 8 €, anguilla grigliata, 18 €, e così via – compresi uno sashimi di salmone, 9 €, e degli onighiri, 3 €.

dolci sono un budino al matcha, una specie di tiramisu, macedonie e gelati (3-5 €). Io ho preso un dorayaki e un daifuku (3 € l’uno): in genere, non è che mi facciano impazzire, mi piace però la consistenza dei daifuku, gelatinosa. Erano piacevoli.

Se volete qualche indicazione in più sui piatti del menu di Sagami, la potete leggere qui.

Mangiato abbastanza bene, tutto buono, senza nulla che spiccasse in modo particolare. Ma ho fatto scelte abbastanza standard: proverò con qualcosa d’altro, magari l’anguilla.

Ma se intanto ci andate, fatemi sapere come vi sembra.

Sagami. Piazza Duca D’Aosta, 10. 20124 Milano. Tel. +39 0224169051.

[Aggiornamento. il ristorante Sagami è chiuso]

Emanuele Bonati
"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.
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