Etichette trasparenti. Il Senato approva
Via libera del Senato al disegno di legge sull’etichettatura. Ora l’ultima parola spetta alla Camera per l’approvazione definitiva. La Commissione Agricoltura del Senato ha approvato all’unanimità un provvedimento che obbliga le aziende a indicare in etichetta il Paese di provenienza dei prodotti alimentari non trasformati (e la presenza di Ogm) e, per i prodotti trasformati, l’indicazione del luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale e il luogo di produzione o coltivazione della materia prima prevalente.
Una norma che renderebbe la vita impossibile a chi, confidando sull’appeal commerciale del made in Italy, realizza in Italia solo l’ultimo stadio (o uno stadio marginale) della filiera (esempio: impacchetta una pasta prodotta altrove spacciandola per italiana quando di italiano c’è solo la confezione). Una norma che consentirebbe inoltre al consumatore di conoscere, per esempio, la provenienza del latte contenuto in un formaggio, dei maiali in un salume e la presenza di Ogm nell’ingrediente di un alimento.
Soddisfazione è stata espressa dalle associazione dei consumatori, dalla Coldiretti e dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) e, naturalmente dal Governo. “E’ un grande risultato frutto del lavoro del Presidente della Commissione Paolo Scarpa Bonazza, dei gruppi parlamentari e di tutti i componenti della Commissione Agricoltura del Senato”, ha dichiarato il ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, “Un senso di responsabilità che dimostra che quando le cose sono giuste si possono fare bene, velocemente e con i consenso di tutti nonostante la crisi politica. Ci auguriamo ora una rapida approvazione da parte della Camera”.
Dopo l’eventuale approvazione della Camera il provvedimento resterà a disposizione dell’Europa per essere esaminato dagli Stati membri e dalla Commissione. Una bocciatura dell’Europa, la sola che può legiferare in materia di etichettatura, è possibile. Ma l’orientamento delle istituzioni europee sta andando, ultimamente, nella direzione di una maggiore tutela della trasparenza.
Risale al luglio scorso l’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, di una proposta di Regolamento che prevede l’etichetta obbligatoria “Made in” per numerosi prodotti importati (tessile, mobili e farmaceutico) dai paesi extra-europei.
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