Fashion food. Sempre più petali nel piatto
Risotto e marmellate ai petali di rose, antipasto di petali fritti. Rose che curano il mal di testa, il cattivo umore, i capillari fragili e le infiammazioni intestinali. Tisane di rosa canina contro il raffreddore. E’ lungo l’elenco degli impieghi in cucina e in erboristeria del più romantico dei fiori.
Di nuovo ora c’è che la rosa è entrata a passo di carica nelle cucine dei grandi ristoranti del pianeta, quelli che fanno tendenza. Da dove, con buona probabilità, passeranno, per il tramite dei ristoranti meno blasonati, nelle cucine casalinghe (come la panna nel ventesimo secolo, ricordate?) Un vezzo romantico, capace di conquistare il cuore e la pancia “dei clienti ricchi e smaliziati”, sentenzia The Independent che ha anche stilato la lista dei locali del globo dove la rosa, naturalmente in versione commestibile e spesso biologica, è ormai di casa.
Tra i fan della rosa ci sono il Per Se di New York, lo Zazu di Quito, in Ecuador e lo spagnolo El Bulli.
I petali finiscono, per esempio, nel sorbetto allo yogurt al ristorante Per Se di New York, il locale di Thomas Keller, già fondatore e chef di The French Laundry, da anni stabilmente al top della classifica dei World’s 50 Best Restaurants stilata da S. Pellegrino, fucina di talenti del calibro di René Redzepi (Noma). Al The French Laundry il ristorante Per Se assomiglia nell’architettura d’interni e nel menu: due formule degustazione con nove assaggi (di verdure o di pietanze scelte dallo chef).
Al bar dello Zazu di Quito, famoso ormai in tutta l’America Latina per i suoi cocktail innovativi, i petali di rosa, in ammollo per una settimana nella vodka, impreziosiscono il Martini rose mentre al ristorante, dove lo chef peruviano Alexander Lau combina esperienza orientale e origini latino-americane senza cadere nella trappola del fusion e anteponendo sempre il sapore alla presentazione, i petali insaporiscono uno dei quattro antipasti, l’insalata con petali di rosa biologica, germogli di soia, barbabietola, rucola e lattuga.
E proprio l’Ecuador è l’epicentro di questa mania della rosa nel piatto, alimentata dalle buone pratiche di qualche coltivatore che, come Roberto Nevado, alle rose destinate alla cucina riserva qualche attenzione in più. “Tra le rose che produciamo 100 mila sono coltivate senza pesticidi, appositamente per uso alimentare”, spiega Nevado.
Guarda caso è proprio la commestibilità del fiore a suscitare la curiosità e la diffidenza dei clienti, come spiega scherzosamente all’Independent Daniel Pillon, che assiste Alexander Lau in cucina. “Capita a volte che i camerieri devono spiegare al cliente che i fiori che mangiano non li prendiamo dal vaso”.
Foto: Francesco Arena, alltheshadesofgrey
[Fonti: The Independent, Reuters]