Fico del Cilento: il più squisito dei prodotti tipici festeggiato da Santomiele
Cilento e Dieta Mediterranea, Cilento e fico. Sono molti gli ingredienti della tavola di questo territorio. Basta pensare alle alici di menaica, alle olive ammaccate, alla soppressata, ai fusilli, ma quella del fico del Cilento è una storia a parte.
Moltissimi associano il fico dottato, il bianco del Cilento al rito del Natale. Secco al naturale, farcito con la mandorla, infilzato sui bastoncini, ricoperto di cioccolato.
E poi c’è Santomiele. L’azienda ha trasformato la tradizione della lavorazione del fico in uno scrigno di sorprese e di regali da fare anche oltre il Natale. Anche senza utilizzare il Fico Bianco del Cilento Dop.
La massima espressione è la Pigna, una campana di fichi bianchi del Cilento tagliati sottilissimi e ricoperti di cioccolato: goduria assoluta.
Come il carpaccio di fichi, spettacolare nelle sue spire che lo fanno assomigliare a un insaccato.
Santomiele festeggia 20 anni di dolce esistenza grazie ad Antonio Longo e Corrado Del Verme. I due imprenditori hanno trasformato il frutto in un gioiello della gastronomia ripensandolo ma senza allontanarsi dalla base di un prodotto di qualità.
La festa del fico del Cilento
A Prignano Cilento, sabato 12 settembre (ore 19:30) festeggeranno questi primi 20 anni con una serata evento. In questa occasione sarà presentato un cortometraggio ideato e autoprodotto dall’azienda stessa assieme ai collaboratori della Santomiele.
Intitolato “Kαιρός”, il filmato vuole raccontare e dialogare, lanciando un messaggio forte e positivo. Un appello rivolto a chi pensa che queste terre del Sud non possano offrire nulla ai più giovani. “Abbiamo una miniera e non sempre ce ne rendiamo conto. Dialogare con i ragazzi, farli entrare nella filiera, ha dato vita a uno scambio. E’ stato sorprendente vedere come hanno voluto rappresentare i valori della Santomiele attraverso delle opere che saranno esposte durante la serata”.
L’esposizione, in aggiunta alla prima assoluta del corto, vuole simboleggiare anche che tutto questo “è una possibilità per restare e per fare a casa propria“. È un tempo qualitativamente valido, che si concilia con il tramandare e innovare la tradizione.
“Creando dalla terra”. Un esempio emblematico è la costruzione di una rete di fornitori sul territorio: molti sono giovani, laureati, ritornati per non essere costretti ad andare via. Mattia Peluso, Vincenzo Palladino sono alcuni di questi ragazzi che hanno deciso di coltivare il fico e poter vivere in Cilento. La loro è una storia nella storia.