Foodblogger, siete liberi di bloggare anche senza registrare il blog
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Pertanto, non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7/03/2001.
Quanti hanno inserito in calce al proprio blog la formuletta che serviva ad evitare il reato di stampa clandestina previsto per chi possiede un organo di informazione che deve essere registrato presso il tribunale?
Ebbene da ieri, grazie a Carlo Ruta che è stato assolto dalla Corte di Cassazione dal reato in via definitiva dopo le condanne di primo e secondo grado. In pratica, siti e blog non devono sottostare alla legge dell’editoria e non c’è bisogno di essere giornalisti per aprirlo e aggiornarlo con la frequenza che meglio si crede.
Guido Scorza su Wired parla di sentenza storica e su Il Fatto Quotidiano rilancia:
E’ una conclusione ovvia, scontata, normale per chiunque sia figlio di questo secolo ed abbia chiaro che fare informazione non è un privilegio di pochi, né una concessione dello Stato ma unalibertà fondamentale di tutti, sancita sin dal 1789 nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è del cittadino.
Tutto bene? Oltre alla considerazione che il blogger e giornalista siciliano Carlo Ruta ha impiegato 4 anni per affermare questo diritto, c’è sempre la preoccupazione che nel Parlamento nasca l’idea che è necessario normare, inquadrare, recintare per qualche altra ragione (per esempio, privacy) quando sarebbe sufficiente almeno applicare la vecchissima norma per cui la tua libertà finisce dove inizia quella dell’altro. E sarebbe auspicabile una normativa al passo con i tempi che renda chiaro a tutti l’ambito in cui muoversi.
Insomma, un blog, il cui “editore” è conosciuto agendo questi in chiaro, poteva mai essere accusato di essere mezzo per commettere un reato di “clandestinità”? Per il cibo al massimo il peccato sarà di gola.